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Tumore alla prostata: l’Inrca di Ancona scommette sugli ultrasuoni ad alta precisione

di Fabrizia Lattanzio (direttore scientifico, Irccs Inrca) Marco Dellabella (direttore Unità operativa Urologia Irccs Inrca)

L'Unità operativa di urologia dell'Irccs Inrca - Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico per Anziani - di Ancona è la prima in Italia a dotarsi dell'apparecchiatura di ultima generazione “Focal One”, che include una sonda robotizzata per il trattamento localizzato del cancro alla prostata con tecnologia Hifu (High Intensive Focused Ultrasound) a ultrasuoni ad alta intensità. Da alcuni anni gli ultrasuoni vengono impiegati con successo nella cura dei carcinomi, come alternativa alla chirurgia e alla radioterapia. Nel caso specifico della neoplasia prostatica si tratta di un approccio a metà tra protocolli di sorveglianza attiva, che comportano alti livelli di stress per il paziente a causa dei numerosi controlli nel tempo, e interventi più pesanti, come l'asportazione totale della ghiandola. La tecnica, di comprovata efficacia, consiste nel provocare un aumento di temperatura nell'area fino alla neutralizzazione delle cellule malate. Finora però si registravano dei limiti dovuti alla variabilità e validità del mappaggio dei tessuti. Di recente, notevoli passi avanti nella diagnosi e trattamento dei tumori sono stati fatti con l'introduzione della “fusion imaging”, ovvero l'integrazione delle immagini ottenute dalla Risonanza magnetica con quelle dell'ecografia a tre dimensioni.
La nuova apparecchiatura rappresenta un'evoluzione rispetto alle tecniche chirurgiche tradizionali nel trattamento del carcinoma prostatico, perché l'unica in commercio dotata di un sofisticato sistema di puntamento che permette di colpire solamente la sede del tumore (terapia focale), salvaguardando le cellule sane. Si avvale di un software specifico per la fusione in tempo reale delle immagini dell'ecografia 3D, rilevate dalla sonda ad una frequenza esclusiva di 7.5 MHz, con quelle della Risonanza magnetica multiparametrica. Queste ultime possono essere presenti negli archivi elettronici dell'ospedale o importate tramite supporto mobile, come una pen drive. Il sistema garantisce così una straordinaria accuratezza di intervento, che si contraddistingue per essere minimamente invasivo. La sonda robotica opera minuscole incisioni cilindriche, in gergo “sigari”, del diametro di 1.7 mm e lunghe 5, le più piccole consentite dalla tecnologia attuale. Permette inoltre di pianificare direttamente dal monitor le aree su cui intervenire, tramite la semplice selezione con il mouse. Notevoli sono i vantaggi della terapia focale, dal punto di vista sia della qualità di vita del paziente, sia del contenimento dei costi del sistema sanitario. I tempi di degenza sono brevissimi, dalle 24 alle 72 ore, e vengono minimizzati alcuni degli effetti collaterali più comuni.
Già oggi, più dell'85% dei pazienti sottoposti a terapia Hifu non presenta una ripresa della malattia e solo il 10% deve essere rioperato. La totalità non ha problemi di incontinenza o di potenza erettile a distanza di un anno dal trattamento. Risultati destinati a migliorare, grazie alle possibilità di puntamento ottimale offerte dalla nuova generazione di macchine Hifu.
Del valore di 1 milione e 155 mila euro, l'acquisto è stato finanziato dal Ministero della Salute per un importo pari a 400 mila euro, mentre Regione Marche e Fondazione Cariverona hanno contribuito con 200 mila euro ciascuno. L'apparecchiatura, facilmente trasportabile, rende la metodica attuabile in tutti i centri ospedalieri delle Marche. Anticipa così il concetto di trasferibilità e condivisione delle attrezzature ‘pesanti' all'interno del Sistema sanitario regionale. Un'eccellenza sanitaria unica in Italia e rara in Europa, dove è presente solo in Francia, Germania, Svizzera e Polonia.
L'acquisizione rientra nell'ambito di un progetto ministeriale e regionale per la prevenzione e cura dei tumori, che colloca l'Inrca al centro di un programma di collaborazione tra le unità urologiche del territorio, volto a potenziare le opzioni di cura e di screening con l'adozione di un protocollo clinico condiviso. All'interno dell'Istituto è stato anche recentemente avviato il Percorso diagnostico-terapeutico assistenziale del carcinoma alla prostata, che si compone di un team polispecialistico formato da urologi, oncologi, radiologi e radioterapisti al fine di elaborare uno schema comune per l'inquadramento diagnostico del tumore, con modelli di trattamento altamente personalizzati.
Ogni anno solo in Italia vengono diagnosticati circa 36 mila nuovi casi di tumore alla prostata, per un totale di 9 mila vittime, che rappresentano l'8% dei decessi per tumore. Nell'uomo la neoplasia prostatica rappresenta circa il 20% di tutte le neoplasie ed è la seconda causa di decesso, dopo quella polmonare, sopra i 50 anni. Interessa prevalentemente gli over 65, ma l'età media dei soggetti si abbassa costantemente.


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