Dal Governo

Per i medici di base esclusività e niente indennità: il testo dell'atto di indirizzo per correggere la convenzione

di Paolo Del Bufalo, Manuela Perrone (da Il Sole-24 Ore)

Arriva dalle Regioni la bozza di direttiva per cambiare le cure primarie secondo la riforma del decretone Balduzzi. Ma a precise condizioni: esclusività del rapporto di lavoro per i medici di base e taglio netto delle indennità che percepiscono a vario titolo (associazionismo, indennità informatica, incentivi per personale eccetera).

A indicare i paletti per l'applicazione della legge 189/2012 è la bozza di atto di indirizzo alla Sisac, la struttura interregionale che tratta le convenzioni con i medici convenzionati, messa a punto dal Comitato di settore sanitario per riaprire il tavolo con i medici e adeguare - entro il 14 maggio del 2013 - gli accordi collettivi di Mmg, pediatri e specialisti al decreto. Condizioni legate alla spesa: le nuove «aggregazioni funzionali territoriali (Aft)» per esercitare la medicina sul territorio costano, ma di finanziamenti non c'è l'ombra.

Tra gli aspetti critici da affrontare c'è il riconoscimento delle competenze regionali in materia di organizzazione dei servizi territoriali di assistenza primaria, «solo apparente», poiché la dotazione strutturale, strumentale e di servizi delle nuove forme organizzative mono e multiprofessionali e dunque il numero e la dislocazione geografica «richiedono la stipula di accordi regionali o aziendali». Non solo. Alle Regioni tocca anche l'onere di attrezzare tutte le aggregazioni funzionali territoriali. Obbligo che crea anche problemi organizzativi: a chi devono essere forniti i mezzi di produzione e dove potrebbe essere collocato eventuale personale dipendente.

C'è poi da «introdurre e disciplinare» il nuovo ruolo unico dei medici. Gli accordi «devono recepire, in modo esplicito e non ambiguo, il principio del l'obbligatorietà dell'adesione dei medici all'assetto organizzativo e al sistema informativo di ciascuna Regione e al sistema informativo nazionale».

Quanto al ruolo unico, secondo le Regioni significa «uniformi requisiti e modalità di accesso alle funzioni della medicina generale: assistenza primaria, continuità assistenziale ed emergenza territoriale. Un processo che deve avvenire «fermi restando i livelli retributivi specifici delle diverse figure professionali». Cioè a costo zero. Tra le condizioni perché le Regioni provvedano alla dotazione di aggregazioni funzionali territoriali e Unità di cure primarie, per il Comitato di settore va inserita l'esclusività del rapporto del singolo professionista con il Ssn; tra i requisiti, una divisione del lavoro tra i professionisti capace di garantire una copertura h24; tra le modalità, la riconversione degli ospedali.

Le reazioni. A caldo Giacomo Milillo, segretario della Fimmg, il maggior sindacato dei medici di base, ha commentato duramente: «Quello delle Regioni è un atteggiamento irresponsabile e provocatorio che fa precipitare i loro rapporti con il sindacato. Noi non siamo stati informati né abbiamo ricevuto nulla. La nostra reazione sarà gravissima». Ma qualche ora dopo, un comunicato della segreteria nazionale ha corretto il tiro, minimizzando e gridando alle «provocazioni allarmistiche».
«È nostra intenzione evitare la diffusione di messaggi allarmistici - si legge nella nota - in quanto tale bozza appare chiaramente a un livello di elaborazione ancora molto grezzo, non è istituzionalmente confermata e comunque ampiamente modificabile vista l'evidente imprecisione delle intenzioni dichiarate e la numerosità degli interrogativi in essa contenuti».
«La segreteria nazionale - continua la nota - ritiene che molti
degli interrogativi della bozza troverebbero soluzioni condivise con i
rappresentanti della categoria attraverso un confronto politico.
Questo confronto, preliminare alla stesura definitiva dell'atto di indirizzo da parte di Regioni e Governo, è necessario anche per consentire la realizzazione dell'Accordo nei tempi previsti dalla legge. La maggior parte dei segretari regionali segnala inoltre una discordanza fra i contenuti della bozza e quanto stanno elaborando nel confronto con le rispettive Regioni. La segreteria nazionale della Fimmg, pertanto, auspica, nei più brevi tempi possibili, un confronto serio e costruttivo con chi ha la rappresentanza politica ufficiale delle Regioni a livello nazionale».

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