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Fare: con la riforma del codice dei contratti specializzare i buyer pubblici

di Sandra Zuzzi

La Fare valuta con preoccupazione le proposte fatte dall'Ad di Consip, Domenico Casalino, presentate durante l'audizione dell'VIII Commissione del Senato per l'approvazione della legge delega per il recepimento delle nuove direttive europee in materia di contratti pubblici di lavori, servizi e forniture. I beni e i servizi che Consip e le Centrali di acquisto regionali definiscono e rendono disponibili alle stazioni appaltanti dovrebbero poter essere essere rispondenti alle reali esigenze delle stazioni appaltanti. Ci troviamo infatti talvolta nella condizione di dover aderire a convenzioni che non sono completamente rispondenti ai reali bisogni. Il rischio concreto che il sistema di aggregazione dell'acquisto di beni e servizi corre è quello che, nella convinzione che l'attività delle stazioni appaltanti sia nella maggior parte viziata da scarsa trasparenza, da scarsa professionalità o addirittura da comportamenti corruttivi, si arrivi di fatto a privarle della necessaria discrezionalità per attribuire l'intero potere decisionale ai soggetti aggregatori, che risultano però essere distanti dalle problematiche concrete che tutti i giorni devono essere affrontate. Il dialogo su questi temi deve pertanto continuare senza lasciare nulla d'intentato affinché il nuovo codice preservi da quelle difficoltà di applicazione, già più volte incontrate nell'attuazione di quello vigente, visto che nulla ci può garantire che il fenomeno corruttivo non possa in futuro annidarsi anche nei soggetti aggregatori, che di fatto gestiscono importi di gara elevatissimi in grado di generare il rischio di fenomeni corruttivi ben superiori a quelli attualmente presenti nel sistema delle stazioni appaltanti. Salutiamo quindi con grande favore la proposta di Casalino di qualificazione/specializzazione dei buyer pubblici, attività peraltro da sempre è al centro delle azioni della Fare e delle Associazioni Regionali dei Provveditori Economi, che sempre più spesso svolgono attività di formazione verso i propri associati, "vicariando" quelle attività di formazione che dovrebbero essere poste in essere dalle Amministrazioni Pubbliche. Non basta infatti, a nostro avviso, reprimere i fenomeni corruttivi o di incompetenza, per creare "il nuovo", è necessario lavorare sulla prevenzione anche attraverso la formazione.
L'investimento nelle proprie risorse umane non sembra però essere uno degli obiettivi primari dell'Amministrazione pubblica e questa esigenza al momento non si coglie neanche nelle varie disposizioni che si sono succedute, a cominciare da quelle riguardanti Anac. Va però aggiunto che ci troviamo completamente d'accordo con la proposta di consentire alle stazioni appaltanti l'esame delle offerte tecniche/economiche prima di verificare l'assenza di motivi di esclusione su elementi di natura amministrativa. Una proposta concreta per ridurre il pesante ed inutile contenzioso amministrativo che ruota attorno alle previsioni dell'art.38 del Codice dei Contratti.