Aziende e regioni

Decreto Calabria, vertici di Asl e ospedali decapitati. Primi effetti su medici e pazienti a Cosenza e Crotone

di Donata Marrazzo

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24 Esclusivo per Sanità24

Il decreto Calabria, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, entra in vigore decapitando le aziende sanitarie e quelle ospedaliere. Una circolare firmata dal super commissario ad acta Saverio Cotticelli notifica l’azzeramento dei vertici e il trasferimento delle funzioni ai direttori sanitari, a quelli amministrativi o al dirigente più alto in grado.
Azzerati i vertici delle aziende sanitarie e ospedaliere. Sono gli effetti del provvedimento del governo, approvato nel corso del consiglio dei ministri che si è svolto a Reggio Calabria il 18 aprile, in base al quale un commissario regionale, che svolga funzioni di direttore generale, "decade alla data di entrata in vigore del presente decreto". «Una disposizione che non ha precedenti nella Pubblica amministrazione », contesta Franco Pacenza, delegato regionale alla Sanità.
I poteri del commissario ad acta. Gli articoli 2 e 3 del provvedimento specificano che sia il commissario ad acta a “effettuare una verifica straordinaria sull’attività dei direttori generali” per accertare se le azioni poste in essere siano coerenti con gli obiettivi di attuazione del piano di rientro, anche sotto il profilo dell’eventuale inerzia amministrativa o gestionale. In caso di valutazione negativa (art. 3), il commissario ad acta, previa intesa con la Regione, nomina un commissario straordinario. In mancanza d’intesa entro il termine perentorio di dieci giorni, la nomina è effettuata con decreto del Ministro della salute, su proposta del commissario ad acta, previa delibera del Consiglio dei ministri, a cui è invitato a partecipare il presidente della Giunta regionale con preavviso di almeno tre giorni».
Blocco del turn over e altre criticità. La situazione preoccupa tutto il personale che opera all’interno degli ospedali e delle strutture territoriali. Perché da subito le criticità rischiano di aggravarsi: «Lunedì 6 maggio, ad esempio, scadono le convenzioni con gli anestesisti degli ospedali di Cosenza e Crotone – avverte Pacenza – quale sarà lo scenario, si sospendono le attività chirurgiche? Ci sono in ballo centinaia di assunzioni di infermieri e di medici, ora cosa succede?».
E si attende anche la notifica del verbale del Tavolo Adduce che si è riunito il 4 aprile scorso: certificherà il disavanzo da 168 milioni di euro (un dato contestato sia dal dipartimento sia dall’ex commissario Massimo Scura) e il conseguente blocco del turn over. «I medici in graduatoria, pronti a essere collocati nelle strutture calabresi - aggiunge il delegato regionale – si spostano ormai fuori regione. Alcuni giovani oncologi sono andati a lavorare a Bari. La carenza del personale medico è già una drammatica emergenza».
La reazione delle imprese. Molti interrogativi attanagliano anche le imprese che operano nel comparto della sanità: prevista per l’8 maggio una iniziativa di Confartigianato e Confcommercio contro l’acquisto di beni, servizi e lavori di manutenzione tramite Consip o centrali di committenza su altre regioni, così come prescritto dal decreto. «Un’indicazione penalizzante per le aziende presenti nel territorio calabrese per l’impossibilità di partecipare alle gare», spiega Confcommercio Crotone, che chiede l’ attivazione di un tavolo di confronto con la struttura commissariale.
Lo scontro istituzionale. Il quadro è complesso e prelude a uno scontro totale tra governo e regione: il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio ha annunciato contro il decreto il ricorso alla Consulta. La ministra Giulia Grillo ha commentato su Facebook: «Abbiamo il dovere di andare fino in fondo, per il bene dei cittadini bisogna riportare la legalità negli ospedali calabresi. Oliverio, a me sta a cuore la salute dei cittadini. I tuoi interessi quali sono?». Immediata la risposta del presidente Oliverio: «La ministra continua a manifestarsi con slogan, insinuazioni e provocazioni sterili, senza mai affrontare le vere emergenze della sanità calabrese che ho denunciato da anni e a cui la ministra Grillo, con il suo decreto, rischia di dare un colpo mortale. Il suo obiettivo è impossessarsi delle totali funzioni di potere e proprio per questo è lei che deve chiarire quali interessi protegge sulla pelle dei calabresi, considerato che nel decreto da lei proposto ed approvato dal Governo non vi è una sola norma e neanche un euro di investimento per qualificare e potenziare i servizi sanitari calabresi».


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