Dal Governo

Balduzzi: «Settemila posti letto in meno dal 2013»

Quasi otto miliardi in meno in tre anni, se si sommano gli effetti della spending review a quelli della manovra estiva 2011. Settemila posti letto cancellati a partire dal 2013. Nessun taglio «ma un definanziamento con più componenti». Ecco la spending review spiegata dal ministro della Salute, Renato Balduzzi.
L'occasione è stato il convegno promosso a Roma dal Partito Democratico con un titolo quanto mai d'attualità: "Il Pd per il diritto alla salute". Al segretario Pd, Pier Luigi Bersani, è toccato l'inedito ruolo di mediatore tra istituzioni. «Il decreto va corretto nella parte sulla sanità», ha affermato. «Noi facciamo la nostra parte in Parlamento ma non vorrei che una rottura istituzionale tra Stato e Regioni rendesse ingovernabile il processo».
Ed è stato lo stesso Balduzzi a tendere la mano. «Presidente Errani - ha detto rivolgendosi al presidente dei governatori seduto in platea - da domattina il ministro è a disposizione per discutere delle misure legate alla revisione della spesa ma anche delle altre che completano l'intervento. Il ministero della Salute vuole fare fino in fondo la sua parte». Il ministro è schietto: «Io quel Patto sulla salute lo vorrei proprio fare, sarebbe la cosa più bella che riuscirei a fare».
Ma l'intervento di Errani lascia aperti pochi spiragli: in questi ultimi tre anni, includendo anche la spendind review, la sanità ha subito «un taglio di 21 miliardi di euro e se si continua con questa logica emergenziale il sistema non reggerà forse nel 2012 e sicuramente nel 2013». Bocciatura netta per la revisione della spesa: «La spending review è sbagliata perché segue il percorso che il Tesoro ha definito per intervenire sulla sanità negli ultimi anni: tagliare la spesa e poi riorganizzare. Peccato però che la riorganizzazione non arrivi mai». Ciò che è mancato e che manca «è un progetto: bisogna cambiare approccio altrimenti non so cosa resterà della nostra sanità tra cinque anni».
I bocconi amari da ingoiare sono molti, troppi, a partire dalla scure sui finanziamenti al Ssn: «Novecento milioni sono relativi al secondo semastre del 2012, 4,3 miliardi è il definanziamento per il 2013 e 2,7 miliardi sono sul 2014». L'accetta sui letti non è meno indolore. «Entro novembre - ha detto il ministro - le Regioni dovranno preparare un atto di programmazione sui posti letto, che dovranno passare a 3,7 ogni mille abitanti». Per il 2012 si prevede inoltre «l'abbassamento del tetto della spesa farmaceutica territoriale» ma qui il ministro vede il bicchiere mezzo pieno: se in virtù di questa misura «ci dovesse essere una diminuzione di prescrizioni - è la sua tesi - ci sarebbe un vantaggio economico per il sistema e per i cittadini, in termini di calo delle prescrizioni inappropriate».
Non ci sono stoccate contro le Regioni che hanno operato bene, ha assicurato il ministro. «Nel decreto c'è anzi una quota premiale per quelle Regioni che hanno fatto, proprio sugli acquisti di beni e servizi, procedure virtuose». Balduzzi ha ammesso però «un problema sulla riduzione del 5%» delle spese per beni e servizi previsto solo per il 2012 che «può essere strutturato e migliorato con l'affiancamento di norme che riguardino o la possibilità di un prolungamento dei contratti, se fatti bene e senza scostamenti significativi dal prezzo di riferimento; oppure un ragionamento sui tempi di pagamento. Su questo invitiamo le Regioni a confrontarsi».
I governatori restano sul piede di guerra. Di «assalto al sistema sanitario nazionale» a suon di tagli lineari ha parlato la presidente dell'Umbria, Catiuscia Marini. Da Londra la governatrice del Lazio, Renata Polverini, ha detto di «confidare nel premier Monti» cui le Regioni hanno chiesto un incontro.