Dal Governo

Costi standard per tagliare la spesa

di Roberto Turno (da Il Sole-24 Ore)

Il primo requisito, naturalmente, sarà quello di avere i conti in regola: equilibrio di bilancio, nessun cartellino rosso dal Governo sotto forma di piano di rientro dal debito, garanzia di aver rispettato l'erogazione dei Lea (livelli essenziali di assistenza) ai propri cittadini. Ma non basta: conteranno i costi per i ricoveri, la spesa per l'assistenza specialistica e diagnostica, per la medicina generale e per quella farmaceutica, perfino la degenza pre operatoria per le fratture al femore. Il Governo prepara la stretta dei costi e dei fabbisogni standard anche per la spesa sanitaria.

Una stretta che scatterà subito nel 2013 in vista del riparto dei fondi per il prossimo anno, che secondo la spending review dovrebbe andare in porto entro novembre. Anche se ancora manca all'appello addirittura la divisione dei 108 miliardi per il 2012 e lo stesso «Patto per la salute 2013-2015» sembra essere finito nel cono d'ombra dei rapporti che latitano tra Governo e Regioni a causa dei tagli miliardari degli ultimi dodici mesi ai fondi per la salute. Una frenata, quella dei governatori, che rischia di essere compromessa dalle vicende poco edificanti dei costi della politica locale che stanno travolgendo diverse amministrazioni.

Intanto il Governo va avanti. E, in omaggio al federalismo fiscale (Dlgs 68/2011), con un decreto del presidente del Consiglio ha messo a punto i criteri per l'individuazione delle 5 Regioni tra le quali, nel 2013, saranno scelte le 3 amministrazioni benchmark per l'individuazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario. Una rosa che alla scrematura finale conterà una Regione del Nord, una del Centro e una del Sud, di cui almeno una piccola con non più di 600mila abitanti. Lombardia, Toscana e Basilicata sembrerebbero in partenza le più accreditate, ma solo l'applicazione dei criteri indicati dal decreto del Governo, oltreché la trattativa politica con le Regioni, determinerà la "classifica" finale.

La base di tutto saranno i conti e risultati del 2011. Con quattro criteri iniziali di partenza per l'individuazione delle prime 5 Regioni, da cui pescare le tre benchmark. Sono anzitutto «eligibili» nella rosa allargata a cinque, spiega, il decreto le Regioni che: hanno garantito l'erogazione dei Lea, secondo una specifica griglia di valutazione, con un punteggio pari o superiore alla media; hanno garantito entro una data prestabilita l'equilibrio economico-finanziario del bilancio sanitario locale ; non sono sottoposte a piano di rientro dal deficit; sono n regola al tavolo di monitoraggio sui conti. Se risulteranno meno di 5 Regioni in equilibrio economico-finanziario, potranno essere considerate anche le Regioni col disavanzo più basso.

Ma per formare la classifica finale, il decreto del Governo considera anche altre tre variabili. E a questo punto scatta la seconda fase di valutazione. Anzitutto sarà dato un punteggio sull'applicazione dei Lea. Poi sarà pesata l'incidenza percentuale tra avanzo/disavanzo e finanziamento. Infine sarà dato un punteggio di valutazione della qualità dei servizi erogati sulla base di 15 indicatori: dallo scostamento dallo standard previsto per l'incidenza della spesa per assistenza collettiva sul totale della spesa, così come per l'assistenza distrettuale e per quella ospedaliera, alla degenza media pre operatoria per fratture del femore operate entro due giorni, dalle percentuali specifiche di dimessi dai reparti chirurgici ai costi per i ricoveri di 1 giorno (day hospital, day surgery), fino alla spesa specialistica, di diagnostica, di base e farmaceutica. Una serie di formule matematiche condurrà al risultato finale del'indicatore di qualità ed efficienza: IQI, la sua sigla. E le Regioni benchmark saranno servite. O quasi.