Dal Governo

Debiti Pa: il varo del decreto legge rinviato «ai prossimi giorni»

«Il ministro dell'Economia e Finanze Vittorio Grilli, in accordo con il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, anche a seguito delle articolate Risoluzioni approvate ieri da Camera e Senato, ha fatto presente al presidente del Consiglio l'opportunità di proseguire gli approfondimenti necessari per definire il testo del decreto sui pagamenti dei debiti commerciali della PA. Pertanto il Consiglio dei Ministri previsto per oggi si terrà nei prossimi giorni».

Con questo breve comunicato appena diramato da Palazzo Chigi il Governo ha rallentato sull'approvazione del decreto legge per la coperatura dei debiti della Pa, in programma inizialmente alle 10 di questa mattina, poi rinviato alle 19 e ora rimandato «ai prossimi giorni».

Già in mattinata era stata smentita la presenza nel provvedimento della possibilità di aumentare l'addizionale Irpef regionale, anticipando a quest'anno la maggiorazione che scatterà nel 2015, presente tuttavia nella bozza di testo messa a punto subito prima di Pasqua e attaccata praticamente da tutte le forze politiche e dai sindacati che non ritengono possibile un aumento della pressione fiscale.

I tempi più lunghi sarebbero necessari per «problemi di copertura». Dopo che l'ipotesi di un anticipo dell'aumento dell'addizionale regionale Irpef é definitivamente tramontata, i tecnici del Tesoro hanno evidenziato la necessità di aver maggior tempo a disposizione per trovare alternative fonti di finanziamento alla restituzione dei debiti nei confronti delle imprese. Si starebbe inoltre valutando la possibilità di inserire nel decreto anche altre misure, come quella del rinvio della Tares che però costerebbe oltre 1 miliardo.

Le coperture del debito sanitario delle Regioni in deficit e le verifiche richieste dalla Commissione europea sarebbero le ragioni che hanno portato il Governo a rinviare il varo del decreto.

Il leader dell'Anci, Graziano Delrio, dopo aver incontrato i ministri Vittorio Grilli e Fabrizio Barca a Palazzo Chigi spiega: «Il problema non é dei Comuni, noi abbiamo le coperture, abbiamo i soldi in cassa. Il problema forse é il debito sanitario che non é coperto».

L'altro fronte che ha costretto il Governo a temporeggiare è l'Europa. La commissione europea, infatti, dopo aver accolto le rassicurazioni del premier Monti, il quale ha garantito che l'Italia non sforerà il tetto del 3% del deficit, ha chiesto di «esaminare» i termini del decreto in lavorazione al ministero dell'economia. Infine, il governo ha sfruttato questo rallentamento dell'iter del provvedimento anche per fare una ulteriore ricognizione con l'Anci e le imprese.