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Lazio, al via la campagna per la cura dell’epatite C

Decolla la campagna della Regione Lazio per la cura dell’epatite C promossa dalla Giunta in collaborazione con le associazioni dei pazienti, con i professionisti della sanità e con le principali strutture sanitarie e ospedaliere impegnate a combattere la patologia. L’iniziativa promossa con lo slogan “Una Regione senza la C” ha preso il via oggi al Policlinico Tor Vergata, che sta realizzando, nel quadro del Programma regionale sulle epatiti, una sperimentazione di test diagnostici sui soggetti a rischio in collaborazione con le unità di strada della Cnca.

«Il Lazio oggi è tornato a essere una Regione leader nell’ambito della qualità delle cure - ha detto il presidente, Nicola Zingaretti - con i conti in ordine e ha finalmente inaugurato una nuova stagione di ricostruzione di un modello trasparente e all’insegna della legalità.
L’Epatite C è una di quelle malattie che di più è stata investita dall’innovazione che la scienza medica ha prodotto. Su questo abbiamo costruito un Osservatorio regionale, “Una Regione Senza la C”, perché grazie alle nuove cure, grazie alle nostre scelte di sostegno finanziario su queste nuove cure, ma anche grazie a chi si mobilita nei luoghi della Regione questo obiettivo diventa raggiungibile».

La campagna di informazione e di sensibilizzazione prevede la distribuzione capillare di materiale informativo in tutto il territorio del Lazio: 130mila brochure saranno posizionate nelle farmacie, nelle Asl, nelle case della salute insieme a 3mila locandine che saranno presenti negli ambulatori dei medici di famiglia grazie al patrocinio della Fimmg che ha anche supportato l’iniziativa. «Il ruolo del medico di famiglia nell’individuazione dei soggetti a rischio per infezione da Hcv che potrebbero giovarsi di un trattamento con i nuovi farmaci è fondamentale - spiega Alberto Chiriatti, vicepresidente provinciale di Fimmg -: stiamo studiando con i colleghi ospedalieri dei centri specialistici dei percorsi privilegiati che consentano un invio mirato dei soggetti da trattare, evitando liste di attesa e lungaggini burocratiche. In particolare abbiamo iniziato a collaborare con il policlinico Tor Vergata, con l’ospedale Spallanzani e con il Sant’Andrea e nelle prossime settimane, in accordo anche con la regione Lazio, definiremo meglio tali percorsi per consentire al paziente con Epatite C di accedere alla struttura di eccellenza a lui più vicina, nel più breve tempo possibile».

«In Italia – ha spiegato la consigliera Teresa Petrangolini che coordina l’attività dell’Osservatore regionale - si stimano circa 300mila casi diagnosticati ed esiste un numero ancora non ben definito di persone che non sanno di aver contratto l’infezione. Nel Lazio sono 6mila i pazienti in cura con le nuove molecole, grazie ad un investimento pari a 70 milioni di euro per l'acquisto di farmaci contro l’epatite C che colloca la nostra Regione tra le prime per quanto riguarda pazienti assistiti. Ma non vogliamo fermarci qui. Oggi sappiamo che l’Epatite C può essere debellata e a questo fine vogliamo raggiungere gli oltre 20 mila cittadini che sono a rischio di infezione».

L’importanza di mantenere una stretta collaborazione tra istituzioni e territorio è ribadita anche da Massimiliano Conforti, vicepresidente di Epac in rappresentanza delle Associazioni della rete “Senza la C”: «Da quando la riforma del titolo V ha “territorializzato” gli interventi in ambito sanitario chiunque voglia operare efficacemente su temi di salute non può prescindere dal confronto con le Regioni e da una stretta collaborazione con esse. La costituzione in Regione Lazio dell’Osservatorio è un esempio virtuoso che non potrà che favorire politiche sanitarie più efficaci nella lotta all’epatite C».

«“In un progetto di eradicazione dell’infezione da Hcv diventa fondamentale pensare a strategie che prevedano il trattamento di soggetti che fanno uso di droghe per via endovenosa che rappresentano oggi il principale serbatoio dell'infezione. A tal fine - conclude Massimo Andreoni, direttore Uoc Malattie infettive e day hospital Tor Vergata - dai primi giorni di settembre è stata avviata, in collaborazione tra il Policlinico di Tor Vergata e le unità di strada della Cnca, una sperimentazione di test diagnostici sui soggetti a rischio finalizzata al riconoscimento e al trattamento di soggetti infetti da Hcv».


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