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Legge Bilancio/ Cartabellotta (Gimbe): «Al Senato priorità a personale, Lea e superticket»

di Red.San.

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«Dal primo giro di consultazioni parlamentari la manovra esce con un “paniere sanità” più ricco, ma al momento il personale sanitario, vero pilastro del Ssn in questi anni difficili, rimane a bocca asciutta. Più in generale, è necessario un sano realismo: le risorse certe sono solo quelle stanziate per il 2019, perché l’aumento del Fondo sanitario nazionale e gli altri interventi previsti per gli anni successivi sono inevitabilmente legati ad ardite previsioni di crescita economica e oggi non rappresentano "liquidità" in cui confidare ciecamente». Così il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, sul Ddl di Bilancio che oggi approda in Senato. «A fronte di conferme e passi avanti nel primo esame alla Camera - precisa Cartabellotta - restano disattese inderogabili necessità per la tenuta del Ssn: rinnovi contrattuali, sblocco del turnover, nuovi Lea e superticket».

• Rinnovi contrattuali: gli spiragli intravisti dopo lo sciopero dei medici non si sono al momento concretizzati in risorse dedicate. Infatti, per la dirigenza, a partire dal triennio 2019-2021 il trattamento economico aggiuntivo (indennità di esclusività) concorrerà alla determinazione del monte salari, ma rimarrà nel Fsn indistinto; inoltre, nessun riferimento alla retribuzione individuale di anzianità.
• Sblocco turnover: respinti gli emendamenti che proponevano di modificare il tetto di spesa per il personale, fissato all'ammontare del 2004 diminuito dell'1,3%: la ministra Grillo sta facendo pressing con il vice-Ministro dell’Economia Garavaglia per intervenire al Senato su quello che lei stessa ha etichettato come un “anacronistico parametro non più tollerabile.
•Nuovi Lea: nessuna proposta per sbloccare i nomenclatori tariffari “ostaggio” del Mef per mancata copertura finanziaria, che impediscono di fatto l’esigibilità dei nuovi Lea. •Superticket: non ha visto la luce l’emendamento per rifinanziare il fondo per ridurlo, introdotto con la scorsa manovra.

Auspicando che al Senato alcune di queste misure possano trovare diritto di cittadinanza nella manovra, la Fondazione Gimbe suggerisce due ulteriori spunti per il dibattito parlamentare:
• Distribuire equamente nel quinquennio 2019-2023 i € 327,7 milioni stanziati per le borse di studio delle scuole di specializzazione, assicurando nel 2023 ben 2.600 (invece che 900) nuovi specialisti che, peraltro, già all’ultimo anno di corso potranno essere ammessi ai concorsi per l’accesso alla dirigenza.
• Spostare sulle Regioni i costi organizzativi del corso di formazione specifica in Medicina generale, aumentando così il numero di borse da circa 250 a 290 l’anno.

Sono stati poi respinti - anche se il ministro della Salute Giulia Grillo sta facendo pressing con il vice-ministro dell'Economia Garavaglia per intervenire al Senato - gli emendamenti che proponevano di modificare il tetto di spesa per il personale, fissato al 2004 diminuito dell'1,3%. In più, rileva Cartabellotta, «non c'è nessuna proposta per sbloccare i nomenclatori tariffari "ostaggio" del Mef per mancata copertura finanziaria, che impediscono l'esigibilità dei nuovi Lea, né ha visto la luce l'emendamento per rifinanziare il fondo per ridurre il superticket». Auspicando che al Senato alcune di queste misure possano trovare diritto di cittadinanza nella Manovra, la Fondazione Gimbe suggerisce due ulteriori spunti: «Distribuire equamente nel quinquennio 2019-2023 i 327,7 milioni stanziati per le borse di studio delle scuole di specializzazione, assicurando nel 2023 ben 2.600 (invece che 900) nuovi specialisti; spostare sulle Regioni i costi organizzativi del corso di formazione specifica in Medicina generale, aumentando così il numero di borse da circa 250 a 290 l'anno».


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