Aziende e regioni

Crotone: Così gli scarti industriali diventano «fertilizzanti»

di Ferdinando Laghi (vice Presidente Nazionale Isde – Italia Medici per l'Ambiente)

A Crotone le persone si ammalano e muoiono di più, rispetto alla media nazionale. Gli uomini presentano un aumento di mortalità per tutte le cause e, in particolare, per tutti i tipi di tumore, per le malattie dell'apparato circolatorio, per quelle dell'apparato respiratorio e dell'apparato genito-urinario. Anche per le donne la situazione non è certo confortante, con un aumento di mortalità per tutte la cause in generale ed uno specifico, legato alle malattie dell'apparato digerente.

L'aspetto che rende statisticamente plausibile la correlazione tra l'inquinamento ambientale e l'aumento della mortalità è rappresentato dall'eccesso di mortalità per malattie dell'apparato respiratorio nei maschi. I rischi per la salute accomunano la gente di Crotone con le popolazioni di Cassano Jonio e Cerchiara di Calabria, paesi tra loro confinanti, ma da Crotone distanti oltre 100 cchilometri.

Ciò che lega questi territori e queste popolazioni è il fatto che essi fanno capo allo stesso Sin (Siti di Interesse Nazionale) - quello di Crotone-Cassano-Cerchiara -, cioè a una di quelle aree contaminate ad alto rischio, così classificate dallo Stato italiano a fine anni “90. Inizialmente erano 57, questi siti, individuati dal Ministero dell'Ambiente e sparsi in tutta Italia. Furono ridotti, non senza polemiche, a 39 nel 2013.

I dati sanitari prima riportati sono tratti dallo Studio Sentieri dell’Iss. La natura dell'inquinamento delle matrici ambientali varia a secondo dei Sin e degli insediamenti in essi ospitati (industrie chimiche, petrolchimiche, siderurgiche, aree di smaltimento rifiuti e incenerimento degli stessi, zone con presenza di amianto, ecc.).

Nel caso di Crotone, Cassano e Cerchiara si tratta di impianti chimici e discariche di rifiuti.
Il sogno/incubo dell'industrializzazione di Crotone risale a oltre ottanta anni fa. Le industrie del polo chimico (Montedison, Pertusola Sud) hanno determinato, negli anni, un inquinamento sempre più pervasivo che ha colpito le persone, il suolo, l'aria, le falde acquifere, il mare. E gli scarti di quelle produzioni sono state utilizzate anche nella costruzione di edifici, scuole, strade. Nei capelli e nei liquidi organici dei bambini che hanno frequentato le scuole costruite usando quel materiale sono stati trovati quantità di metalli pesanti –sostanze tossico-cancerogene- statisticamente superiori alla norma. Lo ha stabilito una consulenza effettuata su richiesta della Magistratura, che per anni si è occupata della vicenda. Vicenda che si è conclusa con il proscioglimento degli indagati. Un disastro ambientale e sanitario ancora una volta senza colpevoli.

Mentre i ricchi terreni della piana di Sibari -nei territori di Cassano Jonio e Cerchiara di Calabria- sono stati disseminati di decine di migliaia di tonnellate di ferriti di zinco provenienti dalle lavorazioni della Pertusola Sud di Crotone, le quali, anziché essere conferite in discariche speciali, a motivo della loro pericolosità, sono state spacciate e usate come…fertilizzanti. Il vento e la pioggia hanno fatto il resto. Rendendo ormai di fatto impossibile una bonifica radicale e forse anche un po' patetici gli esigui indennizzi economici offerti ai Comuni interessati.

Ma Crotone e il suo territorio sono vessati anche da mille altre emergenze ambientali e di rischio per la salute: dallo smaltimento dei rifiuti, alle piattaforme petrolifere, agli inceneritori, alle centrali a biomasse. E altro ancora.

Il tentativo di industrializzazione, rivelatosi fallimentare, di una terra bellissima, densa di storia e cultura, unanimemente considerata vocata a destini ben diversi –agricoltura e turismo in primo luogo- è stato pagato con una devastazione del territorio e del suo splendido mare, per molti aspetti irreversibile, e con un'aggressione al diritto alla salute dei suoi abitanti i cui deleteri effetti si protrarranno nel tempo. E senza che questa gragnuola di iniziative industriali abbiano portato occupazione vera e duratura, sviluppo economico e migliori condizioni di vita in una della province più povere d'Italia.

Ma c'è chi su questo disastro ha guadagnato, e tanto. A cominciare dalla criminalità organizzata, che soprattutto dall'illecito smaltimento di rifiuti, industriali e non, ha tratto e continua a trarre enormi guadagni. E non soltanto in Calabria.


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