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La scienza spiega il cervello delle donne: ecco perché Eva è empatica e «multitasking»

di Giulio Maira, direttore Istituto di Neurochirurgia Policlinico Gemelli, Roma -Presidente Fondazione Atena Onlus

Diceva Simone de Beauvoir: «Maschi e femmine si nasce, ma uomini e donne si diventa». In realtà, il cervello maschile e quello femminile sono diversi fin dal momento della nascita e sono loro a guidare impulsi, valori e la visione stessa della realtà.

Questa differenza è certamente il risultato di una catena di effetti, avvenuti nel corso di millenni, che coinvolgono la genetica, gli ormoni, il cervello, i comportamenti, e che non implicano alcun giudizio di inferiorità o superiorità, di maggiore o minore intelligenza, ma semplicemente il riconoscimento del fatto che durante l'evoluzione, nel corso di millenni, l'uomo e la donna hanno avuto ruoli diversi e per questo si sono realizzati adattamenti cerebrali diversi nei due sessi, in grado di fornire una base neurobiologica alle diversità comportamentali.

Ma vediamo di analizzare le differenze del cervello femminile e maschile.

L'encefalo di una donna pesa in media 1.200 grammi, quello di un uomo un po' di più: 1.350 grammi. Tuttavia, se si fa una misura non assoluta del peso cerebrale, ma relativa al peso corporeo, la differenza si annulla e anzi ne esiste una molto lieve a favore della femmina.
Negli ultimi 100 anni le donne hanno superato gli uomini in fatto di intelligenza, migliorando le prestazioni nei test del QI. E questo non certo perché i loro geni o le dimensioni del cervello sono cambiati, ma perché sono diventate più istruite e hanno raggiunto maggiori possibilità di espressione rispetto ai secoli scorsi.
In generale, i maschi hanno più neuroni e le donne hanno maggiori connessioni.

Connessioni. Studiosi dell'Università della Pennsylvania hanno sottoposto a Risonanza magnetica 949 persone, maschi e femmine di varie età, e hanno trovato che nel cervello maschile le connessioni corrono da avanti a dietro lungo lo stesso emisfero, mentre in quello femminile le connessioni sono anche trasversali, dall'emisfero destro (legato all'intuizione) a quello sinistro (legato al pensiero logico).

Ciò determina:

a) comunicazione interemisferica facilitata;

b) modalità di funzionamento più globale, più idonea alla comprensione intuitiva dei problemi anche complessi rispetto alla procedura razionale e sequenziale, più tipica del sesso maschile.

Possiamo dire, in linea di massima, che l'uomo possiede un cervello che segue schemi basati più sulla razionalità, mentre nella donna il funzionamento cerebrale è maggiormente di tipo intuitivo, che nell'uomo il funzionamento dei circuiti nervosi è più rigido mentre è più plastico nella donna.

Tutto questo fa sì che le donne siano più brave nel multitasking, ovvero nel fare più cose insieme, siano più intuitive, dimostrino maggiore empatia, abbiano migliori abilità sociali. I maschi, invece, eccellono nelle attività motorie, dove si impiegano i muscoli, e sono più capaci ad analizzare lo spazio, a orientarsi, a capire le mappe.

Numero di neuroni. Pur avendo le donne un numero minore di neuroni, tuttavia possiedono aree cerebrali con almeno il 10% di neuroni e connessioni in più. Ricercatori della Harvard Medical School, con l'uso delle tecniche di neuroimaging (Rm; Pet; Spect; fRM), hanno riscontrato una maggiore densità di neuroni in aree della corteccia temporale femminile collegate con funzioni linguistiche ed emozionali. Ciò significa che le donne hanno maggiore facilità a comunicare verbalmente le emozioni ed esprimere i sentimenti. Altre aree più sviluppate nel cervello femminile sono l'ippocampo, principale centro di controllo delle emozioni e di formazione dei ricordi, e l'insieme dei circuiti utili per l'osservazione delle emozioni altrui. Ecco perché, in media, come scrive Louann Brizendine, una neuropsichiatra che insegna a Berkley, «le donne tendono a sviluppare doti uniche e straordinarie: una maggiore agilità verbale, la capacità di stabilire profondi legami di amicizia, la facoltà quasi medianica di decifrare emozioni e stati d'animo dalle espressioni facciali e dal tono della voce, e la maestria nel placare i conflitti».

Una differenza importante per le ripercussioni funzionali che ne possono derivare è quella relativa a un'area considerata la custode delle emozioni, chiamata amigdala per la forma che la fa somigliare a una mandorla. L'amigdala è il centro cerebrale della paura, della rabbia, dell'aggressività, e ha dimensioni maggiori negli uomini che nelle donne.

Ma, al di là delle dimensioni, l'amigdala funziona in modo diverso nei due generi.

L'amigdala femminile viene attivata più facilmente dalle sfumature emotive. Più forte è la risposta dell'amigdala, più particolari l'ippocampo registrerà per immagazzinare quell'esperienza nella memoria. Poiché le donne hanno un ippocampo relativamente più grande, riescono a ricordare i minimi dettagli delle esperienze emotive, i loro primi appuntamenti e le liti più feroci, mentre gli uomini si ricordano a malapena che quei fatti abbiano avuto luogo. Nell'uomo, invece, l'amigdala, che è l'area più primitiva del cervello, mantiene soprattutto le sue funzioni più ancestrali, quelle che registrano le paure e scatenano l'aggressività. Di conseguenza è più facile che un uomo si lasci prendere dall'ira. Questo può spiegare perché, di fronte a una situazione di stress o di ira o di paura, la donna tende ad attivare principalmente i circuiti emotivi, e la reazione ha sempre una connotazione affettiva; l'uomo attiva la corteccia prefrontale per cui la risposta è prevalente motoria e orientata all'azione fisica. Ecco perché molti uomini possono arrivare a uno scontro fisico in pochi secondi, mentre molte donne fanno di tutto per evitare un conflitto.

Anche in queste differenze di comportamento possiamo ritrovare una spiegazione evoluzionistica: di fronte a un pericolo la donna doveva proteggere la prole, cercare di placare i conflitti, mentre compito dell'uomo era aggredire e allontanare l'aggressore.

Nel loro determinarsi delle differenze tra i due cervelli, assieme all'evoluzionismo, entrano fortemente in gioco anche gli ormoni sessuali. Secondo molti scienziati, le peculiarità biologiche delle donne - il ciclo mestruale, la gravidanza, l'allattamento, il parto, la cura dei figli - influiscono fortemente sullo sviluppo cognitivo, sociale e comportamentale del loro cervello.