Dal Governo

Sigarette elettroniche: il Consiglio superiore di sanità raccomanda lo stop nelle scuole

Vietare l'utilizzo delle sigarette elettroniche da parte delle donne in gravidanza e nelle scuole, regolamentare la pubblicità e prevedere chiusure di sicurezza delle ricariche "a prova di bambino": sono queste le principali raccomandazioni espresse dal Consiglio superiore di sanità nel parere trasmesso alla ministra della Salute, Beatrice Lorenzin.

Il Css - riferisce il dicastero - ha ritenuto che non vi siano, allo stato delle conoscenze, sufficienti evidenze per far rientrare le sigarette elettroniche tra i medicinali "per funzione". E ha consigliato al ministero di costituire un tavolo permanente in cui far convogliare le diverse fonti di dati e osservatori.

Il Consiglio ha anche raccomandato di mantenere il divieto di vendita ai minorenni delle sigarette elettroniche con presenza di nicotina, ha indicato alcune prescrizioni sull'etichettatura e le informazioni da fornire al cittadino, sia per le sigarette elettroniche che per le cartucce di ricarica, e sul monitoraggio di possibili sovradosaggi da nicotina attraverso gli interventi effettuati dai pronto soccorso.

Gli esperti dell'organo consultivo del ministero si sono avvalsi del contributo dell'Agenzia del farmaco e delle rappresentanze delle industrie, tenendo conto anche di quanto accaduto in Francia, che ha scelto la linea dura. Come ha annunciato la ministra Marisol Touraine, il piano antifumo in via di predisposizione disporrà il divieto in tutti i luoghi pubblici, l'alt alla pubblicità e il divieto di utilizzo da parte dei minori. Equiparando, di fatto, il fumo elettronico a quello normale. Oltralpe una commissione di esperti guidata da Bertrand Dautzenberg, pneumologo e presidente dell'Ufficio francese di prevenzione del tabacco, ha consegnato alla ministra Marisol Touraine un rapporto con 28 raccomandazioni per prevenire i danni della sigaretta elettronica. «Non deve diventare un prodotto che incita a cominciare a fumare», ha spiegato Dautzenberg. «Bisogna evitare ogni tipo di promozione e facilità di accesso ai minori e a chi non fuma».

Le e-cig piacciono pure in Italia. Basta guardarsi intorno e contare i nuovi esercizi commerciali spuntati come funghi in ogni dove. Secondo un'indagine dell'Istituto superiore di sanità e della Doxa, sono già due milioni gli italiani che le hanno provate e 500mila i fumatori "conquistati", spesso abbinando però elettronica e tradizionale: solo il 10% di chi fuma sigarette elettroniche, infatti, ha detto definitivamente addio alle "bionde". Ma sei su dieci stanno riducendo, anche molto, il fumo delle sigarette tradizionali. I giovani subiscono il fascino delle e-cig: nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni, chi le fuma è il doppio dei fumatori tradizionali (il 23,6%
utilizza e-cig, l'11,6% fuma le classiche).

Da qui la cautela consigliata dal Css. Che, nonostante il parere non sia così severo, fa esultare il Codacons. «Sono state accolte in pieno le nostre richieste», dice il presidente Carlo Rienzi. «Ora non servono altri passaggi: basterà applicare le norme vigenti, compresa la legge Sirchia, anche alle sigarette elettroniche, così da far valere il divieto nei luoghi pubblici». Ma non sembra questa, almeno per ora, la strada che il ministero della Salute sceglierà di imboccare.