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Il Comitato nazionale di bioetica boccia lo scontrino delle cure lombardo

Il Comitato nazionale di bioetica boccia il cosiddetto "scontrino delle cure" lombardo in quanto non eticamente giustificato. Vale a dire l'informativa "obbligatoria" al paziente, al momento delle dimissioni dall'ospedale, in merito al costo delle prestazioni sanitarie ricevute, con l'indicazione della quota a carico del cittadino e di quella a carico della comunità, come previsto dalla normativa della Regione Lombardia.

È questa la posizione di maggioranza espressa dal Cnb nel parere approvato oggi sulla questione e che era stato richiesto dal ministro Balduzzi. Dal primo marzo 2012, gli ospedali lombardi, all'atto di dimettere un paziente, riportano infatti nel dettaglio quanto sono costate le prestazioni che il malato ha ricevuto, indicando appunto qual è la quota a carico del cittadino e quella a carico della comunità. Si tratta del ribattezzato scontrino delle cure, normativa in merito alla quale il ministro della Salute aveva richiesto la formulazione di un parere da parte del Cnb. Secondo la posizione di maggioranza espressa dal Cnb, tale informativa sui costi obbligatoria e in qualche modo imposta al paziente non è "eticamente giustificata". Ciò, sempre secondo quanto si apprende, in considerazione del fatto che la tutela della salute è un "diritto fondamentale del cittadino" e un "dovere da parte dello Stato e della società" e, in quanto tale, non può essere condizionata da "valutazioni economicistiche e aziendalistiche". Tuttavia, secondo il Cnb, tale comunicazione dei costi può avvenire se è richiesta dal paziente stesso al momento delle dimissioni. Il timore è infatti quello che una comunicazione imposta possa in qualche modo determinare un danno psicologico al paziente o possa indurre a valutare l'efficacia di una terapia solo sulla base dei costi.
Nella discussione è però anche emersa una posizione di minoranza a sostegno dell'utilità della comunicazione dei costi al paziente in ogni caso, ciò in nome del principio della "trasparenza dei servizi" e contro la visione di una gestione "paternalistica" del malato.
Il Cnb è stato invece unanime nel ritenere che la comunicazione sui costi, che sia o meno obbligatoria, debba avvenire con modalità precise: attraverso, ad esempio, un documento che sia al di fuori della cartella clinica, e utilizzando modalità idonee per evitare traumi al paziente. La comunicazione dei costi delle prestazioni, secondo il Cnb, non può dunque essere l'unico o principale strumento per una "presa di coscienza" dei costi della sanità da parte dei cittadini.