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Società italiana cure palliative: «Dibattito confuso e poco informato sull'eutanasia»

di Carlo Peruselli (presidente della Società Italiana di Cure Palliative)

In queste ultime settimane stiamo purtroppo assistendo, relativamente ad alcune tematiche riferite alle cure di fine vita, a un dibattito spesso confuso nei termini e centrato quasi esclusivamente sulla dichiarazione di posizioni personali favorevoli o contrarie ad una eventuale legislazione, anche nel nostro Paese, in tema di eutanasia.

Vogliamo ricordare ancora una volta che per eutanasia si intende "l'azione di uccidere intenzionalmente una persona, effettuata da un medico, per mezzo della somministrazione di farmaci, assecondando la richiesta volontaria e consapevole della persona stessa" (European Association for Palliative Care 2003).

Come ben sottolineato anche da autorevoli Colleghi e da Presidenti di altre Società Scientifiche nazionali, nulla hanno a che fare con l'eutanasia pratiche terapeutiche che sono invece pienamente legittime e che talvolta vengono utilizzate per rispondere ai bisogni e alle preferenze dei malati che si avviano alla fine della loro vita, quali ad esempio la sedazione palliativa, la rimodulazione e la desistenza terapeutica nei confronti di trattamenti sproporzionati o futili rispetto alle condizioni cliniche del malato e alle sue aspettative prognostiche, o a quanto il paziente stesso ha talvolta legittimamente chiesto rispetto alle possibili scelte terapeutiche.

Ancora una volta, questo dibattito non riguarda quasi mai i bisogni più importanti di queste persone e dei loro familiari che, come sanno bene gli operatori delle Cure Palliative italiane (medici, infermieri, psicologi, ecc.) che assistono ogni giorno questi malati a domicilio, negli hospice, negli ospedali, sono invece quelli di una continuità di cura rispettosa della loro dignità fino agli ultimi momenti della vita, di una più adeguata informazione rispetto alla diagnosi e alla prognosi, di un consenso alle cure che sia davvero informato e che conduca di conseguenza a scelte motivate e condivise in una pianificazione anticipata delle cure, di una attenzione particolare alle indicazioni cliniche e alla appropriatezza di alcuni trattamenti invasivi nell'approssimarsi della fine della vita.

A nostro parere, si sta perdendo ancora una volta un'occasione di confronto pacato su queste tematiche, come invece è stato auspicato con grande sensibilità, anche recentemente, da personalità di grande autorevolezza istituzionale nel nostro Paese.

La Società Italiana di Cure Palliative, che rappresenta tutti gli operatori delle Cure Palliative italiane, riconferma la propria disponibilità a partecipare, con le conoscenze e competenze specifiche dei propri professionisti, ad un dibattito che voglia finalmente occuparsi realmente di queste tematiche, evitando confuse contrapposizioni su terminologie, spesso utilizzate in modo improprio, e contrapposizioni ideologiche che non tengono quasi mai in conto i veri bisogni di questi malati e dei loro familiari.