Dal Governo

Cecità: la relazione al Parlamento del ministero della Salute

Relazione al Parlamento del ministero della Salute sulla cecità.

Si tratta dell'illustrazione di tutte le attività svolte per la riabilitazione visiva e la prevenzione dell'ipovisione e della cecità nel 2011.

Nella prima parte della Relazione sono descritte le attività dell'Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità (IAPB sezione Italiana) e dal Polo Nazionale di servizi e ricerca per la prevenzione della cecità e la riabilitazione visiva degli ipovedenti.

Nella seconda parte sono invece evidenziate le attività svolte dei Centri di Educazione e Riabilitazione Visiva (CRV), individuati dalle Regioni e Province Autonome (e che hanno inviato i dati nella tempistica prevista dalla normativa).

Nella terza parte sono illustrate le attività da parte del ministero della Salute.

Prevenzione primaria. La prevenzione primaria è stata realizzata attraverso le campagne di educazione sanitaria tra cui Vediamoci Chiaro, le iniziative legate alla Giornata Mondiale della Vista, alla Settimana Mondiale del Glaucoma, la produzione di materiale divulgativo, la linea verde di consultazione oculistica, il forum L'oculista risponde.

Prevenzione secondaria. La prevenzione secondaria è stata assicurata dalle 14 unità mobili oftalmiche presenti sul territorio nazionale, che hanno consentito a oltre 20.000 persone di ricevere controlli gratuiti della vista; il progetto Occhio ai bambini, ha permesso ai bambini della scuola dell'infanzia di ricevere una visita di controllo nell'età più indicata per praticare la prevenzione; il progetto Case famiglia, ha permesso di raggiungere gli ospiti di tali strutture e grazie a una unità mobile oftalmica è stato possibile effettuare una visita di controllo.

La ricerca. Infine, la ricerca scientifica, attraverso il Polo Nazionale di Servizi e Ricerca per la Prevenzione della Cecità e la Riabilitazione Visiva degli Ipovedenti, con il quale si è cercato di sviluppare nuovi modelli riabilitativi, stimolare processi di innovazione nella progettazione di ausili ottico-elettronici e tiflologici, software assistiti, nonché di realizzare un network tra i centri di riabilitazione per dare voce alle istanze scientifiche e sociali ed essere di supporto alle istituzioni sanitarie per le materie di competenza.

L'attività nelle Regioni. Sul versante dell'atitivà delle Regioni, invece, dopo 15 anni dall'approvazione della legge 284/97 si ha ancora una forte disomogeneità riguardo il numero e tipologia dei centri di riabilitazione visiva, le prestazioni effettuate e il personale presente nei centri.
Come ogni anno, anche per le attività svolte nel 2011, non tutte le Regioni sono state ottemperanti nell'inviare i dati, nononstante la legge stabilisse che ogni Regione doveva provvedere, nella pienezza della sua autonomia, a predisporre e attuare un piano di programmazione di centri di ipovisione, rivalutando e potenziando gli esistenti e creandone di nuovi (con distribuzione territoriale capillare).

Dall'analisi dei dati si rileva che il numero dei centri presenti nelle varie Regioni, non ha un evidente rapporto con il numero degli abitanti. A questo proposito importante segnalare che in molte Regioni ci sono centri di riabilitazione visiva privati, o pubblici ma non riconosciuti a livello regionale.

Riguardo la tipologia dei centri , nel 2011 c'è ancora una distribuzione dei centri pediatrici di riabilitazione visiva maggiore nel Nord del Paese, con una carenza nel Centro/Sud.

Per il personale che opera nei centri, il decreto applicativo della legge 284/97 prevedeva un'équipe riabilitativa (con oftalmologo, ortottista, psicologo, infermiere, assistente sociale), ma dall'analisi dei dati effettuata per il 2011, non tutti i centri dispongono di tutte le figure professionali necessarie (anche se, rispetto agli anni passati, la situazione è nettamente migliorata ancora, ad esempio, mancano assistenti sociali, importanti per la presa in carico del paziente con disabilità complessa).

Notevoli le differenze tra Nord Italia (equipe multidisciplinare quasi sempre presente) e Centro/Sud (dove mancano più figure professionali).

Per le prestazioni, rispetto ai primi anni di rilievo dei dati, quasi tutti i centri svolgono quasi esclusivamente attività di riabilitazione visiva, come richiesto dalla normativa (e non più solo attività diagnostico-clinica in campo oftalmologico come avveniva negli anni passati).

Per quanto riguarda l'utilizzazione dei contributi erogati dallo Stato, le Regioni hanno evidenziato, nelle relazioni inviate per descrivere le attività svolte dai Centri di riabilitazione visiva, che i fondi sono stati utilizzati per: attività di riabilitazione visiva, attività di formazione del personale dedicato e miglioramento della performance dei centri (soprattutto con l'utilizzo di uno strumentario appropriato alle nuove tecnologie presenti). Importante considerare che, a oggi, le prestazioni di riabilitazione visiva non sono comprese nei Lea.