Commenti

La trasparenza che manca in corsia (e non solo)

di Massimiliano Abbruzzese

C'è da augurarsi che il progetto "Portale della trasparenza dei servizi della Salute" (somme stanziate pari 6 milioni di euro), previsto meno di due mesi fa dal Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica), abbia un successo maggiore dell'altrettanto recente dovesalute.gov il "Tripadvisor della sanità" (dai costi ignoti) tanto voluto dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

Nell'Home page del portale, inaugurato il 3 marzo di quest'anno, si trova l'indicazione che "i dati sono in continuo aggiornamento per segnalare ai cittadini il maggior numero possibile di strutture sanitarie pubbliche e private a disposizione presenti in Italia" ma purtroppo c'è da constatare che dalla data di presentazione gli enti registrati sono le 65 sedi operative collegate ai 44 Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS).
Da allora non solo non si sono aggiunti nuovi nosocomi ma, provando a fare un raffronto con i dati ufficiali dell'annuario statistico sanitario, relativi all'annuo 2011 e pubblicati solo da pochi giorni, scopriamo che le 65 strutture rappresentano solamente il 5,8% degli ospedali presenti su tutto il territorio nazionale.

L'impietosa statistica la si può ottenere effettuando una semplice proporzione tra gli ospedali iscritti al sito, appunto 65, ed 1.120 censiti dal ministero della Salute.

Certo, qualcuno potrebbe obiettare che dal 2011 ad oggi sono stati realizzati diversi interventi, soprattutto nelle regioni in piano di rientro, finalizzati alla razionalizzazione delle reti ospedaliere (vedi Patto della Salute 2010-2012 e dl 95/2012) ma per quanto il dato dell'annuario sia imperfetto, la percentuale dovrebbe comunque indurre il Ministero ad una riflessione. Non solo, il 5,8% si ottiene prendendo in considerazione la sola rete ospedaliera ma la criticità del dato sarebbe ancora più evidente se nel calcolo rientrassero anche tutte le altre strutture che forniscono una qualsiasi forma di assistenza ai cittadini (per gli amanti della statistica sono 25.152) come si auspicava il ministro.

Il nostro sistema sanitario nazionale, per quanto venga indicato come universalistico, presenta non poche difformità sul territorio, come dimostrano il programma valutazione esiti ed il monitoraggio sui Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), ma soprattutto le strutture che offrono i servizi di assistenza sono sempre più di natura privata (circa il 50% dell'ospedaliera, il 60% della specialistica ambulatoriale ed il 76% della territoriale residenziale) ed un occhio vigile del pubblico, cittadini/pazienti inclusi, è di fondamentale importanza.

Insomma, appare evidente che sull'obiettivo di "rendere la sanità italiana sempre più trasparente, grazie alle opportunità di condivisione offerte dalla rete", così come indicato sul sito dovesalute.gov, c'è ancora molto da lavorare ma occorre fare in fretta (e bene).