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Sulla procreazione eterologa nessun vuoto normativo: bastano le linee guida

di Filomena Gallo (Avvocato, segretario dell'Associazione Luca Coscioni)

In questi lunghi 10 anni di legge 40 siamo riusciti finalmente a portare nelle case degli italiani vittorie significative affinché quasi tutti possano provare ad avere un figlio.
"Quasi tutti" perché la pma è ancora preclusa alle coppie fertili ma portatrici di patologie genetiche. Un divieto che speriamo cada presto, insieme a quello di poter utilizzare gli embrioni non più idonei per una gravidanza a fini di ricerca scientifica.

Oggi però abbiamo ottenuto la cancellazione del divieto di fecondazione eterologa, tramite la sentenza n. 162 della Corte Costituzionale dello scorso 9 aprile. Una sentenza dal valore storico: afferma la portata costituzionale del diritto alla libertà procreativa e ne amplia i confini di liceità. All'indomani dell'entrata in vigore della Legge 40, anche chi l'aveva votata dichiarò che poteva essere migliorata, ma nelle legislature successive nessuna volontà politica ha mai manifestato l'esigenza di far porre all'ordine del giorno un progetto di modifica tra i tanti che anche noi con gli esperti dell'associazione Luca Coscioni abbiamo fatto depositare.
Eppure i dati che emergevano dalle Relazioni annuali al Parlamento evidenziavano quanto questa legge fosse dannosa per la salute delle donne e inefficace a far nascere bambini. La responsabilità dei cambiamenti è stata lasciata ai Giudici, che sono stati chiamati per 30 volte a decidere sulla legge 40 e hanno cercato di leggerla alla luce della costituzione, dandone una interpretazione rispettosa dei diritti e per due volte la Corte costituzionale l'ha dichiarata illegittima, cancellando parti significative.

L'eterologa oggi è una tecnica consentita in Italia: non c'è vuoto normativo, come sancito dai Giudici della Corte Costituzionale e come ribadito nel Manifesto dei Giuristi per il pieno rispetto della sentenza 162, elaborato dall'Associazione Luca Coscioni. Cosa si aspetta allora a partire con l'applicazione della tecnica? Alcuni centri hanno già iniziato. Il ministro Lorenzin dovrebbe aggiornare le linee guida, ma nei giorni scorsi dinanzi alla XII Commissione Affari sociali della Camera dei Deputati, ha illustrato il contenuto del Decreto legge che proporrà al Consiglio dei Ministri. Tutte gli aspetti tecnici che a parere del Ministro devono esseri normati attraverso un DL, possono trovare invece spazio nell'aggiornamento delle Linee guida ferme al 2008. Inoltre, il Ministro ha giustamente previsto di inserire la PMA nei livelli essenziali di assistenza per non discriminare né i centri pubblici né i cittadini: ma già la legge 40 prevede che tutte le tecniche siano applicate anche nel pubblico. Casomai sarebbe necessario aggiornare i Lea del 2001.

Il Decreto Legge prevede anche il registro dei nati da eterologa e l'abolizione dell'anonimato per i donatori di gameti. Sul registro dei nati già il Garante della Privacy nel 2006 ha dato parere negativo. Un aspetto che potrebbe frenare le coppie e i donatori di gameti è quello concernente l'anonimato dei donatori: avevamo proposto come Associazione Luca Coscioni insieme ai Parlamentari radicali nella scorsa legislatura un progetto di legge che prevedeva la possibilità del sistema del doppio binario, quindi donatori anonimi e non, sistema che trova le sue ragioni in una serie di considerazioni. La prima: il problema del segreto è stato risolto in vari Paesi con modalità differenti, tenendo talora conto del diritto del nato a conoscere le proprie origini genetiche, talora consentendo solo il diritto all' informazione generica, talora stabilendo regole per l'incontro con il genitore biologico; in molti altri casi, invece, accettando il principio del diritto dei genitori di decidere sull' opportunità di queste informazioni, di mantenere il segreto. La seconda: poiché la maggioranza delle indagini eseguite in molti Paesi europei ha stabilito che tra coloro che si accingono a chiedere una donazione di gameti e embrioni sono presenti tutte e tre le intenzioni sopra presentate, si ritiene opportuno che la norma che regola la donazione di gameti e embrioni debba facilitare sia l'opzione del segreto che quella della trasparenza ma in ogni caso questa è una norma ulteriore per ampliare diritti non propedeutica all'applicazione della tecnica che già ora con l'anonimato deve essere applicata.

Al di là di quelli che possono sembrare tecnicismi, riteniamo che sia fondamentale nelle questioni di inizio e fine vita avere come movente individuale e politico la libertà e la responsabilità delle scelte dei singoli, e nessuna imposizione bioetica. Affinché questo sia sempre più possibile c'è un appuntamento importante in agenda: l'XI Congresso dell'Associazione Luca Coscioni, il 19-20-21 settembre a Roma.