Aziende e regioni

Sardegna, ospedali al setaccio del piano Esiti

di Stefano Lucano

Un'azienda ospedaliera in piano di rientro, la riorganizzazione della rete dei presidi che aspetta il via libera del consiglio regionale e alcuni nosocomi, appartenenti alla neo costituita ATS, che il Programma nazionale Esiti (Pne) individua come prossimi ospedali oggetto di piano di efficientamento e riqualificazione.
Sono questi alcuni degli elementi più importanti emersi nel corso del convegno che si è tenuto quest'oggi presso l'Aula Magna della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli studi di Cagliari. I dati 2016 della regione Sardegna (riferiti alle SDO 2015), presentati dal direttore scientifico PNE Marina Davoli, certificano un miglioramento complessivo delle prestazioni rispetto agli anni precedenti, ma ancora molto c'è da fare sia per ottenere valori in media con quelli nazionali che per diminuire la grande variabilità nella qualità delle prestazioni che si riscontra nei singoli territori.
Tra le prestazioni prese ad esempio c'è quella dei parti cesari primari che sull'isola (29,1%) sono al di sopra della media nazionale (25,1%). Anche in questo caso la variabilità è un elemento centrale con strutture che superano il 40% ed altre decisamente sotto la media come nel caso dell'ospedale di Oristano (22,45%).
Non cambia la sostanza anche rispetto alle fratture di femore operate entro due giorni dove, rispetto alla media nazionale (circa il 50%) di tutti i casi trattati, vi sono aree della regione con una percentuale di intervento decisamente migliorabilie (Nuoro 30% - Cagliari 33%) ed altre, ancora Oristano (73,80%), ben oltre il benchmark di riferimento.

Al termine del convegno c'è stato il tempo per un giro di tavolo, che ha visto coinvolti anche i direttori generali delle aziende sanitarie regionali, condotto dall'assessore igiene, sanità e servizi sociali della regione Luigi Arru, dal quale sono emersi spunti interessanti. È il caso del Dg dell'ATS, Fulvio Moirano, che ha segnalato come molti dei presidi ospedalieri appartenenti all'azienda, non solo saranno sottoposti a piano di efficientamento e riqualificazione – avendo volumi ed esiti da migliorare -, ma presentano un piano dei conti difficilmente sanabile in un arco temporale breve. Molti di essi, infatti, denotano una spesa per costi diretti (personale, farmaci, presidi medico-chirurgici) che da soli superano di gran lunga il finanziamento per funzioni massimo consentito rispetto alla produzione di attività. Inefficienze - ha proseguito l'ex direttore Agenas - che se superate potrebbero essere reinvestite per lo sviluppo delle politiche territoriali.
Dinamiche di efficientamento sono state trattate anche dal direttore dell'AOU di Sassari, Antonio D'urso, che ha ricordato come molte delle iniziative per adempiere agli obblighi previsti dalla legge (vedi Finanziaria 2016) non sempre si possono effettuare a costo zero. Un esempio su tutti l'adeguamento tecnologico infrastrutturale aspetto indispensabile per il miglioramento di determinate prestazioni.
Da segnalare, infine, tra i vari interventi quello del presidente della commissione regionale della sanità (Raimondo Perra), che si è impegnato ha portare in aula in tempi brevi la proposta della giunta rispetto alla riorganizzazione della rete ospedaliera della giunta (DGR 2 febbraio 2016 n. 6/15). Si tratta di un'operazione che potrebbe liberare risorse per investimenti pari a circa 250 milioni di euro attualmente bloccati dalla direzione programmazione sanitaria del ministero, proprio per la mancata approvazione della rete. Vale la pena ricordare che il decreto ministeriale 2 aprile 2015 n. 70 indicava in 3 mesi il tempo necessario a disposizione delle regioni per l'adeguamento degli standard. Dalla data dell'approvazione del decreto ne sono trascorsi quasi 24.
I prossimi mesi saranno determinanti in quanto diverranno operativi i vari piani e sarà quindi interessante leggere i report che periodicamente le singole aziende dovranno presentare rispetto alle attività implementate.


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