Aziende e regioni

Fondi per la Sanità, il Veneto (ri)lancia l’allarme. Coletto: «Tagli occulti sui Lea»

«Nel disastro dei fondi sanitari, che sta portando l'Italia sotto la soglia del 6,5% del Pil da dedicare alla spesa sanitaria indicata dall’Oms come limite sotto il quale cala l'aspettativa di salute della gente, ci sono anche tagli che definirei occulti. Va anche peggio di quanto dicono i puri conti». Con queste parole, l’assessore alla Sanità del Veneto interviene rispetto all’allarme sui tagli nazionali alla sanità, lanciato dal Presidente della Regione Zaia.
«Il primo grave taglio occulto - aggiunge l’assessore - riguarda i nuovi Livelli essenziali di assistenza: il loro costo è stato quantificato dallo Stato in 800 milioni, ma quello reale è pari a due miliardi almeno. Una differenza che tocca alle Regioni coprire. Il Veneto l’ha fatto, ma solo a noi l'applicazione dei nuovi Lea è costata 160 milioni di spesa in più».
«Che dire poi delle specialità mediche? - incalza il responsabile della sanità veneta -. In Italia si laureano circa diecimila medici l'anno, ma il ministero dell'Università e Ricerca finanzia solo seimila specializzazioni, con i risultato che ci mancano medici, li andiamo a prendere in giro per il mondo, e i nostri ragazzi rimangono tagliati fuori. Si spende per formare i giovani, ma poi non li si specializza. Che senso ha? Non è forse anche questo una sorta di taglio? Minimo si tratta di soldi spesi male, che è anche peggio, perché si chiama spreco».
«Occulto – aggiunge l’assessore – fu anche il taglio del 2016. Allora Renzi spacciò i 111 miliardi del Fondo come un aumento di un miliardo rispetto al 2015. In realtà era un taglio di due miliardi rispetto alle previsioni del Patto Nazionale per la Salute, una legge dello Stato. “Le situazioni difficili le abbiamo finora affrontate – conclude Coletto – ma ora finirà che ci chiederanno i miracoli che, notoriamente, sono competenza di altri, non di una Regione, per quanto virtuosa come il Veneto».


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