Aziende e regioni

Puglia, un voucher per i nuovi posti letto nelle Rssa

di Vincenzo Rutigliano

Si ricorrerà ai voucher per gestire gli 800 nuovi posti letto per l’assistenza socio-sanitaria, infermieristica e riabilitativa che nasceranno nelle Rssa pugliesi per effetto della nuova legge quadro sugli accreditamenti della sanità privata. Grazie ai voucher i pazienti, o le loro famiglie, potranno scegliere la struttura più adeguata per le cure necessarie, provocando così un effetto-concorrenza destinato a evitare monopoli.

Questo voucher è la novità di maggiore rilievo contenuta nel Ddl approvato, all’unanimità, dal consiglio regionale, avrà carattere sperimentale, per il biennio 2017-2018, e a regolarlo sarà un regolamento che la giunta regionale si darà entro questa estate.

Saranno poi le Aziende sanitarie locali a contrattualizzare le strutture in possesso dei requisiti utili per soddisfare la domanda che sarà determinata dal regolamento.

Questo nuovo strumento dovrebbe avere un impatto annuo, sulle casse regionali, di circa 4 milioni calcolando il costo di euro 5.000 a voucher per gli 800 posti letto destinati, vista la natura lunga delle prestazioni riabilitative da assicurare, ad altrettanti pazienti.

Con la nuova legge vengono così colmate alcune lacune interpretative ed applicative riguardanti la competenza; vengono definite le procedure autorizzative e di accreditamento e stabiliti limiti alla trasferibilità della titolarità dell’autorizzazione all’esercizio e accreditamento, sicché gli accreditamenti non si potranno trasportare da un luogo all’altro in Regione, ma realizzarsi nell’ambito della stessa Asl per non alterare l’offerta di quel servizio in quel determinato territorio.

Nuove regole anche per la verifica periodica dei requisiti minimi, sulla cui permanenza e sull’assenza di cause di decadenza dall’autorizzazione all’esercizio, vigilano gli organi competenti.

Il legale rappresentante del soggetto autorizzato ha poi l’obbligo di comunicare, pena sanzione pecuniaria, la perdita dei requisiti minimi previsti dal regolamento regionale o l’instaurarsi delle cause di decadenza dall’autorizzazione all’esercizio.

Obbligatoria anche la comunicazione dell’eventuale stato di crisi occupazionale e il ricorso a forme di ammortizzatori sociali, con la relazione dello stato di crisi e delle misure da adottarsi. Riguardo poi alle autorizzazioni vengono individuate meglio le tipologie di strutture sottoposte anche ad autorizzazione alla realizzazione (oltre che ad autorizzazione all’esercizio), e per l’accreditamento istituzionale di strutture già autorizzate all’esercizio dell’attività sanitaria, occorrerà presentare l’istanza alla regione.

Per le strutture che, alla data di pubblicazione della legge, siano già in possesso della verifica del fabbisogno territoriale e dell’autorizzazione regionale all’esercizio, l’accreditamento è subordinato ad apposita richiesta e all’esito positivo dell’istruttoria.

L’accreditamento ottenuto è però revocabile se si accerta il non rispetto degli obblighi retributivi e contributivi.

Quanto ai controlli sulle nuove strutture i requisiti vanno verificati entro 5 anni. Altra novità la previsione secondo cui anche gli studi odontoiatrici devono essere autorizzati, mentre quelli che effettuano trattamenti chirurgici avranno altri due anni per regolarizzarsi.

Vincenzo Rutigliano

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