Dal Governo

Incognita Opg: si lavora all'ipotesi di una proroga breve

di Manuela Perrone

L'unica certezza è che gli ospedali psichiatrici giudiziari non chiuderanno i battenti il 31 marzo, come prescriveva la legge 9/2012. L'impresa di chiuderli, accogliendo nelle Regioni di provenienza gli internati "dimissibili" e trasferendo gli altri in nuove strutture sanitarie, si è rivelata una missione impossibile. Troppi ritardi, sia da parte dei ministeri di Salute e Giustizia sia da parte delle Regioni.

Ma quel che concretamente accadrà ancora è ancora avvolto nel mistero. L'ultima proposta formulata dai tecnici e al vaglio del ministro della Salute prevede non una proroga biennale, come era stato ipotizzato in prima battuta, ma una dilazione breve, fino all'inizio del 2014. Anche se tutti sanno, a partire dalle Regioni, che nove mesi non bastano per costruire i nuovi centri. Soprattutto se, come sembra, non sarà prevista alcuna deroga alle procedure sugli appalti.

La vera incognita, a questo punto, riguarda il Governo: l'Esecutivo Monti sulla carta avrebbe venti giorni di tempo per varare il decreto legge in tempo per non disorientare i magistrati. A loro, dal 31 marzo in poi, spetterà infatti decidere la destinazione dei "folli rei" destinatari di misura di sicurezza. Ma l'incertezza della situazione politica non aiuta.

Nel frattempo il Comitato StopOpg, convocato il 5 marzo per una riunione straordinaria, ha ribadito le sue perplessità sull'impianto stesso della legge 9, confermando che senza una modifica del Codice penale (in particolare degli articoli 88 e 89, che, associando "follia" ad incapacità di intendere e di volere e a "pericolosità sociale" stabiliscono un percorso "parallelo e speciale" per i malati di mente che commettono reati e sono socialmente pericolosi) gli Opg non possono essere aboliti. «Tutta l'attenzione di Governo e Regioni - spiegano Stefano Cecconi e Giovanna Del Giudice nel report della riunione - è stata rivolta alle nuove strutture speciali destinate a sostituire gli attuali Opg. Diverse Regioni hanno presentato progetti per grandi strutture (da 40, 60 posti, con l'accorpamento delle strutture a 20 posti previste dalla legge) e con una "finalità e caratteristiche di custodia". Ecco perché diciamo che "chiudono gli Opg e riaprono i manicomi". Le "strutture", che dovrebbero essere la soluzione di ultima istanza e residuale, diventerebbero se non l'unica, la principale risposta».

Continua invece a difendere la legge 9 il senatore rieletto Ignazio Marino (Pd), presidente della commissione d'inchiesta sul Ssn che ha denunciato le condizioni degli internati: «Si rincorrono le voci di un rinvio della chiusura degli Opg di almeno un anno - commenta - ma sarebbe una decisione gravissima. Serve da subito l'istituzione di un commissario che si occupi di gestire i fondi, che ci sono , per mettere la parola fine all'esistenza di strutture disumane che non curano ma recludono».

La commissione ha peraltro dovuto fare marcia indietro sul sequestro dell'Opg di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) che aveva disposto lo scorso 19 dicembre. Il 20 febbraio Marino ha comunicato il «dissequestro condizionato» della struttura , sulla base di alcune novità positive sopravvenute (la riduzione degli internati da 237 a 174, l'individuazione dei dimissibili, l'aumento del monte ore di psichiatri e psicologi, l'introduzione di un congruo numero di operatori sociosanitari e di due tecnici della riabilitazione psichiatrica). La revoca del sequestro è subordinata ad altri interventi, da realizzarsi entro il 15 marzo: lo sgombero delle porzioni di immobile più fatiscenti (nell'ottavo reparto) e il riassetto dell'area sanitaria intramoeniale.