Dal Governo

Riparto 2012: le Regioni all'attacco del Governo

L'ultima parola, quella politica, spetta ai governatori e al confronto del pomeriggio in conferenza Stato-Regioni, ma le Regioni hanno messo a punto la strategia comune per il riparto del fondo 2012 "ridotto" dei 900 milioni previsti dalla spending review.

I fronti aperti erano tre (si veda anche Il Sole-24 Ore Sanità n. 35/2012 ).
Il primo puntava a una riduzione secondo le quote di accesso già utilizzate per la colonna finale - quella corretta col lapis dai governatori - già pronta a maggio. Il secondo proponeva di non toccare la parte corrente e caricare l'intero taglio sui 1,469 miliardi degli obiettivi di Piano, ma in questo caso a essere penalizzate sarebbero le Regioni titolari di un maggior numero di progetti. La terza opzione era quella sponsorizzata dalle Regioni del Sud (quasi tutte sotto piano di rientro), dal Piemonte e dalla Liguria, anch'esse in difficoltà dal punto di vista economico: chiedono tagli differenziati e inversamente proporzionali ai disavanzi. Ovvero: paghi di più chi ha i conti a posto e può farcela. Criterio che le controparti più abbienti non sono certo disposte a sottoscrivere.

Alla fine la scelta della commissione Salute, formalizzata con una lettera del coordinatore degli assessori, il veneto Luca Coletto, al presidente dei governatori Vasco Errani che oggi la illustrerà ai suoi colleghi presidenti, prevede che la riduzione delle disponibilità finanziarie del Ssn per il 2012 debba essere ripartita tra le Regioni e il ministero della Salute. In questo modo : Regioni, 500 milioni a carico delle disponibilità finanziarie relative all'indistinta ed agli obiettivi di piano (1,468 miliardi); ministero della Salute, 400 milioni sulla risorse per la finalizzata e vincolata per altri enti (846 milioni circa).

La proposta, hanno sottolineato gli assessori, è motivata anche dal fatto che in sede di conversione del decreto legge sulla spending review, la manovra prevista per la farmaceutica è stata modificata con la riduzione degli sconti a carico della filiera distributiva creando un minore risparmio per le Regioni rispetto a quello preventivato di circa 300 milioni.

La motivazione è chiara: gli interventi legislativi di riduzione delle risorse del Fondo negli ultimi anni hanno riguardato tutto il Ssn e quindi il contenimento della spesa pubblica e la riduzione del finanziamento deve essere ripartito ora tra i vari soggetti istituzionali e non solo sul sistema delle Regioni.

La scelta finale spetta questa mattina ai governatori. Che tuttavia dovranno far presto: entro il 30 settembre domenica prossima quindi) secondo la legge le Regioni dovranno formulare una nuova proposta e in caso di mancato accordo, la procedura d'ufficio è dietro l'angolo e con essa il via libera alla proposta della Salute.