Aziende e regioni

Nuovi Lea, Cittadinanzattiva: «Cinque regioni latitanti»

di Red. San.

Regione che vai Livello essenziale di assistenza che trovi? Se le cose non stanno proprio così, è certo però che mantenere desta l’attenzione su come vengono declinati i Lea sul territorio è un’operazione necessaria. Intanto perché il Dpcm di revisione dei vecchi “Livelli” del 2001, entrato in vigore nel marzo scorso, ha ancora bisogno di essere digerito. Poi, perché la variabilità regionale e territoriale che da sempre caratterizza il socio-sanitario nel nostro Paese influenza anche la declinazione delle cure Ssn.

A tracciare il quadro sono gli ultimi dati presentati in occasione del seminario “I Livelli essenziali di assistenza e il diritto alla Salute”, organizzato a Roma da Anp-Cia Agricoltori italiani e Tdm-Cittadinanzattiva. «Noi rappresentiamo anche pensionati e agricoltori che vivono e operano in territori e borghi rurali, spesso di collina e di montagna: sono oltre 10 milioni i residenti - ha spiegato nella sua relazione il presidente di Anp Vincenzo Brocco -. Qui la crisi dei servizi può rendere le aree rurali meno coese e solidali». Invece, «bisogna dare una risposta alla rarefazione di tanti servizi sia civili sia sociali; mettere il cittadino al centro, sommando, prevenzione, innovazione, efficacia e giustizia. Solo così si ottiene il valore». Mentre per il presidente della Cia, Danilo Scanavino, «serve confrontarsi con le associazioni alleate e vicine e con le istituzioni a livello nazionale, regionale e locale, per attuare i Lea, per rimuovere pigrizie o inefficienze e combattere malaffare e sprechi».

Il punto sui nuovi Lea
«A oggi - spiega il coordinatore di Tdm-Cittadinanzattiva, Tonino Aceti - non hanno recepito formalmente il nuovo Dpcm cinque Regioni: Calabria, Sicilia, Puglia, Molise e Trentino Alto Adige. Altre amministrazioni si sono mosse subito, alcune lo hanno fatto a distanza di mesi. A nostro avviso si tratta di un passaggio importante: capita che i cittadini segnalino alla nostra associazione difficoltà nell’accesso a diritti cruciali. Ad esempio, succede che l’ufficio vaccinazione rifiuti di erogare gratuitamente le profilassi ai pazienti, per mancato recepimento regionale. L’assenza di un via libera ufficiale della Regione, insomma, può comportare una opacità e un’incertezza nell’offerta di prestazioni, di cui sinceramente non si sente il bisogno in un contesto già molto complicato».

Il monitoraggio delle associazioni sull’attuazione del Dpcm non si limita al recepimento formale. «Manca ancora all’appello - avvisa ancora Aceti - il nuovo nomenclatore della specialistica ambulatoriale». Non solo: desta preoccupazione quanto previsto dall’articolo 64 dei nuovi Lea, secondo cui determinate prestazioni saranno erogate «nei limiti e con le modalità fissate dalle Regioni. Una previsione che riguarda l’erogazione dei prodotti dietetici alle persone con nefropatia cronica, ad esempio, ma anche l’articolazione della valutazione muldimensionale. Siamo in attesa dei criteri che le Regioni fisseranno, nel timore che di fatto si legittimino comportamenti non uniformi e disomogenei».

Ancora: i nuovi Lea prevedono il delisting delle prestazioni per cui non si ravvisino più i requisiti di gratuità o di erogabilità con ticket. Se il cantiere è ancora aperto - ma nelle prossime settimane i lavori si dovrebbero concludere - la richiesta forte delle associazioni è di partecipare ai lavori della Commissione nazionale per l’aggiornamento dei Lea, oltre che a quelli della Commissione per il monitoraggio sulla loro attuazione. «È impensabile che proprio i cittadini-pazienti ne restino esclusi: non di rado le associazioni segnalano l’inserimento di prestazioni “inutili”, a fronte di altre che invece ritengono importanti».

Inoltre: già con i vecchi Livelli essenziali di assistenza, capitava che categorie svantaggiate, come i disabili, dovessero mettere mano al portafoglio per pagare le differenze di prezzo tra i supporti standard e quelli di cui necessitavano, sulla base di singole esigenze. Con i nuovi Lea la musica non cambia ed è anche su questo aspetto che Cittadinanzattiva chiede una modifica al Dpcm: una carrozzina super tecnologica costa anche 15 mila euro, cifre stellari per molti nuclei familiari.

Infine, torna puntuale l’allarme sui ticket, dovuto al passaggio di una serie di prestazioni nei Lea dal regime di ricovero (gratuito) all’assistenza ambulatoriale (compartecipata). L’aumento preventivato dei ticket per circa 18 milioni, potrebbe essere di fatto superiore proprio per lo “spacchettamento” delle cure ora erogate fuori ospedale. «Un argomento che tanto più - conclude Aceti - giustifica la nostra richiesta di abrogazione del superticket, la tassa sulla salute da 10 euro, su cui abbiamo organizzato la raccolta di 35mila firme, consegnata nelle scorse settimane al presidente del Senato, Pietro Grasso, e che chiediamo sia inserita in legge di Bilancio».


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