Dal Governo

Allarme nuovi tagli al Fondo sanitario: -1,5 miliardi nella legge di stabilità

L'indiscrezione (del Messaggero di stamane) deve essere confermata, ma è ferale: con la bozza di legge di stabilità che il Governo si appresta a varare domani - il Consiglio dei ministri è convocato alle 16.30, dopo l'incontro tra il ministro dell'Economia Vittorio Grilli e le parti sociali fissato per le 14 - il Fondo sanitario nazionale si preparerebbe a una nuova sforbiciata di 1,5 miliardi, in particolare sul capitolo beni e servizi. La spending dopo la spending, accompagnata da altre misure ad alto impatto (come l'eliminazione per i lavoratori pubblici dell'indennità di vacanza contrattuale e una stretta sui permessi previsti dalla legge 104 per assistere parenti disabili o malati) un'ulteriore cura dimagrante che già fa gridare allo scandalo.

Il ministro della Salute, Renato Balduzzi, si tira fuori: «Qualcuno forse ci starà lavorando, io no». E poi alla Camera, durante la discussione in commissione Affari sociali sul decretone, aggiunge: «La sanità ha già avuto un intervento significativo e incisivo nella spending review, oltre a decisioni precedenti. Ora si tratta di attuare al meglio i contenuti della spending review».

A Montecitorio il ministro ha incontrato alcuni rappresentanti delle Regioni (con i quali ha riscritto l'articolo 1 del Dl, quello sulle cure primarie). Luca Coletto, coordinatore degli assessori regionali alla Sanità, conferma la posizione di Balduzzi: «Il ministro ci ha confermato che i tagli non li ha chiesti lui e che si batterà per non farli. Capiamo che siamo in un momento di difficoltà ma basta con la sanità, si colpiscano le sacche di inefficienza».

Le reazioni sono forti, come l'amarezza. «L'indennità di vacanza contrattuale è prevista dai contratti del lavoro pubblico, non è materia su cui l'Esecutivo può decidere autonomamente», dice Rosanna Dettori, segretario generale Fp Cgil. «Se così fosse ci troveremmo di fronte a un ritorno al passato, a una rilegificazione del rapporto di lavoro, con buona pace della ministra Fornero». Sui presunti nuovi tagli a sanità e Regioni, Dettori usa parole dure: «Ci sembra paradossale che il Governo Monti pensi di poter imporre un'ulteriore riduzione di spesa, perché comporterebbe la definitiva messa in ginocchio del nostro welfare e una spinta alla privatizzazione. Lo stesso potremmo dire per la legge 104. Lo stesso Governo che ha ridotto, quando non azzerato, l'assistenza alla persona e alla non autosufficienza, non crediamo si possa permettere di ridurre anche questo strumento di tutela dei diversamente abili. Non ci troveremmo più soltanto di fronte alla riduzione dell'intervento pubblico ma a un intollerabile cinismo».

Dal Pd si leva la voce della deputata Margherita Miotto: «Se fosse vero sarebbe gravissimo. La sanità è già stata pesantemente colpita dai tagli indiscriminati di Tremonti e non può essere nuovamente oggetto della scure dei finanziamenti. Chiediamo al governo di cercare le risorse necessarie in altri capitoli di spesa. In Italia la spesa sanitaria è tra le più basse in Europa».

Il governatore Luca Zaia avverte: «Giù le mani dal Veneto per quanto riguarda la sanità e i trasporti locali. E' deplorevole che prima di arrivare a una extrema ratio come questa il Governo non abbia il coraggio di introdurre i costi standard. Ovvero, a parità di tagli di una sanità virtuosa ed efficiente come il Veneto e di una Regione sprecona, è quest'ultima che alla fine ci guadagna».

Lapidario Carlo Lusenti, assessore alla Sanità dell'Emilia Romagna:
«Con altri tagli il sistema non sopravvive. Così si fanno saltare i servizi sanitari regionali».