Dal Governo

Le Regioni bocciano il decretone. Ecco le richieste di modifica

Le Regioni hanno espresso parere negativo sul decreto legge Balduzzi, come già anticipato questa mattina da www.24oresanita.com . Lo ha annunciato il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, uscendo dalla riunione della Conferenza Stato-Regioni e di quella Unificata di oggi.

«Abbiamo fatto una serie di proposte sul governo clinico e le cure primarie - ha riferito De Filippo - il ministro si é riservato di fare alcune verifiche».

«Abbiamo bocciato il decreto legge perché alcune parti del provvedimento sono prive di copertura finanziaria», ha spiegato il coordinatore degli assessori regionali agli Affari Finanziari e assessore al Bilnacio della Lombardia, Romano Colozzi.

Colozzi ha chiarito che il Governo «vuole coprire l'apertura h24 degli ambulatori con la riorganizzazione ospedaliera, dimenticando che quei fondi non basteranno a coprire nemmeno una parte degli 1,8 miliardi che la spending review ha riservato a questo settore per il 2013. A questo punto la bocciatura é inevitabile».

Le Regioni hanno proposto comunque alcune modifiche al testo. Gli emendamenti sono al capitolo delle cure primarie, in cui si ribadisce l'autonomia delle Regioni, la necessità di non rinviare nulla a provvedimenti successivi e quella di risorse e due sulla nomina dei direttori generali, circa le modalità di selezione e la reintroduzione del direttore sanitario.

In particolare le mofiche chieste dalle Regioni sono all'articolo 1.
I governatori hanno chiesto una riscrittura dell'articolato sulla base di alcuni principi perché il testo osì comìè rischia di essere peggiorativo rispetto all'attuale quadro normativo:

• istituzione del ruolo unico e sua definizione

• necessità che le norme di legge indicate nel testo siano esecutive senza rimandare a provvedimenti successivi, come il rinnovo delle convenzioni che non potrà avvenire prima del 2015

• deve essere affermato nel testo l'autonomia organizzative delle Regioni in materia

• bisogna precisare che la riorganizzazione delle cure primarie non può prevedere un aumento delle attuali risorse disponibili per la medicina convenzionata .

Altre modifiche all'articolo 4 su due argimenti specifici.
Il primo è la nomina dei direttori di struttura complessa per la quale secondo le Regioni è necessario reintrodurre la figura del direttore Sanitario nella commissione che giudica i candidati per dare coerenza al concetto stesso di governo clinico dell'azienda sanitaria, va eliminato il principio della graduatoria e del punteggio nella terna dei candidati selezionati dalla commissione per cui al direttore generale deve essere presentata una terna "motivata" senza graduatoria interna e va previsto infine che il sorteggio dei componenti della Commissione debba avvenire da un albo regionale e non da un albo nazionale (non esiste il ruolo unico nazionale) tornando al testo precedente .

Sulla nomina dei direttori generali invece è necessario che la selezione sia fatta da parte della Commissione di esperti sulla base di criteri individuati in trasparenza dalle Regioni.

Anche la commissione affari finanziari ha presentato un emendamento che boccia la norma sull'edilizia sanitaria (cessione di vecchie strutture ai privati) e stabilisce la possibilità per le Regioni nei limiti del Dlgs n. 502/92 (15% delle entrate proprie aziendali e regionali) che le aziende, dietro autorizzazione, per le sole spese di investimento contraggano mutui o accedano ad altre forme di credito regionale, procedendo poi all'ammortamento secondo le aliquote definite (su più anni). E rende obbligatorio un piano di ammortamento pluriennale che evidenzi anche le coperture degli oneri corrispondenti.