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Infertilità maschile. L'andrologia può guarirla

di Francesco Sasso (docente chirurgo dell'Università Cattolica del Sacro Cuore Specializzato in Urologia e Andrologia)

La cura delle patologie andrologiche è una valida alternativa alla procreazione medicalmente assistita, offrendo terapie che possono curare l'infertilità di coppia, al contrario della seconda che rimane sostanzialmente un rimedio del momento e quindi non propriamente una cura. Trattando le cause andrologiche di infertilità è possibile inoltre, in molti casi, raggiungere un concepimento naturale che la fecondazione assistita non consente.

Nell'acceso e attuale dibattito intorno alla Legge 40, e alla sentenza sulla fecondazione eterologa da parte della Consulta, non sempre si sente parlare dell'importanza della prevenzione nel maschio, che è responsabile dei mancati concepimenti nel 40% dei casi.
E' anche per questo che in Italia si fa ancora poca diagnosi precoce. Va aggiunta a questa riflessione la diffidenza degli uomini nei confronti dell'andrologo, uno specialista da cui spesso si evita di andare per vergogna. E' statisticamente provato che nella maggior parte dei casi sono mogli e compagne a prenotare le visite.

Ma una corretta e consapevole prevenzione è invece indispensabile per evitare infertilità e disfunzione erettile – tema di cui si è discusso il 25 ottobre scorso in un convegno al Salvator Mundi International Hospital di Roma – ma anche per scoprire malattie che nulla hanno a che fare con gli organi sessuali.
Per questo è indispensabile la prevenzione mediante controlli e visite sin dall'età pediatrica e successivamente durante l'adolescenza, senza dover aspettare l'età matura.
E' proprio nelle prime fasi della vita che si può diagnosticare il varicocele, i testicoli ritenuti o le prostatiti che sono solo alcune delle cause principali di infertilità nel maschio. In generale si consiglia una visita periodica dai quattordici ai venti anni e una maggior frequenza nell'età adulta.
Superata questa età aumenta invece il rischio del tumore alla prostata, che rappresenta il tumore più frequente nel maschio adulto.

Proprio la frequenza statistica, con numeri importanti, di queste patologie invita a comprendere l'importanza e la necessità di una diagnosi precoce.
Inoltre una visita andrologica, può far scoprire patologie diverse, non necessariamente legate all'apparato riproduttivo, sintomo sentinella per il diabete o le malattie coronariche.
Purtroppo però si ricorre alla visita solo dopo un disturbo o per la difficoltà nel concepire, e mai prima, rendendo difficile - se non impossibile - la prevenzione.

L'andrologia è oggi una branca sempre piu' integrata con altre discipline quali urologia, ginecologia, endocrinologia, oncologia, sessuologia e psicologia. E' infatti fuori dubbio che la salute sessuale e il benessere dell'uomo, dipendano inevitabilmente anche dallo stile di vita che si conduce.
Non a caso l'osservazione della sfera psichica ed emotiva del paziente è importante ai fini di una corretta diagnosi. Così come lo è l'osservazione degli habitat e delle abitudini quotidiane.
L'andrologia può aiutare gli uomini anche a prevenire i tumori testicolari ed a scongiurare la depressione dovuta a disfunzione erettile e infertilità. Queste sono da considerarsi ormai vere e proprie malattie sociali, capaci di incidere negativamente non solo sull'equilibrio psicologico individuale, ma di riflesso sulla coppia.

Non è raro che casi di infertilità di coppia avviati a fecondazione assistita, presentino problematiche psicologiche che potrebbero essere rimosse attraverso terapie sessuologiche integrate: pensiamo all'assenza di esercizio di paternità nell'accezione della virilità.
Nei casi di grave dispermia - ovvero di alterazione dei livelli qualitativi e quantitativi dei parametri seminali necessari per fecondare - si ricorre spesso alla procreazione assistita senza valutare questi aspetti più propriamente psicologici che invece, se indagati e trattati, potrebbero aiutare nel percorso terapeutico e nel raggiungimento di un concepimento più naturale.