Dal Governo

Amianto: Fornero invita a non sacrificare salute e sicurezza sull'altare della crescita

Una rete di centri d'eccellenza per la ricerca sull'amianto. E' la proposta che l'Italia è stata invitata a presentare al prossimo Consiglio dei ministri della Salute europei, previsto a Cipro entro fine anno. A rivelarlo è stato il ministro della Salute, Renato Balduzzi, che ha concluso i lavori dell'incontro che si è tenuto oggi a Casale Monferrato, nell'alessandrino, nel corso del quale è stato presentato un estratto del Quaderno del ministero della Salute dedicato proprio allo «stato dell'arte e prospettive in materia di contrasto alle patologie asbesto-correlate».

Era stato proprio Balduzzi a proporre all'Ue di inserire le patologie correlate all'amianto tra le priorità e di costotuire, nell'ambito dell'attuazione della direttiva europea sull'assistenza sanitaria transfrontaliera, una rete di centri all'avanguardia nella ricerca in questo settore.

L'appuntamento di Casale Monferrato è servito a fare un primo punto della situazione in Italia, in vista della seconda Conferenza nazionale governativa che si terrà a Venezia dal 22 al 24 novembre (in occasione della quale sarà diffuso il Quaderno completo). «Ci aspettano due mesi di lavoro, di discussione aperta, dando la parola a tutti quanti hanno qualcosa da dire sul tema, a partire dall'associazionismo», ha detto il ministro. «Venezia sarà l'occasione di dare un'indicazione sul percorso, ancora lungo, sul tema amianto».

E se Balduzzi ha teso la mano ai colleghi di Governo («desideriamo disegnare con gli altri ministeri interessati linee di condotta condivise»), poco prima Elsa Fornero, ministro del Welfare, aveva definito l'amianto «forse il caso più emblematico di quanto contraddittori possano essere i processi di crescita economica, aspirazioni a stare meglio, ma anche al tempo stesso le miopie, l'ignoranza, gli egoismi; magari in qualche caso anche la voluta cancellazione di qualche evidenza, allo scopo di consentire che le cose possano proseguire senza considerazione dei danni». Fornero ha invitato a non sacrificare la salute e la sicurezza sull'altare della crescita (parole che assumono un significato ancora più importante, alla luce del caso Ilva): «La crescita - ha affermato - è un valore positivo, ma dobbiamo fare attenzione ai costi, che spesso si annidano e rischiano di avere conseguenze nel tempo». E ancora: «L'amianto è un caso emblematico della difficoltà di conciliare l'aspirazione al lavoro, che è scarso e che è un diritto, con la sicurezza nei luoghi di lavoro e la salute dei lavoratori. In questa sfida può esserci stata la tentazione di chiudere un occhio o anche due perché bisogna andare velocemente, andare e innovare. Le persone sagge devono sempre astenersi dal preferire la rapidità, anche a costi elevati, ma debbono dire: dobbiamo vincere la sfida del lavoro in condizioni di sicurezza». Conclusione: «Dobbiamo salvare i posti di lavoro, ma non a discapito della salute».

Di errori, con l'amianto, ne sono stati commessi molti. E molti ancora si commettono. Come ha spiegato Giovanni Simonetti, direttore scientifico dei Quaderni del ministero della Salute, in Italia sono 34.148 i siti dove c'è potenziale contaminazione d'amianto, tra cui 373 di "priorità 1", ossia a maggior rischio. Ma il numero è destinato a crescere fino a 500 circa, poiché la mappatura non è completa in tutte le Regoni: mancano all'appello ancora i dati relativi a Sicilia e Calabria.

In queste aree non si può più rimandare la bonifica. «E' fondamentale il reperimento urgente delle necessarie risorse finanziarie atte a consentire nel breve termine l'attuazione degli interventi di messa in sicurezza e di bonifica». Il Quaderno evidenzia che con l'assegnazione di finanziamenti annuali di circa 10 milioni di euro per 10 anni «tutte le situazioni a maggiore rischio potrebbero essere rimosse».

Non è tutto. Sul territorio nazionale ci sono 32 milioni di tonnellate di cemento amianto ancora da bonificare per la cui dismissione, secondo l'Ispra, potrebbero occorrere 85 anni e anche più. Dal dopoguerra fino al 1992, anno di messa al bando dell'amianto, sono state consumati 3,7 milioni di tonnellate di amianto grezzo per diverse attività industriali.

A pagare sono tanti, troppi. Il tasso di incidenza del mesotelioma è pari a 3,6 casi per 100mila abitanti negli uomini e 1,6 casi per 100mila abitanti nelle donne con una latenza della malattia di circa 40 anni. «Questi dati - ha concluso Simonetti - dimostrano la necessità di spingere molto sulla psiconcologia per avere la possibilità di assistere sia i pazienti che i loro familiari». Vittime di una "crescita" senza scrupoli.