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Tratta degli esseri umani: il Governo non lasci morire il sistema di protezione per le vittime

di Asgi - Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione

La mancata approvazione del Piano nazionale antitratta e il venir meno delle risorse per i servizi di protezione e tutela delle vittime mettono a rischio di sopravvivenza la continuità del sistema nazionale antitratta. Il Governo rispetti gli impegni assunti, adottando urgentemente i provvedimenti per garantire l'assegnazione di risorse umane e finanziarie adeguate. Il Sistema nazionale anti tratta, che è stato un esempio per gli altri paesi dentro e fuori l'Unione Europea, è oggi gravemente a rischio di sopravvivenza.

All'avvicinarsi della scadenza dell'ennesima proroga dei finanziamenti erogati per gli interventi realizzati dagli enti a tutela e protezione delle vittime della tratta, nonostante le ripetute richieste di interlocuzione, non è dato sapere se sarà garantita la continuità di servizi che vengono erogati oramai da circa quindici anni.

Il disinteresse del Governo per questo tema è reso evidente dal mancato rispetto di tutti i termini che l'esecutivo stesso si era imposto con il decreto 4 marzo 2014 n. 14, di attuazione della direttiva 2011/36/UE relativa alla prevenzione e alla repressione della tratta di esseri umani e alla protezione delle vittime.

Infatti non soltanto non è stato ancora oggi adottato il "Piano nazionale d'azione contro la tratta e il grave sfruttamento degli esseri umani", previsto dall'art. 9 del decreto stesso, che avrebbe dovuto essere approvato entro il 28 giugno scorso, ma non sono neppure stati messi in cantiere gli altri due d.p.c.m., che avrebbero dovuto disciplinare rispettivamente i meccanismi di determinazione dell'età dei minori stranieri non accompagnati vittime di tratta (art. 4) e il nuovo programma di emersione, assistenza e protezione sociale di cui all'art. 18 D.Lgs. 286/98 (art. 8), come riformulato dalla nuova disposizione, nonostante il termine scaduto lo scorso 28 settembre.

Il completo disinteresse e dunque l'immobilismo che ha dominato gli ultimi mesi rischia realmente di compromettere un sistema che da anni ha contribuito in modo efficace alla tutela e protezione di migliaia di vittime del trafficking e indirettamente al contrasto di questo odioso crimine.

La direttiva 2011/36/UE, esplicitando tutta la gravità e l'attualità del fenomeno della tratta, ha invocato la necessità di rafforzare le politiche di prevenzione e contrasto passando attraverso l'implementazione dei sistemi di intervento a tutela delle vittime, obiettivo della Direttiva che l'Italia ha recepito in modo già tiepido e limitante.

L'adozione del Piano nazionale potrebbe comunque contribuire a far sì che, come richiesto dalla direttiva stessa, vengano adottate quelle misure necessarie per garantire pronta assistenza e sostegno alle possibili vittime del trafficking già quando vi sia ragionevole motivo di ritenerle tali, si predispongano adeguati meccanismi di rapida identificazione delle vittime stesse, si consenta la corretta informazione cui hanno diritto relativa mente alla possibilità di chiedere e ottenere la protezione internazionale o comunque un permesso di soggiorno.

Le criticità dell'attuale sistema nazionale sono state rilevate dalla Rappresentante speciale e coordinatrice per la lotta alla tratta di esseri umani OSCE, Maria Grazia Giammarinaro, che si è recata in Italia nel luglio di quest'anno e che, nel Report che ha seguito la visita , ha sottolineato tra le altre cose l'assenza del piano nazionale contro la tratta nonché l'incertezza in cui versa il sistema sotto il profilo finanziario .

Analogamente il Gruppo di esperti che per il Consiglio d'Europa sono chiamati a monitorare l'attuazione da parte degli Stati della Convenzione di Varsavia sulla lotta contro la tratta di esseri umani (GRETA), in visita nel corso di quest'anno in Italia, ha rilevatonel proprio Report non poche falle nel sistema e tra queste, oltre all'assenza di una serie di importanti previsioni contenute nella Convenzione stessa di cui l'Italia dovrà dotarsi, l'assenza di una struttura nazionale di coordinamento che possa tra l'altro lavorare in sinergia con le organizzazioni della società civile, l'assenza del piano nazionale contro la tratta e ancora di linee guida in materia di identificazione delle vittime .

ASGI chiede con forza che il Governo rispetti gli impegni assunti in sede di decreto 4 marzo 2014 n. 24 , adottando urgentemente i provvedimenti in esso previsti e garantendo l'assegnazione di risorse umane e finanziarie adeguate per sostenere il sistema a tutela delle vittime.