Aziende e regioni

49° Rapporto Censis, vaccini: l’informazione in rete accresce la diffidenza

di Ernesto Diffidenti

Ciò a cui stiamo assistendo è una vera e propria trasformazione del paradigma culturale della vaccinazione, in cui la dimensione della obbligatorietà risulta ampiamente ridimensionata». Nel consueto rapporto annuale il Censis analizza anche i dati sulle vaccinazioni. La copertura « rimane elevata», ma i dati del ministero della Salute rivelano una lenta ma costante diminuzione negli ultimi anni, sia relativamente alle vaccinazioni obbligatorie in età pediatrica che a quelle raccomandate. Per il Censis una copertura al di sotto del 95%, già presente in non poche regioni, «viene già considerata a rischio rispetto all’efficacia della immunizzazione su tutta la popolazione, quell’“immunità di gregge” che garantisce effetti di protezione dalla malattia».

Alcune ricerche realizzate dal Censis nel 2014 e nel 2015 interpellando direttamente genitori italiani fino a 55 anni con figli da 0 a 15 anni (arco temporale a cui fanno riferimento i principali calendari di vaccinazione) mettono in luce che il livello di informazione sulle vaccinazioni mostrato dai genitori appare solo apparentemente elevato. «Si tratta di una informazione superficiale e incerta - sottolinea il rapporto - che gli stessi genitori non sempre giudicano soddisfacente e che è per di più soggetta a una certa variabilità di tipo territoriale (il 30,4% avrebbe voluto saperne di più e la quota sfiora il 40% al Sud)». Nonostante i genitori siano nella più larga percentuale informati sulle vaccinazioni dai loro pediatri (54,8%), per il Censis «l’accesso alle informazioni attraverso le potenzialità infinite della rete rappresenta uno degli elementi in grado di impattare in modo più dirompente sui nuovi atteggiamenti culturali nei confronti della vaccinazione, dal momento che i genitori tendono a cercare informazioni sul web per decidere se vaccinare o meno i figli (lo fa il 42,8% dei genitori internauti) e in quasi la metà dei casi si trovano a leggere sui social network articoli sulla vaccinazione».

Si tratta di informazioni sui vaccini differenziate in base al canale utilizzato in rete: quelle rintracciate su siti istituzionali e scientifici sono infatti giudicate maggiormente come positive, mentre rispetto a quelle presenti su social network, forum e blog il campione si divide, con il 40% che ammette che sono negative e il 38% positive. Nei fatti, quasi l’80% ammette di aver trovato informazioni di tipo negativo navigando in internet.

Anche il livello di fiducia dei genitori nelle vaccinazioni appare abbastanza articolato. «A fronte della quota più elevata (35,7%) che ha una posizione apertamente favorevole alle vaccinazioni (pensa che siano utili e sicure) - sottolinea il rapporto - una percentuale di poco inferiore (32,3%) si esprime a favore solo di quelle obbligatorie e gratuite, dando un peso importante alla garanzia fornita dal Ssn; è ristretta la minoranza di chi esprime decisamente una posizione contraria, mentre un genitore su quattro afferma di decidere di volta in volta».


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