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Airc: da 50 anni con coraggio, in lotta contro il cancro

di Maria Ines Colnaghi, Direttore Scientifico di AIRC

Nel 2015 l'Associazione italiana per la ricerca sul cancro taglia il traguardo di mezzo secolo di attività: cinquant'anni di sostegno alla ricerca oncologica, per portare i risultati dal laboratorio al paziente. Quando nacque Airc nel 1965 non si poteva parlare di cancro e l'idea di fare ricerca in questo ambito era considerata da alcuni una sfida, da molti una follia. Ma coraggio e non follia è stato ciò che ha guidato i soci fondatori. Dalla lunga presidenza di Guido Venosta Airc è cresciuta: da associazione solo milanese a realtà presente in tutto il territorio nazionale con 17 comitati regionali. Dalla fondazione a oggi Airc ha distribuito oltre 905 milioni di euro (dati attualizzati e aggiornati al 31 dicembre 2013) per progetti di ricerca condotti in laboratori d'istituti, università e ospedali in tutta Italia; e oltre 36 milioni di euro per borse di formazione a giovani ricercatori. Il coraggio ancora oggi unisce tutti i protagonisti di AIRC: i 5000 ricercatori che svolgono con passione e impegno un lavoro senza certezze, i pazienti e le loro famiglie che si affidano alla ricerca per guardare al futuro con la speranza che il cancro diventi sempre più curabile, i volontari che dedicano il loro tempo alle iniziative dell'Associazione e i donatori che sostengono la ricerca con il loro contributo.
Mezzo secolo di risultati - Cinquant'anni: un'età in cui è lecito fare un bilancio di quanto si è compiuto e dei traguardi raggiunti. Anche Airc ha raggiunto il mezzo secolo e si sofferma a guardare i frutti delle proprie fatiche e di tutti coloro che ne hanno sostenuto l'attività fin dal 1964 quando, nelle stanze dell'Istituto nazionale tumori di Milano (Int),Umberto Veronesi e Giuseppe Dalla Porta pensarono di creare anche in Italia un'associazione a sostegno della ricerca oncologica.
Già pensare alla ricerca in un contesto come l'oncologia di quegli anni era un approccio lungimirante: all'Int si arrivava in molti casi per morire, pochissimo si sapeva sulla malattia e, soprattutto, su come curarla. Con la neonata Airc nascono le prime attività di ricerca preclinica e i grandi progetti clinici di oncologia medica di Gianni Bonadonna e di chirurgia conservativa nel cancro della mammella di Veronesi.
Sono anni in cui l'Italia non resta a guardare: non si limita a portare avanti filoni di ricerca iniziati all'estero ma fa propri approcci innovativi alla malattia, di cui la chirurgia conservativa è uno dei caposaldi. Non c'è solo la quadrantectomia per il cancro della mammella, ma anche le nuove tecniche di trapianto d'osso di Mario Campanacci all'Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna, che evitano l'amputazione degli arti nei ragazzi colpiti da sarcoma, e lo sviluppo delle tecniche che risparmiano la funzionalità intestinale, portate avanti all'Int per il tumore del colonretto.
Lo sviluppo della ricerca - Anche la ricerca di base ha un ruolo preponderante fin dai primi anni di vita dell'Associazione: appena esce dalla sua dimensione prettamente milanese, AIRC comincia a guardarsi attorno e supporta gli scienziati che lavorano sulle relazioni tra cancro e sistema immunitario, gli ematologi (soprattutto quelli della scuola di Perugia e quelli di Genova, ai quali si deve il primo trapianto di midollo in Italia) e, qualche anno dopo, i primi progetti sulla genetica del cancro, che apriranno la strada alla nuova era, quella che stiamo vivendo. La forza di AIRC è sempre stata di contribuire allo sviluppo della ricerca sul cancro adattando le proprie strutture ai cambiamenti che lei stessa aveva indotto: è così che dai primi network di ricercatori, incoraggiati dalla lungimirante guida del presidente AIRC Guido Venosta, si è arrivati alla grande rete attuale, con migliaia di scienziati selezionati attraverso un processo codificato e degno delle migliori istituzioni internazionali.
AIRC ha vissuto, contribuendovi con generosità, un periodo glorioso della ricerca medica. Cinquant'anni fa chi si ammalava di cancro sapeva di avere i giorni contati nella grande maggioranza dei casi: oggi molti vengono curati con successo e la diagnosi può essere accolta con speranza e fiducia nelle possibilità di battere la malattia.