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Corte dei conti: gli Ifo di Roma travolti dalla spending review

Spending review, deficit decennale e piano di rientro hanno travolto nel Lazio gli Ifo, gli Istituti fisioterapici ospedalieri che raggruppano in un unico Ente due Irccs pubblici di livello nazionale, l'Istituto Regina Elena per la ricerca, lo studio e la cura dei tumori e l'Istituto San Gallicano, specializzato nella cura delle dermopatie, in particolare oncologiche e professionali. E così le gestioni dell'Ente 2010 e 2011 mostrano «segni di notevole sofferenza»: entrambi chiudono in disavanzo (-62,7 milioni nel 2010 e 64,1 milioni nel 2011).

Le cause? La Corte dei conti, nella sua relazione della Sezione del controllo sugli enti sul risultato del controllo sulla gestione finanziaria dell'ente (anticipata su Il Sole-24 Ore Sanità n. 26/2013 ) , le descrive una a una.

La Regione, alle prese con il più alto deficit nazionale e gli obblighi finanziari legati al piano di rientro, riconosce i maggiori costi, ma non li finanzia e li copre solo e in parte a esercizio chiuso. La domanda è in flessione per l'introduzione di un contributo fisso della quota di partecipazione ai costi di ricovero ordinario e traslazionale. Il dirottamento verso il day service e il day hospital - anche questo dettato dalle esigenze di risparmio - ha abbassato in questo caso i livelli di rimborso di numerose prestazioni. I costi per la somministrazione di farmaci destinati alle terapie oncologiche (chemioterapia, radioterapia ecc.) sono molto elevati.

Mancano medici e infermieri - nel Lazio c'è il blocco del turn over rigido per le Regioni con piano di rientro - e sono scoperte le Uoc di Radiologia, Urologia, Chirurgia epatobiliare e Medicina molecolare: questo ha costretto gli istituti al maggior ricorso a personale a tempo determinato (Co.co.co.). In più, gli investimenti in innovazione non si possono evitare perché lo stesso Piano oncologico nazionale ha confermato la validità anche della tecnologia "robotica", più agevole, meno invasiva e più facilmente adattabile alla multidisciplinarità. Ma questa richiede apparecchi specialistici con costi elevati. Si tratta di disavanzi cronici, sottolinea la Corte. E la prima causa è l'inadeguatezza delle risorse trasferite dalla Regione.

Eppure gli Ifo il loro dovere lo hanno fatto: la ricerca corrente e traslazionale è stata svolta «puntualmente secondo le linee programmatiche definite nel budget e le indicazioni del Commissario straordinario della Regione Lazio». Gli Ifo hanno predisposto e approvato, come prevede la legge, un Piano triennale di investimenti in tecnologie sanitarie 2012-2014 da 52 milioni, che consolida gli indirizzi di investimento avviati e prevede numerose attività progettuali in corso di completamento.

Gli Ifo, sottolinea la Corte, hanno fatto di tutto per «perseguire con efficacia gli obiettivi della "mission" assegnata loro dalle norme nazionali e regionali nel rispetto del Patto per la salute», ma le difficoltà delle gestioni «tuttora significative» inducono la Corte a «ribadire l'obbligo al perseguimento dell'equilibrio di bilancio, soprattutto attraverso l'incremento dell'autofinanziamento, la diminuzione dei costi comprimibili, il recupero di produzione e produttività nonché l'attivazione degli strumenti di salvaguardia dell'occupazione».