Aziende e regioni

Il Veneto recepisce la manovra sui tagli. Coletto: «Intatti i Lea ma le misure su B&S e dispositivi sono ingiuste»

In Veneto il dado è tratto: la Regione ha recepito con delibera la manovra sui tagli alla Sanità, inserita nel Dl Enti locali dopo un lungo braccio di ferro con il Governo, che di fatto l’aveva imposta chiedendo nella legge di Stabilità 2015 il “sacrificio” di 4 miliardi.

Messi in salvo i Lea garantiti ai cittadini, l’assessore Luca Coletto non risparmia bordate all’Esecutivo, che avrebbe imposto «tagli vergognosamente orizzontali e decisi senza il minimo riferimento ai criteri e ai costi standard». Tagli che oltre a incidere pesantemente su B&S e dispositivi medici, sarebbero responsabili della sforbiciata sulle prestazioni extra Lea che fino a oggi la Regione poteva garantire. «Non abbiamo nemmeno sfiorato nessuna delle centinaia di prestazioni inserite nei Livelli essenziali di assistenza. Un miracolo, con il quale rispondiamo ai tagli orizzontali imposti dal Governo nazionale, che ha perso la faccia, e insegniamo a Roma e agli spreconi come si fa - attacca Coletto -. Le prestazioni ai pazienti sono salve ma la manovra alla quale Renzi ci costringe è comunque profondamente ingiusta. Ad esempio dovremo intervenire sugli acquisti di beni e servizi e su quello dei dispositivi medici puntando ad una riduzione di spesa del 5%, come imposto dalla legge nazionale, ma è una follia chiedere altri risparmi in questo settore a una Regione che si è già spinta molto avanti sulla strada dell’efficientamento, implementando gli acquisti centralizzati e con il lavoro di selezione della Crite (Commissione regionale per l’investimento in tecnologia e edilizia). Tutto questo – ammonisce Coletto – senza contare il probabile insorgere di lunghi e costosi contenziosi con gli operatori privati. Ci hanno voluto mettere in croce, ma ce la caveremo».

Le misure in campo. «L’efficientamento della spesa per il personale – incalza Coletto – è in atto in Veneto già da tempo, e comunque si potrà agire solo marginalmente sui costi dirigenziali, ma null'altro su tutto il resto». La spesa per l’assistenza specialistica ambulatoriale dovrà essere contratta dell’1% per il 2015. «A questo proposito – dice Coletto – siamo stati attentissimi e i nostri report ci dicono che la cifra prevista in riduzione è sostenibile. Peraltro abbiamo disposto che in ogni azienda sanitaria pubblica si preveda l’apertura al pubblico di un punto prelievi tutti i giorni della settimana, comprese le festività».
Da rivedere anche i canoni dei project financing, mentre si è deciso di vietare alle Ullss ogni tipo di investimento privo di copertura finanziaria specifica con risorse derivate da quelle per i Lea.
Dal primo ottobre, «e questa è una nota dolente della quale il Governo tagliatore dovrebbe vergognarsi», dice Coletto, bisognerà invece rivedere tutto il sistema dell’erogazione delle prestazioni extra Lea. Con successivo provvedimento – spiega l’assessore – definiremo comunque nuove modalità di assistenza in favore dei mutilati e invalidi di guerra, per cause di guerra e per servizio».
«Per alcune prestazioni di Medicina fisica e riabilitativa – aggiunge Coletto – abbiamo deciso di non fare un taglio orizzontale e totale, come ci veniva chiesto da Roma, ma abbiamo indicato un tetto massimo per alcune di esse, che consente di garantire comunque una cura degna di questo nome». Per le prestazioni considerate sarà prescrivibile un solo ciclo di terapia l’anno con prescrizione rilasciata esclusivamente dallo specialista fisiatra della struttura pubblica.

«Nel dover approvare questa delibera, dopo mesi e mesi di battaglia senza limiti a tutti i tavoli romani, soli o quasi - conclude Coletto – ci è venuta l’orticaria per l’ingiustizia e l’arroganza dell’imposizione arrivata da Roma, ma alla fine ciò per cui abbiamo combattuto l’abbiamo ottenuto: niente tagli alle cure davvero necessarie alla gente. Renzi è avvisato: sarà l’ultima volta. Alla prossima anche un sistema capace di dare qualità e quantità rischierà di dover iniziare il cammino verso la Grecia, dove l’approccio trasversale, insensato e ragionieristico di un governo incapace di capire le vere necessità del suo Popolo porterà tutta la sanità italiana».


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