Dal Governo

Denaro e viaggi per prescrivere farmaci biosimilari. Maxi operazione dei Nas di Bologna

di Rosanna Magnano

Poteva bastare un viaggio all'estero per tutta la famiglia o una somma di denaro per convincere un medico a prescrivere ormoni della crescita a bambini che non ne avevano alcuna necessità. In un rapporto perverso tra informatori scientifici e specialisti, destinato a favorire il consumo di alcuni farmaci biosimilari in cambio di denaro, viaggi-vacanza per i medici e i loro familiari, gioielli e personal computer. E' il quadro inquietante emerso nel corso di una maxi operazione dei Nas di Bologna, ribattezzata "do ut des", che vede indagati 67 medici. L'indagine, condotta dal Nas di Bologna, è partita circa due anni fa ed è coordinata dalle Procure di Rimini e Busto Arsizio (Varese). I camici bianchi avrebbero intascato l'equivalente di circa 500mila euro per migliaia di prescrizione contestate.

I reati ipotizzati vanno dall'associazione a delinquere alla corruzione, dall'istigazione alla corruzione alla truffa in danno del Servizio sanitario nazionale. Secondo gli investigatori, gli informatori scientifici di «una nota azienda farmaceutica» sollecitavano i medici indagati (specialisti in nefrologia, endocrinologia e pediatria) ad aumentare le prescrizioni di alcune specialità con l'inserimento in terapia di nuovi pazienti: in alcune circostanze, i medici non esitavano a chiedere somme superiori e dirigenti dell'industria si premuravano di incontrarli personalmente.
Le perquisizioni - scattate questa mattina in 15 regioni d'Italia e a cui stanno lavorando 300 carabinieri - hanno riguardato le province di Ancona, Ascoli, Bari, Brescia, Cagliari, Caserta, Chieti, Ferrara, Firenze, Frosinone, Genova, Lucca, Mantova, Messina, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Pavia, Perugia, Pescara, Roma, Terni, Torino, Trento, Trieste, Verona e Viterbo. I militari hanno passato al setaccio abitazioni private e ambulatori (ma le rispettive aziende ospedaliere non risultano coinvolte) alla ricerca di ulteriori indizi da aggiungere a un quadro probatorio definito già «molto consistente». Il prossimo step per i Nas, spiega il tenente colonnello Giovanni Capasso, è quello di verificare se queste prescrizioni hanno in qualche modo recato danno alla salute dei bambini.

«Non é la prima e, temo, non sarà l'ultima indagine di questo tipo - ha ammesso nel corso di una conferenza stampa il colonnello Antonio Diomeda, vicecomandante dei Nas - ma lo scenario che ne emerge stavolta è particolarmente allarmante. È un rapporto delittuoso e perverso quello che si era stabilito tra gli informatori scientifici e i medici, teso a favorire il consumo di alcuni farmaci biosimilari in cambio di somme di denaro (poi fatte passare per compensi di consulenze e studi, elargizioni ad associazioni onlus, rimborsi spese di congressi e convention, ndr), di viaggi in Italia e all'estero per i medici e i loro familiari e di oggetti quali
gioielli e personal computer».

«Le indagini - ha ricordato il capitano Sabato Simonett i, comandante dei Nas di Bologna - si ricollegano a quelle di Anabolandia che, nel giugno del 2011, sempre a Bologna, portarono all'individuazione di un medico che prescriveva farmaci dopanti ad atleti per lo più minorenni: in questo senso, gli ormoni della crescita prescritti da nefrologi, endocrinologi e pediatri sono il vero elemento di incrocio tra le due operazioni. E oggi come allora, i pazienti sono considerati non come persone da curare ma come oggetto di scambio, fulcro del sistema illecito».

Sconcerto è stato espresso da Alberto Ugazio, presidente della Società italiana di pediatria: "La speranza - dichiara - è che l'accusa sia infondata. Ma se è vero, sono sgomento e non posso che esprimere una forte condanna per una pratica che è fuori dalla legge e dall'etica".

"Non posso aggiungere altro - continua Ugazio – mentre rilevo con preoccupazione il continuo aumento del consumo degli ormoni della crescita, la cui unica indicazione terapeutica appropriata è per il trattamento del nanismo ipofisario, malattia rara". Invece l'uso di questi farmaci è piuttosto elevato "perchè vengono adoperati dagli sportivi amatoriali - rileva - per aumentare le loro prestazioni, e sono venduti anche su internet". Questi prodotti possono essere venduti solo dietro prescrizione medica e "in molte regioni, come Lazio e Lombardia, sono solo alcuni centri autorizzati che possono prescriverli - conclude - Quindi dovrebbe anche essere facile risalire a chi ne prescrive in eccesso".