Dal Governo

Stato-Regioni e Unificata: nuove tariffe, trapianti e premi ai virtuosi. Ecco tutti i testi oggi all'Odg

di Paolo Del Bufalo

Raffica di provvedimenti sanitari alla Stato-Regioni e all'Unificata di oggi. In primo piano c'è il parere sul nuovo riparto del fondo 2012 che però sarà oggetto diretto della discussione di questa mattina dei governatori e il parere sul decretone Balduzzi. Le Regioni - che andranno in audizione alle 11,30 alla commissione Affari sociali della Camera - lo bocciano (parere negativo è la proposta delle commissioni salute e affari finanziari) e propongono pochi, ma tassativi emendamenti. Gli emendamenti sono al capitolo delle cure primarie, in cui si ribadisce l'autonomia delle Regioni, la necessità di non rinviare nulla a provvedimenti successivi e quella di risorse e due sulla nomina dei direttori generali, circa le modalità di selezione e la reintroduzione del direttore sanitario. Anche la commissione affari finanziari ha presentato un emendamento che boccia la norma sull'edilizia sanitaria (cessione di vecchie strutture ai privati) e stabilisce la possibilità per le Regioni nei limiti del Dlgs n. 502/92 (15% delle entrate proprie aziendali e regionali) che le aziende, dietro autorizzazione, per le sole spese di investimento contraggano mutui o accedano ad altre forme di credito regionale, procedendo poi all'ammortamento secondo le aliquote definite (su più anni). E rende obbligatorio un piano di ammortamento pluriennale che evidenzi anche le coperture degli oneri corrispondenti.

Altro momento di "scontro" con il Governo sarà quello dei nuovi Drg. Cambiano infatti le tariffe, ma cambiano d'ufficio, nonostante la bocciatura delle Regioni che ancora chiedono comunque il recepimento delle loro richieste di modifica, perché la spending review ha deciso che per l'emanazione del provvedimento i ministeri di Salute ed Economia non dovessero più ottenere l'intesa, ma solo un parere dai governatori e quindi come tale non vincolante ai fini dell'emanazione del Dm. Che - e i sindacati delle specialità coinvolte come radiologia e specialisti ambulatoriali sono in rivolta - tagliano ("risparmiano" secondo i ministeri) circa 239 milioni (-4,6%) rispetto alle vecchie tariffe. E tutto - o quasi - arriva dalla riduzione di quelle legate ai Drg ospedalieri per i ricoveri per acuti. Le tariffe invece aumentano per la riabilitazione (+0,1%, 1,7 milioni)
e la lungodegenza (+10.5%, 25 milioni circa). E anche per quelle rimodulate della specialistica ambulatoriale che in realtà mostrerebbero una riduzione se non fosse per il calcolo dello sconto previsto dalla Finanziaria 2007 a carico delle strutture private accreditate: 2% sulle prestazioni specialistiche e 20% per quelle di diagnostica di laboratorio indicate, all'epoca, nel decreto della Sanità del 1996, che la bozza attuale aggiorna. E c'è un altro "effetto" da considerare: quello della perdita di gettito del ticket sulla specialistica per le aziende pubbliche che vale
19,8 milioni in meno. L'onere (e non il risparmio quindi) che deriva dal nuovo tariffario è così di 13,310 milioni.

Adattamento alla spending reviw anche per la rete trapiantologica.
L'accordo prevede di individuare interventi da attuare nel medio e nel lungo periodo per contenere i costi e razionalizzare il sistema, sempre con la garanzia di qualità, sicurezza, numerosità ed efficienza delle prestazioni. E identifica quattro aree prioritarie su cui intervenire: rianimazioni e coordinamenti ospedalieri; strutture di coordinamento a livello regionale, interregionale e nazionale; attività chirurgiche di prelievo e trapianto di organi; servizi diagnostici e logistici di supporto all'attività di prelievo e trapianto di organi.

Infine, tra i tanti provvedimenti all'ordine del giorno c'è anche la determinazione dei parametri con cui assegnare la quota del 10% del fondo accantonata per la verifica degli adempimenti richiesti alle Regioni a statuto ordinario (legge122/2010). Due gli indicatori: un rapporto uguale o inferiore alla media nazionale tra spesa di personale e spesa corrente al netto delle spese per i ripiani dei disavanzi sanitari e del surplus di spesa rispetto agli obiettivi programmati dal patto di stabilità interno; il rispetto del patto di stabilità interno. E il risultato premia solo 6 Regioni "virtuose" su 15 (il 40%) rispetto a questi parametri: Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Toscana e Veneto che si ripartiscono così 54,606 milioni. In realtà rispetto agli indicatori, tutte le Regioni hanno rispettato il Patto di stabilità e le penalizzazioni derivano dal mancato equilibrio tra spesa di personale e spesa corrente netta.
Rispetto alle assegnazioni calibrate in base allo scostamento per questa voce dalla media nazionale, vanno 7,98 milioni all'Emilia Romagna, 2,22 milioni al Lazio, 9,38 milioni alla Liguria, 21,15 milioni alla Lombardia, 2,77 milioni alla Toscana e 11,10 milioni al Veneto.