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Lettera omaggio a Elio Guzzanti, artefice delle più importanti innovazioni introdotte nel Ssn

di Isabella Mastrobuono, direttore generale Asl di Frosinone (dal sito internet dell'Asl www.asl.fr.it)

Elio Guzzanti, recentemente scomparso, è stato l'artefice delle più importanti innovazioni introdotte nel nostro Servizio sanitario nazionale, dall'organizzazione dipartimentale alla costruzione di una moderna rete dell'emergenza, dall'implementazione di nuovi modelli organizzativi - come il day hospital e la day surgery - allo sviluppo dell'assistenza primaria.

Ho avuto il privilegio e l'onore di essergli accanto professionalmente per 30 anni, durante i quali non ho mai smesso di imparare, alla Sua Scuola di vita e di lavoro. È stata una esperienza fondamentale basata sul rigore nella ricerca delle informazioni e dei dati, sull'analisi puntuale delle esperienze sanitarie e sociosanitarie esistenti a livello nazionale ed internazionale, sulla "creazione" di strade nuove, percorribili per migliorare sempre e comunque i servizi ai cittadini. Erano loro il Suo faro, lo scopo principale per il quale infondeva tutta la Sua energia nel lavoro.
«La salvaguardia della salute di un popolo - mi diceva - è fondamentale per la sua crescita, non bi-sogna mai abbassare la guardia».

Era un uomo molto attento alla comunicazione e si indispettiva quando leggeva e sentiva parlare di "diritto alla salute".
«Il diritto alla salute è prerogativa di nostro Signore, a noi uomini il compito di tutelarla con i mezzi disponibili».

Il "Professore", come tutti lo chiamavano, era un uomo buono e giusto, con forti principi morali, molto rigoroso nel suo lavoro e severo con i Suoi collaboratori. Ricordo un episodio accaduto nel 1995, quando, lasciato il Bambino Gesù, fu ministro della Sanità e mi portò con sé. Mi aveva chiesto di riordinare alcuni documenti su Suoi appunti (dettati molto velocemente, come sempre) sulla questione dell'aziendalizzazione, cosa che feci ma non come avrebbe desiderato. Commisi l'errore di dirGli che avevo troppe cose da fare e la Sua indimenticabile risposta fu:
«Hai visto al cinema il film "Ufficiale gentiluomo"?». Alla mia risposta affermativa esclamò:

«Io sono il sergente, continua le flessioni». Voleva che i suoi allievi fossero tutti ufficiali gen-tiluomini, donne e uomini preparati, corretti, fedeli servitori di una causa importante, proprio come era stato Lui negli anni trascorsi nella Marina Militare durante la 2^ Guerra Mondiale.
Uomo di altri tempi, si direbbe oggi, ma non è così perché era capace di vere e proprie "fu-ghe" nel futuro, con gli strumenti della ricerca e della lettura.

Su queste basi nacque, nel 1996 durante il suo ministero, il concetto delle tre A (autorizzazione, accreditamento ed accordo contrattuale) dal quale scaturì il primo documento di proposta dell'allora Agenzia per i servizi sanitari regionali, sui requisiti strutturali tecnologici ed organizzativi delle strutture sanitarie. Furono quei due anni (1995-96) di intenso lavoro per tutti al Ministero, tra le società scientifiche, tra i lavoratori della sanità , con le rappresentanze dei cittadini.

Pronto a raccogliere suggerimenti e proposte indirizzò i Suoi collaboratori verso le linee strategiche che riteneva capitali per riformare il Servizio Sanitario Nazionale secondo la nuova normativa 517/93.
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E così io fui destinata all'ospedalizzazione, alla riorganizzazione del sistema trasfusionale e dei modelli organizzativi ospedalieri: si diffusero la day surgery, il day hospital, la chirurgia ambu-latoriale.

Al dottor Mastrilli il compito di affrontare i temi scottanti dell'autorizzazione e dell' accre-ditamento; alla dottoressa Mazzeo lo sviluppo dell'assistenza primaria, al dottor Taroni lo spinoso problema del finanziamento delle attività e delle prestazioni sanitarie e la regolamentazione dei con-trolli.

Ma i Suoi collaboratori e allievi sono molti di più, tanti quanti ne ho incontrati al Suo fune-rale ed ai quali avrei voluto chiedere: «Cosa possiamo fare per non disperdere tutto ciò che ha fatto?». Ci verrà qualche idea, ne sono certa e Lui ne sarà contento.

Mi manca.