Aziende e regioni

Piemonte, giudizio di parifica della Corte dei Conti per il 2015: il disavanzo supera i 7,2 mld (spesa sanitaria a 8,5 mld)

di Emiliano Calabrese

«È difficile comprendere come nel corso degli anni sia maturato un disavanzo “nascosto”, che, in base alle risultanze del rendiconto dell'esercizio 2015 ha concorso a formare il complessivo disavanzo dell'ente che è pari ad euro 7,26 mld, vale a dire oltre la metà delle spese che ogni anno sostiene la Regione». Sono queste le prime parole, pesanti come macigni, pronunciate dal Procuratore regionale Giancarlo Astegiano nel corso del suo intervento di presentazione del giudizio di parificazione del rendiconto generale della Regione Piemonte per l'esercizio finanziario 2015.

«Per molti anni – ha proseguito il procuratore - la Regione ha speso molto di più di quanto avrebbe potuto in base alle sue entrate e questo è avvenuto in modo extracontabile, con la formazione di elevati debiti fuori bilancio». C'è da dire che il disavanzo non è stato solo conseguenza di sprechi e inefficienze bensì di politiche finalizzate ad assicurare servizi ai cittadini sebbene «utilizzando metodi contabili discutibili e inaccettabili». La conseguenza di tutto ciò è un forte vincolo per le generazioni future in quanto «per i prossimi trenta anni elevate risorse dovranno essere utilizzate per il pagamento dei debiti pregressi».

La spesa sanitaria
Il magistrato istruttore Adriano Gribaudo, nella sua relazione rispetto alla gestione del settore sanitario, ha messo in evidenza come sebbene la spesa sanitaria del 2015, pari a 8,595 miliardi secondo la rielaborazione della Sezione, sia inferiore rispetto al 2014, l'incidenza del settore sul complesso dell'attività regionale è salita all'81% del totale.
Ma, come dire, le buone notizie per l'assessorato guidato da Antonio Saitta finiscono qui in quanto la relazione riporta anche una serie di critiche. Nel documento dei magistrati contabili piemontesi si legge come «sebbene l'esercizio 2015 sarebbe dovuto essere quello conclusivo dei programmi operativi 2013 - 2015 (DGR 30 dicembre 2013 n. 25-6992) l'attuazione degli stessi non è stata completamente realizzata con alcuni interventi in ritardo, altri non raggiunti e tra questi alcuni sono da riprogrammare».

Inoltre, vi sono problemi anche rispetto alle prestazioni effettuate dalle strutture private accreditate perché «sono state accertate irregolarità sia nella fase del rilascio dell'autorizzazione-accreditamento delle strutture sanitarie che nelle attività di controllo successive». Difficoltà si riscontrano anche in ambito programmatorio dal momento che i bilanci di previsione delle Aziende sono strati adottati in ritardo rispetto a quanto previsto dal D.lgs 118/2011 (qui occorre ricordare che l'accordo sul riparto del Fsn 2015, a livello nazionale, è giunto solamente a dicembre).

Insomma, sebbene non vada dimenticato che la Giunta Chiamparino è subentrata alla gestione Cota nel giugno del 2014 e che comunque il Piemonte, da almeno un paio d'anni, è tra le prime tre regioni rispetto all'erogazione dei livelli essenziali di assistenza (Lea), il giudizio di oggi fa capire che il sistema sanitario piemontese ha ampi margini di miglioramento che vanno perseguiti per il bene dei suoi cittadini.


© RIPRODUZIONE RISERVATA