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Così «Health 2020» investe nel welfare

di Elio Ziglio, direttore Ufficio europeo per gli investimenti per la salute e lo sviluppo, Oms - Ufficio regionale per l'Europa

L'Oms Europa ha fortemente voluto un accordo su un quadro di riferimento per la salute e il benessere che potesse guidare le politiche dei suoi 53 Paesi membri, che presentano forti differenze. Basti pensare che 8 dei suoi Stati membri hanno una popolazione inferiore al milione di abitanti, circa 20 hanno una popolazione al di sotto dei 5 milioni, mentre tra i più popolosi troviamo Federazione Russa (142 milioni), Germania (82 milioni), Turchia (75 milioni), Francia (64 milioni), Regno Unito (63 milioni) e Italia (60 milioni). Questo quadro di riferimento è conosciuto con il nome Health 2020-Salute 2020. L'obiettivo condiviso è quello di migliorare in misura significativa la salute e il benessere delle popolazioni, ridurre le disuguaglianze, potenziare la sanità pubblica e garantire sistemi sanitari centrati sulla persona, che siano universali, equi, sostenibili e di elevata qualità.

Il programma, che trova le sue radici nella Dichiarazione di Alma Ata (1978) e nella Carta di Ottawa sulla promozione della salute (1986), ha due obiettivi strategici e quattro priorità trasversali. I primi si riassumono in "Migliorare la salute e ridurre le iniquità di salute" e in "Rafforzare la leadership e la governance partecipativa per la salute". Queste, le priorità trasversali: investire sulla salute adottando un approccio comprensivo nell'arco dell'intero ciclo di vita e mirando all'empowerment delle persone; affrontare le sfide per la salute relative alle malattie non trasmissibili e a quelle trasmissibili; rafforzare i servizi socio-sanitari mettendo al centro la persona, migliorando le capacità in materia di sanità pubblica; creare comunità resilienti e ambienti favorevoli. Salute 2020 ci aiuta a porci delle domande nuove e di grande attualità sulla salute, la sua protezione e promozione.

Ad esempio: "Come si può ‘produrre' salute oggi nel continente europeo, nei Paesi e nelle nostre comunità locali?"; "Che tipo di interventi aiutano a promuovere salute riducendo al tempo stesso le iniquità crescenti?"; "Quali azioni e investimenti, oltre a produrre salute, danno anche valore aggiunto allo sviluppo umano, sociale ed economico?"; "Come rafforzare i sistemi per la salute in modo da contribuire a dare risposte sostenibili a queste problematiche?". Domande sempre più prioritarie per politici, esperti, operatori e società civile, anche nell'ottica di orientare gli investimenti.

E per investimenti l'Oms non si riferisce solo a risorse finanziarie, ma anche al capitale umano, tecnologico e a un'ampia gamma di risorse sociali come il volontariato, oltre ai fattori salutogenici. Questi elementi devono entrare nell'equazione "promuovere salute equivale a produrre sviluppo e società sostenibili". L'approccio da usare non riguarda soltanto i sistemi sanitari in senso stretto ma comprende anche interventi a livello di organizzazione sociale, il volontariato e gli investimenti sul territorio. Vi è un'urgenza crescente nell'utilizzare conoscenze scientifiche e know-how pratico per affrontare le domande che elencavo prima. La crisi economica rende tali domande molto attuali. Non riuscire ad affrontarle in modo efficace costringerà la società civile in una condizione di crescente vulnerabilità.

La salute della popolazione è un elemento basilare e indispensabile per la sostenibilità di un Paese e una risorsa che deve essere protetta e promossa e posizionata come parte integrante delle politiche di sviluppo sociale ed economico di una nazione, nonché della sua riuscita in termini di democrazia e diritti umani. Oggi vi è un'evidenza scientifica che ci dice per esempio che un 1% di aumento di speranza di vita corrisponde a vari punti di aumento di Pil in Paesi a reddito medio-alto. Purtroppo la percentuale di investimenti in promozione della salute ed efficaci programmi di prevenzione è troppo bassa anche nei Paesi europei: stiamo parlando del 3-4% del budget sanitario che va aumentato anche per garantire la sostenibilità dei sistemi socio-sanitari.

Anche di questi temi si parla in questi giorni a San Marino, dove l'Oms riunisce gli 8 Paesi europei con meno di 1 milione di abitanti. Con questo meeting l'Oms in cooperazione con San Marino vuole costruire una piattaforma di scambio di conoscenze, di condivisione di buone prassi e di sviluppo e know-how su aspetti cruciali nell'utilizzo e nell'implementazione pratica di Salute 2020.

A San Marino si incontreranno alcuni ministri e alti rappresentanti di tali Paesi, oltre a una delegazione Oms guidata dal nostro direttore regionale Zsuzsanna Jakab. Viste le loro dimensioni questi Paesi sono in una posizione molto interessante e unica per collocare, come suggerisce Salute 2020, la salute della popolazione come parte integrante delle politiche di sviluppo sociale ed economico di una Nazione. Questi Paesi rappresentano un contesto unico per interpretare le dinamiche che si sviluppano nella fase di implementazione di politiche in linea con le indicazioni Oms. La struttura demografica, politica e sociale dei Paesi "piccoli" facilita maggiore dinamismo sia nel lavoro di analisi da parte di chi osserva che nel processo di cambiamento da parte di chi si impegna sul territorio a raggiungere dei traguardi condivisi.