Dal Governo

Anoressia e bulimia, la strategia di prevenzione e intervento secondo il ministero della Salute

di Barbara Gobbi

Parte tutto dalla prevenzione. E dalla formazione di addetti ai lavori e famiglie. Sono questi i due binari sui quali costruire strategie efficaci contro l'"epidemia" dei disturbi del comportamento alimentare. Il tema è al centro dell'ultimo Quaderno del ministero della Salute , presentato oggi in occasione di un convegno a Roma. Il Quaderno trae origine dalla prima Conferenza nazionale sui disturbi del comportamento alimentare, organizzata nell'autunno scorso dall'Istituto superiore di Sanità insieme alla Ausl 1 della Regione Umbria, con il patrocinio del ministero della Salute. Scopo della Conferenza è stato quello di produrre raccomandazioni per una gestione appropriata dei Dca, sulla base della valutazione delle evidenze scientifiche sulle aree dell'epidemiologia, della prevenzione e dei modelli organizzativi, effettuata da un gruppo di esperti multidisciplinare e multiprofessionale.

«Appropriatezza clinica, strutturale e operativa nella prevenzione, diagnosi e terapia dei disturbi dell'alimentazione». Questo il titolo del Quaderno, che preannuncia un lungo e impegnativo lavoro, soprattutto nella popolazione giovanile. Problemi rispetto ai quali serve anche «un'operazione culturale», come ha sostenuto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Una prevenzione che non riguarda solo l'informazione e la consapevolezza dei rischi per la salute causati da questi disturbi ma anche dei pericoli rappresentati dai 150mila siti internet pro-ana e pro-mia sui quali si trovano «consigli» e trucchi per assumere sempre meno calorie o per nascondere gli attacchi di fame compulsiva.

«Dei disturbi alimentari non si parla mai abbastanza - ha aggiunto il ministro - e lo si fa solo inseguendo il caso di cronaca. Si tratta di disturbi legati alla nostra società e all'immagine del corpo che viene veicolata». Per questo, ha osservato, «questo Quaderno che presentiamo oggi é di grande utilità, non solo per gli addetti ai lavori ai quali vengono fornite indicazioni per la diagnosi e per i protocolli da seguire, ma anche per i cittadini che in modo chiaro possono comprendere l'esatta natura di queste patologie e come affrontarle».
Secondo il documento ogni anno, sono otto ogni 100mila i nuovi casi anoressia nervosa e 12 ogni 100mila quelli di bulimia. Guardando alla popolazione generale femminile, dai 18 anni in su, i tassi di prevalenza sono dello 0,9% per l'anoressia, dell'1,5% per la bulimia e del 3,5% per il «binge-eating disorder» (le cosiddette abbuffate). Ma i disturbi alimentari colpiscono sempre di più anche gli uomini: studi condotto su popolazioni cliniche, infatti, indicano che i maschi rappresentano il 5-10% dei casi di anoressia, il 10-15% di quelli di bulimia e fino al 30-40% dei casi di binge-eating disorder. Sono soprattutto le persone affette da anoressia nervosa, si legge infine nel Quaderno, a essere esposte a un maggior rischio di mortalità, con tassi 5-10 volte maggiori di quelle delle persone sane della stessa età e dello stesso sesso.