Dal Governo

Nodi e scommesse sul decreto Balduzzi

Il ministro della Salute Renato balduzzi aveva già aperto la strada a una trattativa con le Regioni per rimodulare alcune previsioni (soprattutto sulle cure primarie) nel Patto per la salute. E ora si è reso disponibile con i senatori della commissione Igiene e Sanità di Palazzo Madama per integrare le norme sul fumo con ciò che riterranno opportuno trasmigrare nel testo durante la conversione del decreto dei provvedimenti in materia già all'esame del Parlamento.

E' un cantiere aperto quello dei lavori parlamentari per la conversione in legge del Dl 158/2012, che si apre ufficialmente alla Camera, commissione Affari sociali, mercoledì e che dovrà procedere a tappe serrate visti i 60 giorni in cui tutti i giochi dovranno essere chiusi.

Il Sole-24 Ore Sanità alla vigilia dell'avvio del dibattito parlamentare ha raccolto le opinioni degli attori della sanità e degli esperti sugli argomenti principali del provvedimento, tutti pubblicati sul n. 34 del settimanale, di cui di seguito riportiamo i concetti chiave.

Cure primarie. I giudizi vanno dal disappunto con cui i medici di base, nel sondaggio promosso da Il Sole-24 Ore Sanità , hanno accolto le proposte di modifica del loro ruolo e della loro organizzazione professionale alla posizione dei sindacati.

«L'essenziale è che la riforma ci sia, ora comInciamo a lavorare con le Regioni per superare la lunga fase di stand by e arrivare a una "convenzione leggera" anche costo zero», è il giudizio di Giacomo Milillo (Fimmg). Che conferma il giudizio positivo sul decretone ma avverte: «Il cambiamento sarà necessariamente graduale».

Al contrario secondo il Sindacato medici italiani (Smi), che fa una sua precisa proposta consegnata ai partiti, «il Dl va cambiato. Perchè il decreto non rimanga solo un "titolo sui giornali" occorrono stanziamenti adeguati e tempi certi».

Il «convenzionamento è tutto da valorizzare, ma per farlo occorre partire dalle esperienze regionali più significative già in atto e mettere a punto un progetto-obiettivo attraverso la Stato-Regioni che renda operative le prescrizioni normative», secondo Renato Rubin, responsabile dell'Unità complessa di assistenza distrettuale e cure primarie della Regione Veneto.

Dipendenza. «Le modifiche che hanno cambiato il testo dell'articolo sulla governance hanno portato soluzioni, come l'elenco da cui attingere per i primari, già presenti nel 502 originario. E il direttore sanitario diventa l'unico capro espiatorio della trasparenza», secondo Stefano Simonetti, contrattualista e direttore amministrativo di aziende sanitarie. Che sull'intramoenia mette in rilievo la doppia trattenuta per i medici con il contributo del 5% per la prvenzione e le liste d'attesa che si aggiunge a quello del fondo dim perequazione e l'«errore» di porre un tetto minimo di guadagno agli studi.

«Con la mobilità coatta i medici sono pacchi postali; la politica uscita dalla porta della scelta di Dg e primari rientra dalla finestra della valutazione del loro operato; i dirigenti diventano in realtà l'unico bersaglio del decreto e per l'intramoenia si configura un tale dettaglio di norme che la vera novità diventa la burocrazia», sostiene Costantino Troise, segretario nazionale dell'Anaao-Assomed. «O il decreto cambia in Parlamento - taglia corto Troise - o toccherà a medici, veterinari, dirigenti sanitari dipendenti raccogliere il messaggio e preparare una risposta adeguata».

Direttori generali. Giudizio in gran parte positivo quello di Angelo Lino Del Favero, presidente di Federsanità Anci, secondo il quale ora «si tratta di legare in una sinergia virtuosa lo sviluppo e la tutela della salute, proponendosi di realizzare quella tesi secondo la quale la Sanità, con il suo portato di conoscenza e di innovazione, può essere volano per la crescita complessiva del Paese, anche sotto il profilo economico». Tuttavia secondo il Dg non mancano i nei e i due principali sono proprio sulla libera professione legata ancora troppo al passato e all'assenza di regole sulla non autosufficienza.

Punta il dito invece proprio sulla valutazione troppo soft prevista per i direttori generali Gianfranco Finzi, presidente dell'associazione dei direttori sanitari. «La valutazione dovrebbe essere almeno annuale - spiega - e a essa andrebbe assicurata analoga trasparenza e indipendenza come stabilito per i nuovi criteri di nomina dei dg. Proprio per questo sarebbe opportuno che venisse prodotta dopo anche aver acquisito il parere delle organizzazioni sindacali e delle associazioni degli utenti».

Farmaci. «In soli sei mesi una terna di provvedimenti ha cambiato tutte le norme di riferimento dell'industria farmaceutica. Ora le aziende chiedono garanzie che permettano il mantenimento di una presenza industriale farmaceutica nel Paese», afferma Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria. «L'industria muore» sottolinea e ricorda che a rischio sono 10mila posti di lavoro nei prossimi cinque anni a cui si aggiungono gli altri 10mila già persi negli ultimi cinque anni.

«Ora basta con le scelte d'emergenza» afferma Nello Martini, direttore Ricerca e sviluppo dell'Accademia nazionale di me dicina. Martini invita alla massima cautela nel «maneggiare» i Comitati etici e definisce «incongruente» la scelta di un tetto per singolo prodotto. Ma nel suo dettagliato intervento Martini sottolinea soprattutto che «è auspicabile che sia considerata conclusa la fase della decretazione di urgenza e che possa iniziare una fase di stabilità del settore, anche per recuperare credibilità presso gli Headquaters europei e internazionali».

Assicurazioni. «Il decreto segna un deciso passo avanti sulla strada della corretta valutazione dell'errore medico e del risarcimento al paziente», secondo Vincenzo Paparella, presidente dell'associazione italiana brokers di assocurazione e riassicurazione (Aiba). Due i princìpi positivi contenuti nel Dl secondo Paparella: 1) limitazione della responsabilità medica con un'attenzione esplicita alla colpa lieve in caso di osservanza dei protocolli medici riconosciuti dalle pratiche nazionali e internazionali; 2) limitazione dei valori economici di risarcimento del danno secondo tabelle predefinite e già previste per altri settori (Rc auto). E alcune perplessità invece su un altro aspetto introdotto dal Dl: la definizione di tariffazioni assicurative basate su criteri di incentivazione e disincentivazione connessi all'accertamento di responsabilità per fatti pregressi (tariffa bonus/malus).

Sicurezza alimentare. Semplificazioni, maggior tutela della salute del consumatore, agevolazioni a favore delle attività produttive agroalimentari sono invece le caratteristiche delle norme previste dal Dl sulla sicurezza alimentare. Secondo Silvio Borrello, direttore generale della Direzione per l'igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione del ministero della Salute, oltre alle norme di sicurezza alimentare come quelle sui divieti e sanzioni per latte e pesce crudo, il decreto legge «introduce alcune agevolazioni a favore della categoria dei piccoli e medi imprenditori agricoli, prevedendo l'esonero dal pagamento delle tariffe per i controlli ufficiali qualora il volume di produzione annua, relativo alle attività connesse al fondo agricolo, sia compreso entro determinate fasce».

Edilizia. il decreto prevede che in una operazione di project financing sarà possibile sostituire il corrispettivo da erogare al privato con la cessione di immobili da dismettere a seguito della realizzazione del project stesso: «In parole povere - spiega ancora Stefano Simonetti - una sorta di pagamento in natura a fronte della parte di finanziamento dell'opera di provenienza privata. La norma crea ottime opportunità per le aziende anche se alcune realtà avevano già pensato o realizzato questo "scambio" sulla base dei princìpi generali. Delicatissima invece è la problematica legata al Dm 18 settembre 2002 che imponeva entro cinque anni a tutte le strutture sanitarie l'adeguamento alla normativa tecnica antincendio.

Cittadini. «Questo Dl - afferma Giuseppe Scaramuzza, coordinatore nazionale del Tribunale per i diri tti del malato - Cittadinanzattiva - era stato concepito come una nuova riforma sanitaria ma vede la luce come un semplice e piccolo riordino che dovrà passare al vaglio delle Regioni sempre di più alle prese con ristrettezze finanziarie. Tutti speriamo nelle integrazioni e nei miglioramenti che verranno dal Parlamento». Una «delusione» quindi secondo Scaramuzza che nel suo intervento sintetizza gli aspetti negativi sui principali temi del decreto, dai giochi («Ci si lava la coscienza vietando la pubblicità e addirittura permettendo l'ulteriore diffusione di queste macchinette a ridosso delle scuole») alla sicurezza alimentare, dalla libera professione intramoenia («Il problema degli spazi aziendali ormai è un grande alibi per non cambiare le cose e non sottoporsi ai controlli») alla responsabilità professionale.

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