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Calabria: arriva alla Corte costituzionale il ricorso contro il commissariamento

di Donata Marrazzo

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24 Esclusivo per Sanità24

È arrivato questa mattina presso la Corte costituzionale il ricorso della Regione Calabria contro la presidenza del Consiglio dei ministri per il conflitto sorto a seguito della delibera del 7 dicembre 2018, n. 6079/10.1, e del telegramma urgentissimo del 6 dicembre 2018, che formulava l'invito a partecipare alla riunione del Consiglio dei ministri per il giorno successivo: all'ordine del giorno la questione Sanità con la nomina del commissario al piano di rientro.

Stato e Regioni, leso il principio di leale collaborazione
«La modalità di convocazione del presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, con un telegramma inviato a meno di 24 ore dall'incontro e senza alcun documento allegato, ha leso il principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni – spiega l'avvocato che difende la Regione Giuseppe Naimo, a conclusione dell'udienza – E inoltre, ad avviso della Regione, scaduto il piano di rientro il 31 dicembre 2018, non era più possibile proseguire con il commissariamento».

Le contestazioni della Regione Calabria
Quello che innanzitutto viene contestata è la convocazione al buio del governatore calabrese, arrivata a uffici regionali chiusi, che non ha consentito all'ente di partecipare in termini effettivi al procedimento di nomina del commissario e di portare il proprio contributo, come si legge nell'articolato ricorso. Non è stata tantomeno inviata la bozza della delibera da sottoporre all' approvazione né fornita la lista delle persone che il consiglio dei ministri intendeva nominare, «malgrado la proposta ministeriale in discussione dovesse plausibilmente recare tali nominativi». Il nuovo commissario ad acta Saverio Cotticelli – nominato al termine del Cdm del 7 dicembre - con il subcommissario Thomas Schael, si è insediato oltre un mese dopo: una data che «dimostra come non vi fosse alcuna effettiva urgenza nella nomina». La Corte si è ritirata in camera di consiglio.

Commissariamento, 7 mesi dopo
Oggi, sette mesi dopo quei fatti e con l'entrata in vigore del decreto Calabria, la situazione della sanità è fuori controllo. La politica fa le sue manovre. La Asp di Reggio Calabria è fallita. La Corte dei Conti documenta una situazione contabile delicata. Il riassetto di aziende sanitare e ospedaliere è al 40%: solo in 3 strutture su 7 sono stati nominati i vertici (Asp di Crotone, Ao di Cosenza, Ospedale "Pugliese Ciaccio" di Catanzaro). Il subcommissario Thomas Schael - che ha un contenzioso aperto con la Regione per un risarcimento di oltre 400mila euro - ha rassegnato le sue dimissioni, ufficialmente «per ragioni personali». Più probabili le frizioni con il commissario Saverio Cotticelli. Oppure?

Dimissioni Schael: per Forza Italia «un quadro ombroso di contropotere»
I deputati di Forza Italia Jole Santelli e Francesco Cannizzaro si spingono oltre. In una interrogazione alla ministra Giulia Grillo chiedono: «Quali sono i motivi che hanno spinto il sub commissario per la salute calabrese Thomas Schael a dimettersi dall'incarico, a soli pochi mesi dalla nomina?». «Dalle vicende emerse in sede di conversione del Decreto Calabria a quella di Schael - scrivono - emerge un quadro ombroso di contropotere». I rumors, intanto, annunciano ricollocamenti ad hoc, anche degli esclusi, con le prossime nomine.


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