Aziende e regioni

Rapporto Ecomafia 2014: 80 reati al giorno e un business da 22mld

Quasi 80 crimini al giorno nel 2014, per un totale di 29.293 reati accertati e un giro d'affari pari a 22 miliardi di euro incassati dalle ecomafie - 7 in più rispetto al 2013 - a spese dell’ambiente e della salute dei cittadini. E’ il bilancio tracciato dal Rapporto Ecomafia presentato oggi da Legambiente. Un business in aumento soprattutto nel settore dei rifiuti: le infrazioni sono in salita del +26% e le inchieste sul traffico organizzato di rifiuti (art.260 Dlgs 152/2006) sono arrivate a 35. Ma anche del cemento (+4,3).

Numeri notevoli nell'agroalimentare, che fattura 4,3 miliardi di euro per 7.985 illeciti e nel racket degli animali che colleziona 7.846 reati . La Puglia è in testa alla classifica regionale degli illeciti. Il Lazio è sempre la prima regione del centro Italia, la Liguria è la prima del Nord. Lombardia al top per le indagini sulla corruzione.

L'incidenza criminale cresce soprattutto nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Puglia, Sicilia, Campania e Calabria), dove si è registrato più della metà del numero complessivo di eco-infrazioni (ben 14.736), con 12.732 denunce, 71 arresti e 5.127 sequestri. Si registra un calo dei reati in Campania (-21% circa), dovuto forse ai tanti riflettori accesi di recente sulla regione, e un aumento degli illeciti in Puglia, col 15,4% dei reati accertati (4.499), 4.159 denunce e 5 arresti. «Numeri dovuti al capillare lavoro di monitoraggio e controllo - spiega una nota di Legambiente - svolto in tutta la regione dalle forze dell'ordine (in particolare da Carabinieri, Guardia di finanza e Corpo forestale dello Stato), coordinate operativamente da diversi anni grazie a un Accordo quadro promosso e finanziato dalla Regione Puglia». Crescono i reati nel ciclo dei rifiuti (+ 26%) e le inchieste sul traffico organizzato di rifiuti (art.260 Dlgs 152/2006), che arrivano addirittura a 35. Aumentano anche gli illeciti nel ciclo del cemento: 5.750 reati (+4,3%), realizzati soprattutto in Campania e poi in Calabria, Puglia e Lazio.

Durante la presentazione è stato letto anche un messaggio di saluto inviato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che sottolinea: «ricostruire un equilibrio tra territorio e società, tra sviluppo e cultura, tra ambiente e diritto della persona è anzitutto la grande impresa civica a cui ciascuno di noi è chiamato con responsabilità. Il rispetto dell'ambiente è essenziale per la coesione sociale e per la ripresa del Paese». Le mafie, dichiara Mattarella «dobbiamo stroncarle. E sono sicuro che ci riusciremo. Batteremo le mafie e le cancelleremo dalla nostra Italia. Una crescita corrotta dall'inquinamento e dalle infiltrazioni criminali e' destinata a produrre nuovi squilibri, ingiustizie, emarginazioni. La cultura della sopraffazione e dell'egoismo si sposa con la cultura dello scarto».

A fare da spartiacque nel 2015 dovrebbe essere la legge sugli ecoreati. «Quella del 2015 è una data straordinaria - ha dichiarato la direttrice nazionale di Legambiente Rossella Muroni -, l'anno della legge che introduce finalmente nel codice penale uno specifico Titolo dedicato ai delitti contro l'ambiente, che punisce chi vuole fare profitti a danno della salute collettiva e degli ecosistemi. Uno strumento fondamentale per combattere anche quella zona grigia, dove impera la corruzione che è diventata il principale nemico dell'ambiente a causa delle troppe amministrazioni colluse, degli appalti pilotati, degli amministratori disonesti e della gestione delle emergenze che consentono di aggirare regole e appalti trasparenti. La corruzione può servire per ottenere un determinato provvedimento o più semplicemente per far voltare dall'altra parte l'occhio vigile del funzionario, l'ultimo e traballante anello di una lunga catena di legalità. C'è bisogno allora dell'applicazione della legge sugli ecoreati – ha concluso Rossella Muroni –, ma anche di un complessivo cambio di passo, verso un paradigma economico più giusto e in grado di sollecitare nuova fiducia, partecipazione e trasparenza, perché non ci si rassegni a pensare al malaffare come a un male senza rimedi».

Di questo parla anche Raffaele Cantone, , che nell'intervista di Toni Mira contenuta nel rapporto afferma: “Gli appalti pubblici nel settore dell'ambiente - dichiara Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione in un’intervista contenuta nel Rapporto - sono tra quelli più esposti alla corruzione e alla criminalità organizzata».

I dati in questo senso parlano da soli. Sono ben 233 le inchieste ecocriminali in cui la corruzione ha svolto un ruolo cruciale, concluse con l'arresto di 2.529 persone e la denuncia di 2.016, grazie al contributo di 64 procure di diciotto regioni. La Lombardia è la prima regione dove il fenomeno corruttivo si è maggiormente diffuso con 31 indagini, seguita subito dopo dalla Sicilia con 28 inchieste, la Campania con 27, il Lazio con 26 e la Calabria con 22. Dal Mose di Venezia ad alcuni cantieri dell'Alta velocità, dai Grandi eventi alle ricostruzioni post terremoto, dalla gestione dei rifiuti all'enogastronomia e alle rinnovabili, il fenomeno è purtroppo nazionale.



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