Aziende e regioni

La Sardegna aumenta l’Irpef per sanare la Sanità

Circa 7,4 miliardi di euro di investimenti per sostenere la ripresa della Sardegna e un Pil stimato in crescita dell’1%, nel 2016. È il succo della Finanziaria regionale 2016 presentata dal presidente della Sardegna Francesco Pigliaru e dall’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci. «Una manovra decisiva per la legislatura e per la Sardegna, con risorse importanti che serviranno a mettere in sicurezza e a riformare la Sanità e a sostenere lo sviluppo della Sardegna - ha affermato il governatore -. Il tutto in un momento in cui è cruciale rinforzare i segnali positivi che nel 2015 hanno caratterizzato l’economia isolana, con più crescita, più lavoro, meno disoccupazione».

Un capitolo a parte è rappresentato dalla Sanità alla quale, includendo le politiche sociali, verranno destinati 3 miliardi e 687 milioni di euro, risorse quasi interamente provenienti dal bilancio regionale a cui si aggiungono 57 milioni di fondi Fsc per investimenti nella rete ospedaliera. Alla Sanità sarda vengono destinati 350 milioni in più rispetto al 2015 per affiancare il piano di risanamento approvato in dicembre dalla Giunta. Oltre a spending review e aumento di entrate grazie al miglioramento del ciclo economico, per risanare la Sanità - i cui conti sono stati lasciati senza controllo dalla precedente legislatura (oltre 400 milioni di debito all'anno) - viene chiesto un sacrificio temporaneo a imprese e cittadini più abbienti. Viene dunque abolita l'aliquota Irpef unica (1,23% per tutti) e sono introdotte fasce di pagamento progressive in base al reddito e in nome di una reale equità e giustizia sociale, che in base a principi universalmente accettati fissa contributi progressivamente maggiori per i redditi più alti. Per sostenere il risanamento della Sanità vengono dunque temporaneamente aumentate le aliquote per i redditi dai 30mila euro in su, mentre si abbassano per tutti gli altri. Un meccanismo che comporterà la diminuzione delle tasse per la maggior parte dei cittadini sardi.


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