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Per la sicurezza alimentare servono più professionalità, non solo veterinari

di Emilia Guberti, coordinatore Gruppo di lavoro SItI su Sentenza TAR Liguria del 7 febbraio 2014

Con sentenza, del 7 febbraio 2014 (VEDI ), il Tar per la Liguria ha dichiarato illegittima e conseguentemente annullata la determinazione dell'Asl 5 Spezzino con la quale veniva nominato a capo della neocostituita struttura complessa "Sicurezza alimentare" un veterinario escludendo dalla selezione 5 medici che avevano presentato regolare domanda di partecipazione.

Motivando la sua decisione il Tar ligure sottolinea come la scelta dell'asl 5 Spezzino sia stata determinata in modo aprioristico in assenza di un reale confronto fra i settori di attività che hanno la necessità di avere come dirigente un medico o un veterinario.

Motivo della "bocciatura" la presunta e non dimostrata prevalenza nel territorio aziendale di settori di attività di competenza veterinaria.
Del resto lo stesso Tar per la Liguria con tre sentenze dell'ottobre 2012 (che si leggono nel testo della sentenza) aveva annullato la determinazione della Regione Liguria che prevedeva che tutte le Asl proponessero un veterinario a capo della neocostituita struttura complessa Sicurezza alimentare, nata dalla fusione del Servizio medico di Igiene degli Alimenti e Nutrizione e del Servizio veterinario di Igiene degli alimenti di origine animale.

La sentenza del 7 febbraio 2014 del Tar per la Liguria mette ancora una volta in discussione la scelta della Regione Liguria e delle aziende sanitarie locali che, in analogia all'Asl 5 Spezzino, hanno stabilito in via presuntiva ed in assenza di una circostanziata valutazione, la prevalenza dell'attività veterinaria nell'ambito della sicurezza alimentare.

Mentre gli stessi Regolamenti comunitari che regolamentano la sicurezza alimentare anche nel nostro Paese non stabiliscono quale titolo di studio sia necessario per svolgere le funzioni di controllo ufficiale mentre evidenziano la necessità di un'adeguata formazione in materia.
La complessità di un approccio complessivo al tema dell'alimentazione in termini di sicurezza igienica e nutrizionale richiede molteplici contributi professionali che sono ben rappresentati nei Servizi di Igiene degli Alimenti e Nutrizione che comprendono, oltre a medici igienisti, biologi, tecnici della prevenzione, dietisti, chimici.

Si tratta della stessa logica miope che ha portato, in assenza di un effettiva analisi del rapporto costo beneficio, a sacrificare i Servizi di Igiene Alimenti e Nutrizione, i cui costi (0,3-0,4% fondo sanitario nazionale) appaiono trascurabili a fronte delle competenze che vanno ben oltre il controlli di sicurezza alimentare e la cui eliminazione non si è limitata ad una semplice riduzione di primari.

In capo ai Sian, non dimentichiamolo, con specifico Decreto Ministeriale (n° 185 del 16/10/1998), vi è il controllo oltre che di produzioni vegetali, acqua potabile, ristorazioni collettive anche la sorveglianza nutrizionale, la nutrizione collettiva, la dietetica preventiva e la prevenzione nutrizionale strategica per la prevenzione delle malattie cronico degenerative ( malattie cardiocerebrovascolari, diabete, tumori, patologie osteoarticolari e neurodegenerative ) causa di oltre due terzi di morti, perdita di anni in buona salute e spese sanitarie.

Tutto questo mentre la comunità scientifica e le principali agenzie sanitarie internazionali dimostrano in modo inconfutabile che solo la prevenzione è in grado di ridurre i costi sanitari ed assicurare le necessarie garanzie alle produzioni alimentari italiane fra le poche in crescita anche nell'export (+ 12% nel primo trimestre 2014).

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