Aziende e regioni

Classifica Lea 2014: Toscana ancora prima, Calabria ultima. Molte Regioni contestano. Ecco i dati «sub iudice»

di Ernesto Diffidenti

ANTICIPAZIONE. Di sicuro c’è solo una cosa. Che la Toscana è prima. Ma sulla classifica di qualità dei Lea 2014, quella che misura i livelli dell’assistenza sanitaria negli ambienti di vita e di lavoro, sul territorio e negli ospedali, c’è una disputa in corso. Molte regioni, infatti, hanno contestato alcuni dei giudizi emersi nella riunione del «Tavolo degli adempimenti». Il ministero della Salute, dunque, ha preso tempo riservandosi la facoltà di elaborare la nuova classifica entro metà dicembre quando saranno stati fatti tutti i riscontri. Ma il risultato provvisorio esiste ma, ovviamente, è sub iudice.

In un quadro di netto miglioramento rispetto ai dati del 2013 (pubblicati oggi dal ministero e rilanciati dalla stampa), nel 2014 è ancora la Toscana a conquistare la vetta della classifica Lea. Lo fece anche l’anno scorso con la guida dell’assessore alla Salute, Luigi Marroni. «Ringrazio di cuore tutti gli operatori della sanità - commenta il presidente Enrico Rossi - : infermieri, medici, tecnici, e tutti coloro che lavorano con impegno e dedizione nel grande servizio sanitario della Regione. Dobbiamo fare ancora meglio, e per questo attuare in tempi rapidi la riforma che abbiamo prospettato».

La Toscana nel 2014 ha ottenuto un punteggio di 217 su 225, di tre punti superiore a quello dell'anno precedente, quando risultò prima con un punteggio di 214, «il più alto mai ottenuto finora da una Regione». Ma è tutto il podio a rimanere inalterato secondo la classifica non ufficiale: la medaglia d’argento, infatti, è stata conquistata dall’Emilia Romagna con 204 punti (gli stessi dello scorso anno) e quella di bronzo dal Piemonte che scende da 201 a 194 punti.

Migliora l’efficienza delle Regioni
Complessivamente la classifica registra un recupero di efficienza da parte di tutte le Regioni che hanno visto crescere le performance. E’ il caso della Liguria, in particolare, salita da sesto al quarto posto, della Lombardia dal settimo al quinto ma anche delle Puglia salita dal penultimo al dodicesimo posto e della Basilicata che entra nella top ten piazzandosi in ottava posizione. La Campania, ultima nel 2013, lascia la maglia nera alla Calabria.

«Il punteggio Lea, che anche quest'anno vede la Toscana prima nella classifica delle Regioni - è il commento di Stefania Saccardi, assessore al Diritto alla salute - è la conferma di quanto sappiamo: pur con tutti i limiti e le difficoltà, il nostro è un sistema che garantisce la migliore risposta ai bisogni delle persone. La classifica Lea del ministero della Salute certifica l'alto livello di qualità dei nostri servizi. Voglio ricordare che, al di là di questo primato, la Toscana destina oltre 100 milioni di euro a servizi extra Lea, per offrire prestazioni ancor più di qualità e rispondere a bisogni a cui le altre Regioni non rispondono».

Il commento del presidente Fiaso
Per Francesco Ripa di Meana, presidente Fiaso, «il fatto che in termini di punteggio soltanto poche Regioni (Piemonte, Veneto, Umbria e Calabria, ndr) abbiano fatto un passo indietro nell'adempimento dei Lea dimostra che, grazie al radicamento delle azioni di miglioramento nelle aziende,il sistema ha continuato fino ad oggi a funzionare, nonostante i tagli. Anche se ora inizia a tossire. Abbiamo razionalizzato accorpando i reparti, chiudendo le maternità a rischio, creando servizi integrati tra le aziende, senza smettere di investire in innovazione, anche se a ritmo più ridotto. Ma usare la sanità come un bancomat è un rischio, perché si preleva oggi senza vedere gli effetti devastanti a medio periodo».

Come funziona la «griglia» Lea
I Lea (Livelli essenziali di assistenza) sono le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale deve garantire a tutti i cittadini, con le risorse pubbliche, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket). Per monitorare l'erogazione dei Lea, in condizioni di appropriatezza ed efficienza e compatibilmente con le risorse disponibili, presso il Ministero della salute è stato istituito il “Comitato permanente per la verifica dell'erogazione dei Livelli essenziali di assistenza”.
Ogni anno il Comitato predispone un questionario per la valutazione del raggiungimento degli adempimenti. E' la cosiddetta Griglia Lea: 31 indicatori (dall'assistenza ospedaliera alle liste di attesa, dal controllo della spesa farmaceutica ai dispositivi medici) raggruppati in tre grandi aree: assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro (vaccinazioni, screening, prevenzione nei luoghi di lavoro, tutela degli alimenti, sanità veterinaria, ecc.); assistenza distrettuale (assistenza farmaceutica, specialistica e diagnostica ambulatoriale, servizi domiciliari ad anziani e malati gravi, consultori, strutture residenziali e semiresidenziali); assistenza ospedaliera, valutata in base al tasso di ricovero e sulla base di una serie di indicatori di appropriatezza. Ognuno dei 31 indicatori previsti dalla Griglia Lea ha una valutazione che va da -1 al punteggio massimo di 9.

La classifica del 2013

La vecchia classifica del 2013 pubblicata oggi sul sito del ministero della Salute prende in esame 16 Regioni: 9 sono risultate «adempienti» in base ai parametri della cosiddetta griglia Lea (Toscana, Emilia Romagna, Piemonte, Marche, Veneto, Lombardia, Liguria, Umbria, Sicilia) mentre le rimanenti sette (Abruzzo, Lazio, Basilicata, Molise, Calabria, Campania, Puglia) sono state promosse solo su alcuni indicatori. Un quadro complessivo a fronte del quale il ministero sottolinea la «necessità di monitorare il mantenimento dell'erogazione dei Lea per tutte le Regioni italiane». Nel 2013, inoltre, il ministero della Salute aveva registrato meno ricoveri nelle Regioni ma ancora troppi parti cesarei ed un calo delle vaccinazioni sia tra i bambini che tra gli anziani.


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