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Una “foresta” in corsia, così al Buzzi di Milano rinasce la Chirurgia pediatrica

In corsia all'ospedale Vittore Buzzi di Milano volano tucani e farfalle. I pinguini scendono lungo i muri col paracadute e le giraffe accolgono i bambini all'ascensore. Nei corridoi e nelle stanze i piccoli sono in buona compagnia di ippopotami, tartarughe, pesci, rane, fenicotteri rosa. È l'aria che tira nel rinnovato Reparto di Chirurgia pediatrica dell'ospedale dei bimbi, inaugurato oggi.
Ambienti e strutture del centro sono stati sottoposti a un restyling grazie all'intervento di Obm (Ospedale dei bambini Milano-Buzzi) onlus, che nel 2016 ha deciso di puntare su umanizzazione degli ambienti e accoglienza: 100mila euro sono stati dedicati alla creazione di un piano dai colori vivaci con televisori, nuovi letti, lettini e comodini. Gli ambienti della Chirurgia pediatrica si sono trasformati in una foresta piena di animali che si rincorrono sulle pareti. Perché, spiegano dall'associazione, «un reparto tanto delicato, con bisogni tanto particolari, richiede attenzioni speciali». Qui nell'Unità operativa complessa diretta da Giovanna Riccipetitoni, prima donna e prima italiana a ricoprire la carica di presidente dell'Eupsa (Associazione europea di chirurgia pediatrica), si viaggia al ritmo di oltre 2.400 interventi l'anno (dei 2.439 eseguiti nel 2015, il 50,3% era su bambini sotto i 3 anni), ai quali si aggiungono gli oltre 400 del Centro angiomi.
«Abbiamo - spiega Riccipetitoni - il maggior volume di attività dell'area metropolitana di Milano e della Rimmi», la Rete interaziendale milanese materno-infantile che punta a «far emergere eccellenze, contenere rindondanze, evidenziare mancanze nell'area, come per esempio l'assenza di letti per l'emergenza psichiatrica in età infantile e adolescenziale o di un'hospice pediatrico», elenca Gian Vincenzo Zuccotti, direttore della Clinica pediatrica, università degli Studi di Milano-ospedale Buzzi. La prossima riunione del comitato guida è prevista per il 21 settembre, per definire tavoli e programmi.

L'operazione sul reparto di Obm onlus (studio e realizzazione del progetto sono di 02Arch di Milano), che utilizza fondi raccolti da privati e aziende, punta a rendere l'ospedale più accogliente e amico in un periodo traumatico della vita dei piccoli e dei loro genitori. «Qui operiamo pazienti complessi, il 30% sono urgenze», continua Riccipetitoni.
Tanti i progetti in cantiere. Ma il sogno a cui la specialista tiene particolarmente è quello di «dar vita a un Centro di chirurgia robotica con elevate competenze pediatriche. Il Gaslini ha avviato un'iniziativa simile. A Milano manca. Sarebbe un centro aperto ai colleghi di altre strutture, che guarda al futuro della chirurgia - e dell'accesso unico transombelicale - e ai benefici che si potrebbero trarre per alcune procedure, per esempio sul colon, sul piccolo bacino, in alcuni casi sul torace, e sul giunto esofago-gastrico. Ma anche per la chirurgia oncologica mininvasiva», elenca l'esperta. Un sogno che va pianificato con cura, per via degli alti costi iniziali. Servirebbero oltre 2 milioni per dotarsi di un 'robot chirurgo' di ultimissima generazione. «La scelta del noleggio consentirebbe di limitarli, e si potrebbe fare una prova di 6 mesi per renderci conto dei reali vantaggi di un'esperienza simile e della sostenibilità che riteniamo sia possibile».
Oggi sotto i ferri dei camici verdi dell'ospedale di via Castelvetro finiscono anche bimbi che pesano meno di 500 grammi. «Ci vuole personale specializzato, per questo stiamo puntando molto sulla nostra squadra». Da un lato “i muri”, dall'altro il fattore umano. «Il programma - spiega il Dg Alessandro Visconti - è anche quello di attrarre cervelli». È prevista una “campagna acquisti” che potrebbe portare nella struttura tre super esperti da fuori regione, dagli Usa e dall'Inghilterra.


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