Dal Governo

Decreto «fare»: fascicolo «elettronico» e meno certificati

di Roberto Turno (da Il Sole-24 Ore)

Un colpo d'acceleratore per far decollare la sanità elettronica, anticipando la nascita in tutta Italia del fascicolo sanitario. Una mini-stoccata alla burocrazia, abolendo un pugno di certificati di «sana e robusta costituzione» e di «idoneità psico-fisica». La nascita dell'elenco nazionale dei donatori d'organo per facilitare i trapianti. Ma anche la proroga dell'autocertificazione da parte delle aziende farmaceutiche delle materie prime importate per la produzione di medicinali, pena il rischio di bloccare le produzioni dal prossimo 2 luglio. Intervengono su due filoni le novità in materia sanitaria varate ieri dal Consiglio dei ministri tra il decreto legge "del fare" e le norme che saranno introdotte col prossimo Ddl di semplificazione.

Si muovono insomma con estrema cautela il Governo e il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, tra le delicatissime e fragili cristallerie della sanità pubblica. Perché nulla di nuovo arriva per il momento sui capitoli più sensibili della spesa sanitaria, tra i tagli plurimiliardari assestati questi anni e le misure più controverse, a partire dall'applicazione della spending review e dal destino dei ticket per altri 2 miliardi che dovrebbero scattare dal 1° gennaio del prossimo anno, su cui c'è stata una vaga promessa di soprassedere da parte del Governo, salvo non rivelare ancora su chi (e come) graverebbero i mancati introiti per le casse regionali. Una pausa di riflessione che potrà essere sciolta solo in prossimità della legge di stabilità per il 2014, in attesa nel frattempo dell'annunciato confronto a tutto campo con i governatori anche in vista dell'apertura del tavolo sul Patto per la salute, dopo quello fallito tra l'Esecutivo di Mario Monti e le Regioni.

La scelta fatta ieri dal Consiglio dei ministri, è stata così di delimitare per il momento il campo d'intervento in materia sanitaria. Perfino lasciando in sospeso fino al'ultimo la norma che – per questioni di controllo della spesa e di semplificazione per gli italiani – dispone la creazione di una «Anagrafe nazionale degli assistiti» al posto di quelle oggi esistenti presso tutte le asl.

A fronte di tanta e prevedibile prudenza, il Governo ha però deciso ieri di dare un colpo di reni sul capitolo dell'e-health, quella sanità elettronica che secondo le stime una volta a regime potrebbe consentire di realizzare risparmi addirittura fino a quasi il 12% della spesa sanitaria pubblica, per 12,4 miliardi. La prima leva dell'intervento deciso ieri dovrebbe essere l'anticipazione entro fine 2014 dell'applicazione (oggi non certo omogenea) in tutta Italia del fascicolo sanitario elettronico (Fse). Intanto entro fine anno le Regioni dovranno presentare all'Agenzia per l'Italia digitale il piano di progetto per la realizzazione del Fse, mentre l'Agenzia a sua volta sulla base dei programmi locali dovrà progettare e realizzare l'infrastruttura centrale. La stessa Agenzia lavorerà insieme al ministero della Salute per valutare e approvare entro due mesi i progetti delle Regioni e tenere sotto check la realizzazione dei programmi.

Ed ecco poi la carta anti burocrazia giocata anche in sanità col decreto legge di ieri. A farne le spese saranno antichi obblighi, risalenti perfino all'epoca fascista, che prevedono la presentazione del certificato di «sana e robusta costituzione» tra l'altro per diventare ufficiali esattoriali o avere impiego alla Corte dei conti. Niente più certificato di «sana costituzione fisica», poi, per i farmacisti, né di «idoneità fisica» per l'assunzione nel pubblico impiego o di «idoneità psico-fisica» per i maestri di sci e per chi conduce generatori a vapore o vende generi di monopolio. Pochino, nella selva della burocrazia che ci stritola, ma sempre meglio di niente.