Dal Governo

Stato-Regioni: arrivano i riparti 2012

Conferenza di riparti si potrebbe definire la Stato-Regioni di oggi. Approvato infatti quello del fondo sanitario nell'ultima versione corretta dai governatori e avallata dal ministero delle assegnazioni indistinte di quest'anno (VEDI ANTICIPAZIONE SU IL SOLE-24 ORE SANITA' n. 43/2012) e quello per gli 1,43 miliardi vincolati degli obiettivi di Psn sempre per il 2012.

Ma c'è anche un altro provvedimento che comunque riguarderà i riparti che invece sarà varato d'ufficio nella versione su cui le Regioni hanno confermato il loro no: quello che riguarda lo schema di Dpcm per la definizione dei criteri di qualità dei servizi erogati, appropriatezza ed efficienza, per la scelta delle Regioni di riferimento per la determinazione dei costi e dei fabbisogni standard. Le Regioni su questo argomento avevano subordinato l'intesa alla soluzione di una serie di criticità segnalate tra cui l'esclusione, tra quelle eligibili, delle Regioni in piano di rientro per ragioni che esulano dall'equilibrio economico del settore sanitario, l'individuazione dell'anno di
riferimento in luogo del triennio, l'incoerenza normativa in tema di ammortamenti sterilizzati rispetto ad D.lgs. n. 118/2011. Rispetto agli emendamenti messi a punto però, i governatori (VEDI PARERE) sottolineano l'accoglimento solo di parte delle loro proposte e quindi confermano la mancata intesa.

Parere favorevole della conferenza Unificata anche al decreto legge 185/2012 «Disposizioni urgenti in materia di trattamento di fine servizio dei dipendenti pubblici» (A.S. 3549). Il decreto legge sana dal punto legislativo gli effetti della sentenza della Corte Costituzionale n.223/2012 per la parte relativa al TFS. Le Regioni hanno dato l'intesa su questa materia, ma sottolinenao comunque che sarebbe opportuno che con altro provvedimento d'urgenza il Governo provvedesse disciplinare la restituzione del prelievo straordinario del 5% e del 10% dichiarato incostituzionale dalla stessa sentenza.

Annunciato poi l'invio in Stato-Regioni dal ministero della Salute della proposta di riparto per il definitivo superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari. Si tratta di 174 milioni (117 per il 2012 e 57 per il 2013) finalizzati alla realizzazione e riconversione delle strutture, mentre lo stanziamento per il loro funzionamento e per l'adeguamento del personale ammonta a 38 milioni per il 2012 che saliranno a 55 milioni annui a partire dal 2013.

Approvate poi, accanto al relativo riparto per gli obiettivi di Psn, le linee guida su cui le Regioni costruiranno i programmi per gli obiettivi di Psn 2012, per i quali verrà loro assegnata una quota iniziale pari al 70% dell'importo dovuto e il restante 30% solo dopo la verifica dell'effettiva realizzazione dei progetti, pena la revoca dell'assegnazione e il recupero delle somme già ripartite.

Queste in estrema sintesi le linee programmatiche per gli obiettivi di Psn 2012.

Assistenza primaria. Cinque gli obiettivi: continuità delle cure con una gestione integrata ospedale-territorio del paziente; coordinare l'attività di Mmg, pediatri e specialisti convenzionati con i distretti; garantire l'integrazione tra i diversi servizi sanitari e sociali; realizzare maggiore accessibilità dei cittadini ai servizi e alle attività territoriali; utilizzare strumenti informatici, di telemedicina e teleconsulto per la gestione del paziente. Rientrano in questo ambito anche l'assistenza h24 per la riduzione degli accessi impropri al pronto soccorso e il progetto sulla facilitazione della comunicazione nei pazienti con gravi patologie neuromotorie.

Non autosufficienza. Gli obiettivi sono di incrementare i punti unici di accesso (Pua) per la presa in carico dei non autosufficienti, potenziare percorsi assistenziali specifici, monitorare l'assistenza domiciliare e semiresidenziale, omogeneizzare il trattamento nelle strutture. Il progetto si suddivide in tre sottoprogetti, dedicati ai pazienti con malattie neurologiche degenerative, a quelli con demenza e alla promozione di modelli di assistenza per i pazienti in stato vegetativo e di minima coscienza.

Cure palliative e terapia del dolore. I progetti seguono le linee della legge 38/2010. Sono previsti tra l'altro l'allargamento delle cure anche a pazienti non oncologici, percorsi differenziati per le cure palliative pediatriche, sviluppo dell'assistenza domiciliare anche superando il progetto dell'"ospedale senza dolore" con un nuovo progetto che coinvolga di più il territorio, il favorire l'utilizzo dei farmaci oppiacei.

Biobanche. I progetti devono mirare allo sviluppo di tre tipologie di biobanche: di sangue cordonale, di tessuto muscolo-scheletrico e quelle per la conservazione e lo studio di materiale oncologico.

Sanità penitenziaria. Si prevedono progetti per i problemi psicologici, clinici, sociali complessi e particolari dei detenuti, sviluppando le rilevazioni epidemiologiche e l'attenzione alla popolazione immigrata detenuta. Un capitolo particolare è quello della tutela delle detenute e della loro prole.

Attività motoria nell'anziano. Obiettivo è, grazie all'attività motoria, prevenire le malattie croniche dell'anziano e favorire la sua efficienza fisica. I programmi dovranno essere realizzati anche tenendo presente il contesto di vita dell'anziano e le sue eventuali patologie e/o pluripatologie.

Tutela della maternità. Sono da favorire: presa in carico, continuità assistenziale, umanizzazione della nascita e allattamento al seno anche con l'integrazione dei servizi territorio-ospedale e la realizzazione di reti hub&spoke dedicate; razionalizzazione/riduzione dei punti nascita. Previsti l'abbinamento per pari complessività di attività delle unità operative ostetriche e neonatologiche/pediatriche e il miglioramento degli indici di appropriatezza nei ricoveri ordinari e diurni.

Malattie rare. Previsti accordi interregionali e/o intraregionali su specifiche malattie e/o specifici gruppi con la creazione di consorzi di strutture esperte nella diagnosi, presa in carico multidisciplinare e formulazione del piano di trattamento; l'attivazione di procedure di coordinamento dei presìdi della rete anche attraverso i centri di coordinamento regionali/interregionali; la realizzazione di progetti di formazione per singole malattie e/o gruppi.

Volontariato. Si prevede un piano di interventi da affidare alle organizzazioni dopo una ricognizione delle necessità del territorio e un'analisi economica di convenienza. Poi: promozione, sviluppo e diffusione della cultura del volontariato tra i giovani; progettazione di uno sportello unico di volontariato per il cittadino fragile; implementazione di programmi coordinati di audit civico; creazione di una banca dati regionale sulle organizzazioni e l'attivazione di percorsi di formazione professionale dei volontari.

Riabilitazione. Due i filoni: progetto riabilitativo e continuità nella presa in cura; attenzione al modello organizzativo. Il primo è uno strumento unico per ciascuna persona in cui si definiscono i diversi step delle cure, i tempi e luoghi per il rientro nella propria condizione (e ambiente) di vita. La seconda è una modalità per operare in continuità senza frammentazioni, duplicazioni, attese e utilizzare le potenzialità del territorio.

Salute mentale. Le aree di intervento riguardano gli interventi precoci sugli esordi delle psicosi, la presa in carico dei disturbi mentali in età evolutiva (soprattutto adolescenti) e dei disturbi mentali nella persona anziana, la progettazione di interventi terapeutico-riabilitativi integrati.

Piano nazionale prevenzione. Si è sviluppato in base agli obiettivi della politica sanitaria, parallelamente ad altre importanti iniziative, dal programma Guadagnare salute al piano nazionale screening.

Disuguaglianze in Sanità. Due gli obiettivi: riprogrammare e riorganizzare l'erogazione dei Lea per riorientarli contro le diseguaglianze sociali; utilizzare le risorse per interventi mirati alla tutela dei bisogni dei gruppi di popolazione su cui gli effetti della deprivazione manifestano un più alto impatto. I progetti dovranno prevedere tra l'altro criteri di equità di accesso che tengano conto delle "fragilità", riduzione effettiva dei tempi di attesa e delle liste di attesa, diffusione delle buone pratiche, a livello intraregionale e interregionale, interventi negli insediamenti dei nomadi e degli immigrati irregolari e dei senza fissa dimora.

Approccio di genere. I progetti dovranno prevedere l'adozione di un'organizzazione dei servizi sanitari, di programmi per stili di vita e prevenzione soprattutto dell'infertilità negli adolescenti che promuovano equità di accesso alle cure secondo l'approccio di genere, percorsi facilitati per prevenzione, cura e riabilitazione della sindrome metabolica e di osteopenia, osteoporosi post-menopausale, prevenzione e individuazione della violenza.

Diagnosi Hiv. Le aree prioritarie riguardano tra l'altro la caratterizzazione delle nuove infezioni, l'implementazione di test per infezioni recenti e l'ottimizzazione dell'accesso ai test, strategie per raggiungere gruppi di popolazione a rischio, definizione delle best practice e sviluppo di un migliore monitoraggio dei dati.

Tumori rari. Obiettivo è lo sviluppo di una rete che ha tre scopi: migliorare la cura dei tumori rari solidi dell'adulto tramite la condivisione a distanza di casi clinici; definire linee guida per la pratica clinica con criteri condivisi di diagnosi e cura, razionalizzandone l'accesso; favorire la ricerca sui tumori rari.

Patologie asbesto-correlate. Le Regioni (e i progetti) dovranno: individuare fonti di rischio e bonifiche ambientali; sorvegliare l'esposizione della popolazione generale nei punti di crisi e gli esposti ed ex-esposti professionali, strutturare percorsi di presa in carico delle patologie.

Monitoraggio diossine negli alimenti. Arrivato all'ultimo momento in Stato-Regioni anche il riparto di 2 milioni sempre tra gli obiettivi di Psn (1,5 subito e 500mila euro a verifiche effettuate) un piano di monitoraggio per la ricerca delle diossine nei prodotti di origine animale in aree che presentano fattori di rischio ant-ropico e che possono determinare una contaminazione chimica della catena alimentare e della filiera ittica che rappresenta, per la sua posizione nella catena alimentare, un punto di accumulo dei contaminanti ambientali. Le aree di cui si discute sono quelle fortemente inquinate individuate con provvedimenti del ministro dell'Ambiente, d'intesa con la Regione interessata, come Siti di interesse nazionale (SIN).

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