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Perché i pediatri non sono mai abbastanza?

di Di Lucia Quaglino (Fellowdell'Istituto Bruno Leoni)

Oggi si dà per scontato che tutti i bambini siano curati e curabili da un medico pediatra,1 eppure nei fatti non è sempre così ovvio.L'organizzazione del servizio è infatti regolata da un convenzione, un contratto che disciplina il rapporto di lavoro tra il Ssn (Servizio Sanitario Nazionale) e il pediatra. Ad oggi il pediatra convenzionato risulta essere una figura mista tra il medico dipendente e il libero professionista. È in corso un dibattito, non ancora concluso, se sia preferibile che i PLS (Pediatra di Libera Scelta, detto anche Pediatra di Famiglia – PdF) si trasformino in dipendenti pubblici – con orari, quantità e tipo di retribuzione del medico ospedaliero o dipendente ASL – oppure debbanomantenere l'attuale condizione.

Nel primo caso, le prestazioni del medico dipendente sarebbero sottoposte a maggiori controlli da parte di superiori e, indipendentemente dagli esiti del suo operato, avrebbe occupazione e stipendio garantiti. Il medico convenzionato ha, invece, minori tutele retributive e giuridiche, senza godere dei margini di libertà professionale che avrebbe se fosse un vero e proprio libero professionista, i quali gli consentirebbero più facilmente di collegare alle proprie capacità e responsabilità la possibilità di attrarre pazienti. Inoltre, queste stesse regole riducono le possibilità di scelta dei genitori e, di conseguenza, disincentivano il medico a offrire cure qualitativamente migliori per aumentare la soddisfazione dei propri pazienti.


Nel prossimo paragrafo saranno approfonditi gli effetti della regolamentazione esistente, per comprendere come attualmente il servizio è organizzato, mentre in quello successivo si ipotizzeranno alcune soluzione alternative orientate a ridurre e contenere gli effetti distorsivi dell'attuale sistema a vantaggio della qualità del servizio offerto. (CONTINUA SU ARTICOLO IN ALLEGATO)