Aziende e regioni

Quei Bersagli esempio di benchmark e di trasparenza per tutta la Pa

di Sabina Nuti (responsabile MeS Sant’Anna)

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24 Esclusivo per Sanità24

Siamo nuovamente giunti all’appuntamento annuale dei bersagli della Scuola superiore Sant'Anna per la valutazione della performance basati sul benchmarking interregionale e infraregionale. Dieci regioni si confrontano e quest'anno altre quattro sono in via di sperimentazione del metodo. Quest'anno però le regioni sono state ancora più tempestive, riuscendo ad anticipare la pubblicazione dei risultati 2014 di un mese rispetto all'anno passato. E un mese è molto in termini gestionali, permette alla programmazione di agire e rivedere priorità ed obiettivi, permette di legare sempre di più la misurazione dei risultati ai processi decisionali.
In un periodo in cui spesso le regioni sono messe in discussione, la scelta di queste quattordici regioni, al di là del loro colore politico, di aderire al network e lavorare in rete, di mettersi in gioco per calcolare con modalità condivise ben 160 indicatori, di essere capaci di definire insieme obiettivi stringenti e sfidanti e di pubblicare i dati su web, dimostra che queste istituzioni possono essere d'esempio e best practice rispetto a molte altre amministrazioni pubbliche in Italia che ancora non sono in grado di render conto del loro operato ai cittadini in termini quantitativi.
In molti a livello nazionale e internazionale, per migliorare la qualità dei servizi erogati, propongono un cambiamento di approccio che permetta da un lato di superare la logica dei livelli assistenziali legati ai diversi setting assistenziali (prevenzione, ospedale e territorio) a favore di una prospettiva sistemica e di rete dei servizi, dall'altro di promuovere la “population based medicine”, ossia attivare un processo di responsabilizzazione dei professionisti sanitari non solo nei confronti dei propri pazienti ma della popolazione che sono chiamati a servire in un sistema di sanità pubblica. In questa prospettiva i risultati del sistema di valutazione del network delle regioni offrono un'occasione preziosa ai clinici e managers per confrontarsi e per riflettere sulle determinanti della variabilità evitabile, così significativa nella maggior parte dei parametri misurati.
Rimane certamente il problema aperto di quante risorse pubbliche vengono destinate alla sanità e se sono sufficienti a far fronte alla crescita esponenziale dei bisogni della popolazione in una fase di crisi economica, ma questa decisione non è di pertinenza dei tecnici e degli studiosi di management. A questi spetta il compito di verificare sistematicamente il valore aggiunto creato a favore dei cittadini per ogni euro speso e individuare gli ambiti in cui si registra una variabilità evitabile, che non risponde a bisogni differenziali degli utenti ma dipende da scelte organizzative e allocative che determinano disuguaglianze e livelli di assistenza differenti sul territorio. Su questo terreno il sistema di valutazione del network delle regioni vuole e può dare il suo contributo perchè su questi ambiti, evidenziabili solo mediante il confronto, le tecnostrutture regionali e aziendali possono lavorare, possono attivare un processo di discussione e confronto con tutti i professionisti sanitari coinvolti nei percorsi assistenziali. Non si tratta quindi di fare pagelle o graduatorie, deleterie per il nostro sistema sanitario nazionale, ma di condividere un sistema che permetta di evidenziare punti di forza da cui apprendere e punti di debolezza su cui intervenire. Chi è sul campo e si impegna ogni giorno a trovare la migliore soluzione possibile ai problemi dei pazienti con le risorse disponibili non ha bisogno del ranking ma vuole idee ed evidenze che permettano di ridiscutere l'assetto stesso delle risorse, per individuare quei cambiamenti nella pratica clinica e nei processi organizzativi aziendali che possono fare la differenza nella qualità dei servizi. Il sistema di misurazione dei risultati del network delle regioni, con le fasce di valutazione, la rappresentazione semplice della performance nei bersagli, le mappe e tutti gli strumenti manageriali ad esso collegati, questo si propone, in un processo continuo dove la ricerca scientifica in ambito manageriale si integra con l'esperienza e le competenze delle tecnostrutture regionali.


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