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Ecco la classifica della ricerca: nell'area delle scienze mediche vince Trento

di Sara Todaro

L'Università di Padova guida la classifica dei grandi Atenei «migliori» nella ricerca dell'area delle scienze mediche, seguita da Torino e Bologna.

Ancora al Veneto, con Verona, il primo posto in classifca per le medie strutture: seguono l'Università delle Marche e quella di Brescia.

A registrare la miglior performance di area, per voto medio di struttura è l'Università di Trento , prima in classifica tra i piccoli Atenei di pregio, seguita dal S. Raffaele di Milano e dalla Napoli Parthenope.

A stilare la classifica è il Rapporto finale sulla Valutazione della Qualità della Ricerca 2004-2010, presentati a Roma dal presidente, Stefano Fantoni e dal coordinatore Vqr, Sergio di Benedetto, dell'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur), presente il ministro per l'Istruzione, l'Università e la Ricerca, Maria Chiara Carrozza.

Sotto la lente degli esperti 133 strutture in 14 aree scientifiche definite dal Consiglio universitario nazionale (Cun): 95 università, 12 enti di ricerca vigilati dallo stesso Miur e 26 enti "volontari", di cui 9 enti di ricerca e 17 sono consorzi interuniversitari.

I riultati degli enti. Tra gli enti dell'area medicina invece bilancio amaro per il Cnr la cui performance registra il dato negativo –16,8%. «La colpa è del decreto istitutivo dell'Anvur: per gli enti di ricerca sono stati valutati sei prodotti invece dei tre presi in considerazione per le università e non si è considerato che la ricerca è solo una delle attività nelle quali il Cnr è impegnato», ha commentato il presidente, Luigi Nicolais, che propone «una revisione della legge che tenga conto delle diverse missioni dei vari enti, eliminando alcuni punti di debolezza del sistema».

«L'Italia entra nell'Europa della valutazione, ed è una rivoluzione al servizio dei cittadini», ha commentato il ministro Carrozza, confermando che i risultati della valutazione serviranno per l'assegnazione di 540 milioni di euro alle Università più meritevoli.

Cosa analizza lo studio. Lo studio - che fotografa per la prima volta la realtà della ricerca italiana - rappresenta la più vasta opera di valutazione della ricerca mai compiuta a livello internazionale: per realizzarlo l'Anvur ha impiegato per 20 mesi - uno in meno rispetto a quanto previsto dal decreto ministeriale - uno squadrone di 450 esperti riuniti in 14 gruppi di esperti della valutazione (Gev) individuati con un rigoroso processo di selezione (produttività; eccellenza scientifica; esperienza nazionale e internazionale in attività di valutazione ecc.). Ad essi il compito di passare al pettine fino dei criteri di rilevanza, originalità e grado d'internazionalizzazione un totale di 184.878 prodotti di ricerca (tra articoli, monografie e saggi, atti di convegni, brevetti, manufatti, note a sentenza, traduzioni, software, banche dati, mostre e performance e cartografie) che - in rapporto all'area scientifica di appartenenza - sono stati anche esposti alla valutazione bibliometrica (numero di citazioni e impact factor delle riviste) o la valutazione mediante peer review realizzata da quasi 15mila revisori.

Gli indicatori. Per le strutture invece sono stati "pesati" sette indicatori di area: qualità dei prodotti di ricerca; qualità dei processi di reclutamento; capacità di attrarre risorse esterne; capacità di creare collegamenti internazionali; propensione alla formazione per la ricerca; propensione all'utilizzo di fondi propri per finanziare la ricerca; miglioramento della performance scientifica rispetto all'esercizio di valutazione precedente.

Altri otto indicatori siono serviti invece a valutare la "terza missione" delle strutture, ovvero l'apertura al contesto socio-economico e la propensione alla valorizzazione e al trasferimento delle conoscenze.

Complessivamente la ricerca nazionale brilla nella Chimica, nella Fisica e nell'Ingegneria industriale e dell'informazione, dove si rintracciano anche le percentuali più altre di prodotti eccellenti. Sopra la metà classifica anche l'area delle scienze mediche, con un 33,96% di prodotti eccellenti.